Capitolo 33

2.6K 184 8
                                    

La furia che mi travolse mi fece arretrare per dargli uno schiaffo in pieno viso (dato che in quel momento era l'unico modo che avevo per togliermelo di dosso). Non ricordai che dietro di me ci fosse il lavandino e vi sbattei i reni anche piuttosto bruscamente, però non potevo permettermi di preoccuparmi di quello - ai miei poveri reni avrei pensato dopo.

Corsius indietreggiò di poco, arrivando a toccare con i talloni il bordo della vasca in marmo.

– Stai alla larga da me – urlai, con il poco fiato che mi era rimasto. Sulle prime, il vampiro si mostrò spaesato ma nell'istante che lo succedette ritornò quello di sempre: un dannatissimo stronzo.

– Non mi era sembrato che ti disgustasse, ma poupée – disse, sorridendo malizioso. La sua stupidità mi stupì ancora di più. Non riuscivo a credere a quello che le mie orecchie stavano sentendo. Ero persa nel ricordo del giorno più traumatico di tutta la mia vita e lui aveva sfruttato l'occasione per saltarmi addosso come un cane in calore.

– Tu provaci un'altra volta e vedrai cosa ti faccio – lo minacciai. Oramai era tutto quello che mi era rimasto, mi aveva portato via tutto. Non avevo altro modo di difendermi se non respingerlo alla vecchia maniera. Corsius mi si avvicinò al mio bacino e, iniziando a giocare con i miei capelli bagnati, si divertì a mostrarmi il potere che aveva su me. Ero vulnerabile, di nuovo. Dio solo sá quanto io odi essere impotente, con il lavoro che faccio non me lo posso permettere.

– Minacce, minacce, minacce. Voi Cacciatori non sapete fare altro che questo. – Mi passò una mano sul viso per accarezzarmelo. Gemetti al contatto con la sua pelle. – Anche i tuoi genitori erano come te, hai ripreso più da tuo padre, però. Anche durante il combattimento non faceva altro che sputare minacce, era davvero patetico. Mentre tua madre... ah, lei sì che era davvero -, mi leccò le labbra per poi sussurrarmi all'orecchio: – deliziosa –

Una scia di formicolii mi percorse per tutta la colonna vertebrale, tanto da farmi rabbrividire per pochi secondi.

– Sei disgustoso – gli dissi a denti stretti. Inferocita dal suo comportamento, avendo riportato di proposito alla mia mente i ricordi del giorno della morte del miei genitori, uscii dal bagno e andai verso il letto.

– È mai possibile che devo sempre rimanere seria, poupée? – Mi domandò dalla porta del bagno. Quando mi girai per rispondergli (piuttosto malamente) mi aspettavo di trovarlo ancora dentro la stanza, invece era poggiato all'anta di legno che separava il bagno dalla camera da letto. Una posa che mi fece pensare che stesse posando per un qualche fotografo importante, per finire poi in una rivista come Teen Vogue o Seventeen Magazine. Abbozzai un sorriso, reprimendolo subito dopo. Dovetti ammettere che l'idea di vedere Corsius posata per una rivista per adolescenti in piena fase ormonale mi allettava molto.

– Era un'ombra di un sorriso quello che ho visto un istante fa? –

Cercai di divagare, sfortunatamente se ne era accorto! Corsius di avvicinò a me e si mise a pochi centimetri dalla faccia. – Dimmi a cosa stavi pensando – mi ordinò. Diamine, speravo che non mi avrebbe mai obbligata a fare o dire niente di ciò che pensavo. Aprii la bocca, ma subito dopo mi ritrovai un dito che non era il mio sopra. – Anzi no, non farlo. Puoi tenerti per te i tuoi pensieri impuri. –

Lo guardai sbigottita, aveva completamente toppato. Scoppiai a ridere in una fragorosa risata liberatoria, avevo assorbito troppe stronzate in pochi minuti. Questa volta fu Corsius a guardarmi male. – Scusa è che le cazzate mi fanno venir da ridere – gli confessai.

– Spiegati, prego. –

– Non stavo facendo pensieri impuri su di te, ma piuttosto stavo immaginando ragazzine farlo. - Mi avvicinai al suo orecchio, anche se non c'era alcun bisogno di bisbigliare perché eravamo soli, ma lo feci solo perché dava più enfasi. - E che rimanga tra me e te: non sei per niente il mio tipo. –

Sbam! Colpito e affondato, Ciccio. Corsius non nascose il risentimento che provò appena finii di dargli il due di picche.

– E come sarebbe il tuo tipo ideale? – domandò altezzoso. Mi lasciai cadere sul letto, affondando nella sua comodità. – Non credo che tu lo voglia sapere e, ad essere franca, non sono affari tuoi. –

– Certo che lo sono, sei la mia Serva Umana, dopotutto. Qualsiasi cosa che è un tuo affare, automaticamente, mi riguarda. –

Dio, quanto era odioso quando si sentiva il padrone dell'Universo. Non è che se si appartiene alla cerchia dei Cinque Fondatori automaticamente ogni essere consenziente ti deve ubbidire. No, non è così che funziona, santo cielo! E Corsius avrebbe fatto bene ad impararselo, perché prima o poi si sarebbe ritrovato con una pallottola di legno piantata in testa.

Sbuffai ed alzai gli occhi al cielo, proprio per fargli capire (ma tanto era inutile, perché lui non sarebbe mai stato in grado di capire), poiché era assolutamente convinto, giacché era inutile andare avanti con queste assurdità e avrebbe creduto solo lui alle frottole che raccontava.

– Io mi annoierei di avere qualcuno che sbrigherebbe le missioni al mio posto, tu no? – gli domandai, con un'ombra di spavalderia.

– Oh, ma i Servi Umani non servono per sbrigare le faccende al posto nostro, o meglio non solo. – Corsius venne a sedersi proprio accanto a me. – Vedi, mon amour, principalmente scegliamo umani che abbiano delle doti particolari e tu, mia carissima bambolina, ne hai molte – mi disse, sorridendo.

Aggrottai le sopracciglia, se già ero intimorita le sue parole non feceroche confermare l'idea che avevo avuto insieme ad Abel: dovevo assolutamente andarmeneda quel posto, il più in fretta possibile.

......................................................

Angioletti, sono tornata e questa volta con una piccola sorpresa. Come avrete visto dalla foto, ho un nuovo membro in famiglia, Ares. Sì, esatto come il dio della guerra; ma, ehi, è perfetto per lui. A dirla tutta si sarebbe dovuto chiamare Alpha oppure Atlante, ma non appena papà me lo ha messo tra le braccia ho esordito: "Ares!" e quindi è stato scelto quello come nome. Comunque, è con me da domenica e non ha perso occasione di fare la peste (e di farmi mancare il sonno!) con la conclusione che vado a scuola e mi abbiocco sul banco. Comunque ne vale veramente la pena perché riesce a distrarmi, anche se a volte mi isolo nella mia bolla di pensieri. Dato che ad aprile compirò 18 anni, papà me lo intesterà a nome mio e sono veramente su di giri per questo. Comunque, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo. Un abbraccio,

Lady Mars

Vampire SlayerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora