Capitolo 37

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Hola angioletti,
Scusate la lunghissima attesa, ma non ci crederete ho impiegato 4 giorni a scrivere questo capitolo (e mi direte: 《4 giorni per questa cagata? 》Ebbene sì!) Ahahahah, ma ciancio alle bande, vi lascio al capitolo, sperando di non ricevere parecchi insulti, aspetto una vostra opinione. Un abbraccio,

- Mars :3
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Inutile dire che la festa era un trionfo di morte, non tanto per gli ospiti ma per gli addobbi che vennero scelti per decorare il salone. Ogni minuto che passava mi fece rimpiangere di non essermi data malata, infatti mi passò per la mente l'idea di farmi prendere un capogiro davanti a tutti.

Mi guardai intorno alla ricerca del viso di Corsius, ma non riuscivo a trovarlo. Al contrario gli studenti dell'Accademia sembravano spuntare come funghi. Era inquietante!

Volsi il mio sguardo verso Francy, provando a chiederle aiuto con gli occhi. Per tutta risposta lei mi mise una mano sulla spalla. - Andrà tutto bene, fidati. Tu cerca solo di divertirti - mi disse, andandosi a disperdere in mezzo alla folla. Benché mi persuase a restare calma non ci riuscii, era un'idea assurda. Cercai la mia accompagnatrice in mezzo agli invitati, ma non la trovai. Si era mimetizzata per bene. Mi bloccai di colpo, non riuscendo più a muovere un muscolo. Mi sentivo un'inetta, incapace di agire. C'erano troppe creature soprannaturali in un salone. Avvertivo la necessità di uscire fuori da quella sala.

- Mi scusi - dissi mentre spostavo la gente. - Permesso. - Non riuscivo a respirare. Dovevo assolutamente uscire fuori.

Di colpo, le luci si affievolirono (come se l'illuminazione non fosse già abbastanza scarsa di suo). Dovetti muovermi a tastoni, facendo massima attenzione a dove mettevo i piedi. D'un tratto persi l'equilibrio a causa di uno strascico di un vestito o forse di un tappeto, non ne ero sicura il materiale sembrava identico. Fui costretta ad aggrapparmi alla prima persona/cosa che avevo accanto per cercare di non cadere a così rovinare il vestito. Potrei benissimo dire che ottenni lo stesso risultato perché sentii il rumore della stoffa strapparsi e, qualche secondo dopo, un urlo femminile. Mi affrettai a mettere distanza perché se mi avesse presa sicuramente mi avrebbe scuoiata viva.

Una luce bianca di accese in cima alla scalinata che mi ritrovai difronte e l'applauso generale diede ancora più enfasi all'entrata in scena di Corsius, che scendeva le scale molto lentamente (nemmeno fosse un modello).

- Buonasera, - annunciò ad alta voce, cosicché tutti avessimo potuto sentirlo. - benvenuti al ballo che organizzo ogni anno da quando abbiamo ottenuto i medesimi diritti degli umani. Sono passati ormai più di cento anni da quando hanno smesso di considerarci delle bestie e braccarci come tali, e per codesti privilegi noi questa sera li ringraziamo. - Un applauso generale mi fece capire che il suo pallosissimo discorso era terminato, hallelujah! Non ne potevo più. Iniziarono a passare i camerieri che avevano in mano dei vassoi con sopra del vino (sperai). Ne presi un bicchiere e, come tutti gli altri, lo sollevai in alto. Non condividevo gli stessi ideali dei qui presenti, però non potevo darlo a vedere.

La luce che era stata proiettata sulla scalinata si spense, per lasciare spazio un istante dopo alla depressa illuminazione di quando ero appena arrivata.

L'orchestra, che fino a quel momento avevo completamente ignorato, iniziò a suonare, facendomi intuire che era giunto il momento dell'inizio delle danze. Feci molta attenzione, allora, a non andare al centro della sala per evitare qualsiasi cavaliere senza dama.

Ripresi a camminare cercando di raggiungere le finestre dall'altro capo della sala che intravidi mentre la massa di persone si spostava.

- Potrei avere l'onore di un ballo, madamigella? - sentii domandare proprio vicino a me. Ignorando quella voce, non mi fermai a vedere chi fosse. Sapevo che se mi fossi girata sarebbe stata la fine. Riuscii finalmente a raggiungere una delle finestre e con grande felicità scoprii che dava sul giardino. Mi sentii afferrare per un braccio, successivamente chiamare per nome e girare senza che potessi farci nulla.

- Non è educato ignorare una persona - mi disse una voce mascolina.

