Capitolo 56

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Mi lasciai trasportare dal dolce suono che produceva il suo respiro. Le sue dita fredde come la pietra si muovevano delicatamente sul mio collo, facendolo rabbrividire. Sentivo uno strano formicolio nel basso ventre, provocato sicuramente dai suoi poteri. Era un maestro in quel settore, e nessuno osava metterlo in dubbio. Rex era decisamente molto più abile di Corsius nel mettere a proprio agio. E il motivo era semplice: si nutriva di sentimenti come il sesso. E in quel momento, nulla era più importante. L'aria era intrinseca di feromoni, li si poteva respirare.

La sua pelle si strusciava sulla mia, facendomi sentire al sicuro come non mi succedeva da tanto tempo. Era una sensazione piacevole. Più di quanto mi piaccia ammettere.

Rex iniziò togliendomi la maglietta, per lasciarla cadere sul pavimento sotto di noi. Mi sentivo incapace di porre resistenza. Volevo assolutamente che lui mantenesse il controllo della situazione, e quello era un altro effetto del suo dono.

Dapprima mi baciò il collo, poi scese sempre più giù, arrivando al seno, per poi passare alla pancia e infine al linguine; dove fu costretto a fermarsi per slacciare i pantaloni. Si leccò le labbra eccitato, mentre io lottavo contro me stessa per resistere a tutti i costi. Ma quel potere che si stava prendendo gioco di me mi attanagliava, facendomi sentire una bambina indifesa.

Rex risalì verso il mio viso e con mia grande sorpresa mi baciò. Fu un bacio privo di sentimento, ma comunque piacevole. Era impossibile fare una cosa del genere senza metterci sentimenti. Almeno per me. Per lui, da quanto riuscii a dedurre, invece fu l'esatto contrario. Ci desideravamo a vicenda, e lo sapevamo benissimo entrambi.

Ero rimasta in intimo e non potei aspettare che anche lui finisse di spogliarsi, che mi alzai per strappargli la camicia che aveva indosso. Le mie dita scivolarono sulle sue spalle mentre involontariamente gli graffiavo la pelle. Rex sghignazzò divertito e si leccò le labbra. Mentre lui continuava a fissarmi con gli occhi di ghiaccio, sentii per la prima volta il suo potere. Era diverso dal potere di Corsius, un formicolio elettrico. Il suo era un calore gentile e possente, come un'onda dell'oceano.

Rex si fermò improvvisamente, mi stava sopra, in appoggio sulle braccia, e mi fissava in silenzio.

– Mi stai chiedendo se per me va bene? – chiesi.

– Sì. –

Anche se ci pensai, il suo corpo liscio e poco muscoloso che mi schiacciava sul letto mentre lo accarezzavo permetteva soltanto una risposta affermativa.

– Hai un profilattico? –

Rex scoppiò a ridere, con quel sorriso alla vista del quale, in altre circostanze, mi sarei sciolta. Se io non fossi stata una Cacciatrice e lui non fosse stato un vampiro.

Lo fissai perplessa.

– Non rischi nulla con me, tranquilla. –

Fissandomi con cautela, Rex mi baciò l'interno della coscia. sospirando mi resi conto di aver trattenuto il fiato e allentai un po' la tensione. Anche lui si rilassò. Mi sorrise, mi passò le braccia sotto le ambe, mi afferrò le cosce, abbassò lo sguardo nel baciarmi l'inguine e non appena entrò a malapena con le dita trasalì, come se non lo avesse fatto apposta.

 Mi sorrise, mi passò le braccia sotto le ambe, mi afferrò le cosce, abbassò lo sguardo nel baciarmi l'inguine e non appena entrò a malapena con le dita trasalì, come se non lo avesse fatto apposta

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Il suo sbalordimento mi fece arrossire.

– Vuoi che mi fermi? – mi chiese, fissandomi con i suoi occhi penetranti. La risposta era sì e no.

Mentre Rex mi accarezzava le braccia nude, finii di aprire la cerniera dei suoi pantaloni, chinò la testa su di me senza distogliere gli occhi dal mio volto, sempre in attesa che io parlassi.

