Capitolo 54

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Mi scuso già in anticipo per il ritardo, ma eccomi tornata con un nuovo capitolo. Spero vi piaccia.

MarTS :3

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Il fatto che i proprietari del villino avevano deciso di tornare a casa dieci minuti prima che Rex fosse stato costretto ad addormentarsi, mi aveva fatto storcere il naso. Non fu molto gentile da parte loro, soprattutto perché sembrava essere loro intenzione lasciarmi senza protezione, non che ne avessi bisogno, sia chiaro; ma due mani in più fanno sempre comodo. Ma per mia fortuna, non era quella la loro intenzione. I due vampiri, come riuscii a capire a prima vista, appartenevano alla stessa linea di sangue di Corsius e la mia domanda, allora fu più che legittima: - Perché vi siete offerte di aiutarci? -

La vampira, dal viso paffutello, che scoprii chiamarsi Giusy, rispose secca: - Non tutti sono grati di aver ottenuto l'immortalità. -
- E poi noi non dobbiamo niente a quel vampiro - continuò la sua compagna, Margaret, con disprezzo. Entrambe erano di statura medio-alta e a giudicare dalle loro espressioni, erano su questa terra da più di due secoli, quindi erano abbastanza anziane da poter controllare a loro piacimento l'alimentazione. Eppure scoprii che non era così. Ogni linea di sangue aveva i suoi vantaggi, ergo possedeva anche svantaggi, proprio come una lama a doppio taglio. Se Corsius aveva il dono di poter camminare alla luce del sole, era costretto, però, a nutrirsi molto più spesso di un membro della stirpe di Eve o Bibiana, che invece quando lo facevano era per puro bisogno. La prima era costretta a nutrirsi di morte, la seconda di sesso come se fosse stato sangue. Certo, non era la stessa cosa ma per sopravvivere bisogna fare questo ed altro.

Quando Rex si destò, a trovarlo sveglia non fui certo io, ma le due vampire che appartenevano alla stirpe del vampiro che mi voleva a tutti i costi far diventare sua serva umana, Corsius. Non mi sentivo tranquilla a sapere che a farmi da guardia mentre riposavo c'erano Giusy e Margaret, ma che Rex era lì con loro senza ombra di dubbio. Dopotutto, iniziavo a fidarmi di quel vampiro. Mi addormentai con la consapevolezza che avrei potuto pure non risvegliarmi più. Infondo, non era esattamente quello che mi dovevo aspettare nel condurre una vita come questa? Oggi sono viva, domani chi può assicurarmelo... è la vita di chi ha scelto di cacciare le tenebre.

Essere la figlia di due martiri tra i Cacciatori non è niente se paragonato all'essere il creatore di una stirpe che può essere in grado di camminare alla luce del sole. E questo Corsius lo sapeva molto bene. Ma ciò che lo rende la leggenda che è, non era solo per quello né per aver massacrato i miei genitori davanti ai miei occhi. No. Negli ultimi mesi giravano voci secondo le quali era riuscito ad addomesticare l'ultima discendente degli Hamilton, ossia me. Questa notizia colpì Rex più di me. Sapevamo benissimo entrambi che lui gli aveva proibito di completare l'ultimo Marchio per farmi diventare la sua serva umana. Raccontare bugie non era da Corsius, allora perché farlo? Cosa voleva ottenere? La mia attenzione? Be', c'era riuscito. Ma se pensava che sarei uscita allo scoperto, si sbagliava di grosso.

Ecco perché non mi sorpresi nemmeno un po' quando, durante il sonno, mi venne a far visita. Me lo aspettavo. Vestito di tutto punto, con un'elegantissima veste da notte in pizzo nero, era sdraiato su un letto dalle lenzuola di apparente seta scarlatta. Avrei sfidato qualsiasi uomo a stare in quella posa e non risultare ridicolo. Tra le mani teneva un calice di vino. A me piacque pensare che fosse vino e non altro, come sangue. Sapevo che era tutta opera sua, la camera da letto e tutto il resto, ma non potevo fare a meno di incolpare il mio subconscio di non essersi difeso abbastanza.

Ma poupée, ma che piacevole sorpresa! – esclamò, nel suo solito tono seducente. Mi mise i brividi, ma non glielo diedi a vedere.

– Ma è mai possibile che non mi lasci in pace neanche quando dormo? Cristo, sei inquietante – borbottai, a denti stretti.

Il vampiro si alzò dall'illusione del letto e venne verso di me con fare minatorio. – Ho provato a contattarti per tutto questo tempo, ma tu mi respingevi. Non avresti dovuto farlo, ma poupée. Sei stata une fille davvero mauvais. –

Aggrottai le sopracciglia. – Guarda, quanto mi dispiace! –

Corsius mi sollevò la testa, costringendomi a guardarlo dritto negli occhi. Non bisogna mai guardare un vampiro negli occhi, è la regola. Se lo fai, verrai catturata dai loro occhi rosso sangue. Le parole di mia madre mi risuonavano nella mente, in quella camera da letto. Per la prima volta, dopo tanti anni, sognai mia madre. Comparve improvvisamente in quel sogno, i capelli raccolti nella sua solita coda di cavallo biondo platino. Non diceva nulla, si limitava solo a fissarmi in silenzio. Non ero sicura che Corsius potesse vederla, fino a quando non lasciò me per donare le sue attenzioni a lei. La circondò con le sue possenti braccia ed estrasse i canini.

– Ricordo ancora il sapore del suo sangue, dolce proprio come il tuo. Ricordo ancora le sue ultime parole poco prima di prendere la sua vita. – Corsius ghignò, divertito da quella scenetta raccapricciante. A me dava solo la nausea, e un dolore allucinante al centro del petto. Ma questo non era necessario che lo sapesse.

Continuai a sorreggere lo sguardo, non volevo perdere il vantaggio che avevo conquistato. Non potevo permettermelo. – Basta – gli ordinai. In realtà era una supplica. Non volevo che mi dicesse i dettagli su come avesse ucciso mia madre, mi avrebbe fatto troppo male.

– Mi disse: ti prego, ti supplico, non uccidere mia figlia. Fu una scena davvero strappalacrime, se ci ripenso. Ma tu eri solo una bambina e allora non potevi capire in cosa ti stavi cacciando, vero Devee? Sebbene morivo dalla voglia di assaggiare il tuo sangue, mi dovetti trattenere. Perché l'attesa avrebbe reso il momento ancora più magico, non sei d'accordo con me? –

– Vai all'inferno – dissi a denti stretti. Avevo un groppo alla gola che faticavo a mandare giù. Ero sull'orlo delle lacrime, ma per orgoglio non volevo che lui mi vedesse piangere. Nemmeno in sogno. L'unica soluzione era svegliarmi, ma per qualche strano motivo non ci riuscivo. Ero intrappolata nel mio stesso sogno, e il mio peggiore incubo era un vampiro con indosso la vestaglia.

Era un incubo con i controfiocchi, dovevo concederglielo.

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