Mi ritrovai faccia a faccia al vampiro che avevo incontrato qualche giorno prima fuori dalla classe. Era proprio lui, ne ero più che sicura. Gli stessi occhi rossi e i capelli castani, il viso che sembra stato direttamente scolpito da un artista rinascimentale.

- Ciao - disse, accennando un sorriso. - È bello rivederti. -

Non sapevo con precisione cosa dire, e di certo non sapevo controllare le parole che mi uscirono dalla bocca facendomi passare per una demente disagiata mentale. - Sì, be' certo. -

- Ti ho forse turbata? - mi domandò in tono carezzevole.

- Abbastanza - esclamai.

Il vampiro parve turbato. - Non era mia intenzione, posso farmi perdonare in qualche modo? - Continuai a guardarlo negli occhi, senza spiccicare parola per un bel po'. Abbassai lo sguardo e scoprii che mi aveva porto la mano. Senza pensarci la presi, guidandolo verso l'uscita della portafinestra che dava sul giardino. L'atmosfera che c'era nel salone era troppo opprimente. Quando misi finalmente piede fuori, respirai a pieni polmoni la fredda aria invernale. Era magnifica, e fino ad allora non l'avevo mai apprezzata così tanto.

Mi sentivo come un prigioniero che dopo anni rinchiuso era riuscito ad assaporare nuovamente la tanto agognata libertà.

- Va meglio adesso? - mi domandò, cingendomi la spalla per attirarmi a sé. Sollevai la testa per guardarlo, era avvolto da un'aura di mistero. E le persone misteriose le trovo abbastanza intriganti, ma il mistero porta con sé dei pericoli, quindi la gente tende a starne alla larga. Sembrava uno straniero proveniente da una terra lontana, forse aveva origini europee.

- Meglio, grazie dell'interessamento - gli risposi, poggiandomi alle mura. Non andava bene, non andava bene per niente. C'era qualcosa di strano che non mi faceva stare tranquilla, diamine!

Si avvicinò improvvisamente a me e passò le dita sulle ciocche di capelli che mi ricadevamo sul viso. - Non mi devi ringraziare. Lo faccio con piacere oltre che per obbligo - constatò.

Il suo sorriso si fece più amaro.

- Non mi piacciono le persone che fanno azioni dettate da altrui volontà - esclamai, non curandomi se quello che avevo appena detto avesse potuto ferirlo. - E comunque, non conosco ancora il tuo nome, perciò come posso fidarmi di te? -

Passandomi una mano su un braccio, il misterioso vampiro mi fece trasalire. Così mi accorsi di averlo fissato troppo a lungo.

- Davvero sei interessata al mio nome? - chiese, sorpreso.

Ci pensai un po' prima di rispondere. - Non ne sono sicura. Forse sì, insomma tu non vorresti sapere il nome della persona con la quale stai avendo la conversazione? -

- Non ne ho bisogno, perché conosco già il tuo nome di Battesimo, Devee Nancy Hamilton. - Sentirgli pronunciare il mio nome completo fu una vera e propria sorpresa. Nessuno mi aveva mai chiamata con il mio nome completo, forse solo mia madre quelle rare volte che l'avevo fatta arrabbiare. Dopo la sua morte nessun altro si permise di chiamarmi Devee Nancy Hamilton, perché io stessa lo proibii agli altri. Era diventato un tabù che in mia presenza non doveva essere nominato, come la morte dei miei genitori.

Perciò, quando sentii quest'arrogante ragazzo dire il mio nome completo con tanta superficialità, mi ribollì il sangue nelle vene. Come osava essere così insolente? Prendendo piena coscienza di me stessa, lo allontanai via da me, facendolo così indietreggiare di qualche passo.
- Ti ho forse offesa? - mi domandò, avvicinandosi a piccoli passi.
Annuii, scrutando il viso. Mi faceva troppo male ricordare.
Lui mi abbracciò e mi attirò a sé, facendomi diventare il viso rosso per l'imbarazzo.
- Mi chiamo Rex - mormorò. Corrugai la fronte, perché non mi aspettavo che mi dicesse il suo nome.
- Potrai mai perdonarmi per averti offesa? - chiese, tenendomi per le braccia come se temesse che cadessi.
Abbozzai un sorriso. - D'accordo - dissi, con voce rauca.
Gli cinsi i fianchi con le braccia, aspettando che accadesse qualcosa che mi avrebbe fatto sfuggire dalla realtà.

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Ammettetelo, avete fangirlato per tutto il tempo, eh? Che ve ne pare? Ora voglio come minimo che tutti commentino il capitolo, perché credo di essermi superata in quanto addentramento della storia. Spero di essere riuscita a farci staccare per qualche minuto della quoditianità. Un abbraccio,

Lady Mars :3 ➰

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