Gemetti: – No. –

Mi sorrise e mi sistemò qualche cuscino sotto la testa, poi si chinò a baciarmi, continuando a scendere di nuovo giù tra le mie cosce. All'improvviso tutta la mia attenzione fu assorbita da Rex, il quale, con la testa tra le mie gambe e la bocca come una ventosa, iniziò a succhiare, fissandomi con gli occhi pieni di ferocia, possesso. Non era la sensazione di possedere me, bensì il piacere maschile di sapere che stavo gemendo così per quello che mi faceva, per il piacere che mi procurava. Glielo si leggeva chiaramente negli occhi, mentre succhiava, leccava e mi spingeva oltre il culmine del piacere, a inarcare la schiena e gettare la testa all'indietro sui cuscini. Quando mi afflosciai, inerte, sciolta dal piacere, mi strappò un grido con un'ultima leccata.

– Lo adoro – confessò, con voce più profonda.

Obnubilata dal piacere, con lo sguardo appannato, gli sorrisi di rimando. Lo adoravo anche io, solo che ero troppo stanca per rispondergli.

– Ti voglio dentro di me – esortai, con voce languida per i postumi dell'orgasmo.

Nudo e perfetto, Rex entrava e usciva delicatamente da me sostenendosi sulle braccia. Guardarlo entrare e uscire con la sua pelle pallida e perfetta dal mio corpo mi faceva gridare come in un'anticipazione di orgasmo. Io ero troppo bassa. I capelli gli cadevano sopra una spalla in una massa scura. Alle mie grida facevano eco quelle di Rex, senza intervalli.

Conficcandosi tutto dentro di me con veemenza, mentre ero distratta dai suoi baci sul collo, Rex mi strappò un grido più violento, inducendomi a fissarlo a occhi sgranati. Scrutandomi negli occhi, fece ondeggiare i fianchi sempre più velocemente e affondò sempre più profondamente, ogni volta con una spinta verso l'alto (in modo da strofinare le parti di me che scatenavano l'orgasmo).

La meravigliosa pesantezza tra le cosce mi annunciò l'imminenza del culmine del piacere. Allora lo afferrai per i capelli. Rex perse il ritmo per un attimo, poi mi fissò di nuovo, e in un istante l'orgasmo mi travolse come una calda onda di piacere. Gridai, artigliandogli con le unghie le braccia come per aggrapparmi a qualcosa di solido mentre il mondo esplodeva in un bianco fulgore di piacere in cui il mio corpo si dissolveva. Persi conoscenza, anche se non del tutto.

Non appena riacquistai la percezione, vidi che Rex mi sorrideva. Gli sorrisi di rimando, sfilandogli le unghie dalle carni dei suoi avambracci. Non potei fare a meno di guardarlo con rammarico per come lo avevo ridotto, ma vederlo guarire così in fretta mi fece in parte sentire meglio.

Mi dimenai in un piccolo orgasmo quando Rex si sfilò. Non appena la mia vista tornò limpida, vidi il vampiro carponi sopra di me: mi scrutava senza toccarmi con il viso così bello da mozzare il fiato.

Mi stupii nel vederlo di nuovo grosso, lungo, bello, e sentirlo tra le mie cosce era meraviglioso. Nel gridare di piacere girai la testa e mi sembrò di vedere il viso corrucciato di Corsius che ci fissava con disapprovazione.

Un affondo di Rex mi fece gridare. Girai di nuovo la testa e per un attimo mi vidi come mi vedeva lui: avevo gli occhi sgranati, la bocca dischiusa in una O di sorpresa, una fusione di dolore e piacere sul viso. Poi vidi di nuovo lui, contento e bramoso, con un po' di preoccupazione negli occhi di nuovo azzurri.

Echeggiò la voce di Corsius: – Non pensavo che potessi deludermi così tanto, ma poupée. –

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Creature della notte, ecco a voi il nuovo capitolo. Spero davvero di aver risollevato la monotonia della storia. Fatemelo sapere con un commento, un morso

MarTS :3

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