Capitolo 57

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L'imbarazzo che provavo in quel momento era indescrivibile. Sentivo il mio viso andare a fuoco, era come se avessi disobbedito ad una regola importante. Il vampiro che aveva causato la morte dei miei genitori era proprio davanti a me e si stava godendo la scena con un'espressione di bonaria rassegnazione. Io volevo scavarmi una fossa nella stanza, ma optai per nascondermi sotto le coperte; non tanto per la vergogna quanto per il freddo che iniziavo a sentire. Ero sudata e se avessi preso freddo probabilmente mi sarei ammalata. Rex si staccò da me e in men che non si dica si infilò i pantaloni, rimanendo a petto nudo, mentre Corsius si gustava la scena a braccia conserte.

– Che cosa ci fai qui? – bofonchiai, assicurandomi di tenere ben saldata la mano sulla coperta per coprirmi il seno. Per tutta risposta, Corsius piroettò verso di me e senza che potessi impedirlo me lo ritrovai seduto in grembo.

– Sono qui per reclamare ciò che mi appartiene – sibilò a denti stretti, alzandomi il mento con la punta delle dita, quindi mi costrinse a guardarlo nei suoi occhi scarlatti. Non sapevo che fare. Non sapevo cosa dire. Sperai in un intervento di Rex e quando arrivò, mi sentii sollevata dall'incarico.

– Ci hai interrotti, Corsius. Potrei ucciderti per questo. – Il tono del vampiro che ero portata a letto risultava più rude rispetto a quello che avevo conosciuto nei giorni precedenti, perfino più duro di quando stavamo facendo sesso. I suoi occhi di ghiaccio brillavano di una luce quasi mostruosa. Si era nutrito abbastanza e aveva avuto abbastanza tempo per infliggermi i suoi marchi. La rabbia che provava in quel momento sostituiva l'ossigeno nella stanza e quasi non soffocavo.

Il vampiro dagli occhi rossi rise di gusto. – Già, ma non lo farai. Non puoi. Non sei abbastanza forte. – Quel suo tono strafottente non fece incazzare solo me (che mi ritrovavo a dover assistere allo sminuimento del mio amante), ma anche il diretto interessato, il quale dovette attingere a tutta la sua pazienza per non staccare la testa al vampiro più antico sulla terra.

– Se vuoi morire dillo, sarò ben onorata di ficcarti un paletto in mezzo al cuore – ringhiai, digrignando i denti. La sua insolenza mi dava sui nervi.

Inaspettabilmente, Corsius mi accarezzò una guancia per poi sussurrarmi: – Perché ti sento così lontana, nonostante tu mi sia così vicina? – Sembrava sinceramente preoccupato e... triste. Per la prima volta vedevo un Corsius diverso da come lo conoscevo. Era un vampiro a cui gli era stato sottratto un suo tesoro. Non ero più la sua serva umana, appartenevo a Rex. Ed ero sicura che lui mi avrebbe trattato molto meglio. Però, nonostante tutto quello che mi aveva fatto passare, quasi mi dispiaceva per lui. Una parte di me ha sempre sperato in una sua redenzione.

Rex accenna un sorriso compiaciuto, vittorioso che Corsius non può fare a meno di notare; quindi si alza di scatto e lo sbatte contro la parete più vicina a lui, sguainando le zanne. – Ti sei appropriato di qualcosa che non ti appartiene, adesso ne pagherai le conseguenze! – gridò Corsius, stringendo la presa sul suo collo. Rex sembrò non sentire il minimo dolore, anzi con una semplicemente disarmante costrinse Corsius ad allentare la presa per allontanarla del tutto da lui. – Come puoi essere così forte? Non dovresti possedere tutta questa forza – Corsius sembrava sorpreso più del solito.

– Mi sono nutrito abbastanza della tua Cacciatrice – confessò il vampiro. Questa sua risposta così presuntuosa mi fece inorridire un po'. Non mi sentivo più Devee Hamilton, ma un'oggetto. Un portachiavi che non deve essere troppo sfarzoso perché altrimenti potrebbe essere rubato. Forse è meglio se dicessi sacca di sangue ambulante, però nessuno si nutriva regolarmente dal mio collo, perciò penso che portachiavi attira vampiri vada abbastanza bene. Che poi, mi piacerebbe tanto sapere cosa vogliano dalla mia vita.

Corsius allentò la presa, arrendendosi completamente a lui. Era la prima volta che vedevo Corsius completamente inerme. Sembrava un cucciolo indifeso. – E così hai scelto lui, ma poupée – esortò.

Lo guardai di sottecchi. – Io non ho scelto nessuno. La mia scelta è stata dovuta in conseguenza alle tue continue apparizioni nei miei sogni, per potermi liberare una volta per tutte della tua presenza, e se pensi che questo non sia abbastanza, allora sì ho scelto lui. Perché Rex non mi ha costretta a fare niente che non volessi, ho scelto io di concedermi a lui. –

Il vampiro dagli occhi rossi non si azzardò minimamente ad aprire bocca, però il suo sguardo parlava chiaramente. Era deluso da me. Non capivo cosa si aspettava, che gli rimanessi fedele come un cagnolino? Be', notizia dell'ultima ora, non ero la sua schiava e non gli dovevo nulla. Semmai era lui che mi doveva la sua vita. Ero io che possedevo il privilegio di mettere fine alla sua blasfema esistenza, e nessun altro. Se Corsius respirava ancora era solo per un mio volere e nient'altro. – Vogliamo andare? – mi domandò Rex, affiancandomi.

– Sì. L'aria si sta facendo viziata – risposi semplicemente, continuando a guardare Corsius negli occhi.

Scesi dal letto e recuperaivelocemente i miei vestiti, mentre i due vampiri uscivano dalla stanzachiudendo la porta dietro di loro. Mi lasciai cadere un ultima volta sul letto,esausta come non mai. Affrontare un litigio subito dopo aver fatto sesso non èproprio il massimo. Andai in bagno che indossavo solo l'intimo e mi diedi unasciacquata veloce, quindi mi vestii e pettinai i miei capelli scompigliati perl'attività fisica e li raccolsi un cipollotto più o meno ordinato. Non miandava affatto di uscire fuori da quelle quattro mura e affrontare i duevampiri, ma non avevo altra scelta. Cosi mi sforzai con tutta me stessa per cercare di racimolare un po' di coraggio e pazienza, soprattutto, per scontrarmi con Corsius; perché sicura come la morte, mi ci sarei nuovamente scontrata.

Quando uscii dalla stanza per andare in salotto mi accorsi che la casa era deserta. Erano sparite persino le due vampire che ci avevano ospitato. Mi guardai intorno, alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti e trovai solamente delle barrette ai cereali. Anche se non ne andavo particolarmente matta ne mangiai lo stesso un paio, giusto per non restare a stomaco vuoto. Soprattutto perché non avevo la più pallida idea di quando avrei mangiato. Con i vampiri non si sa mai. Quando andai ad aprire porta per uscire fuori a fumarmi una sigaretta, trovai davanti a me Rex affiancato da Corsius. Entrambi erano sporchi di sangue.

– Che cosa è successo? – domandai, confusa.

– Dobbiamo andarcene da qui – dichiarò Rex, entrando in casa a prendere le nostre borse. Entrambi sembravano più agitati di prima.

– Potreste spiegarmi il motivo? – sbottai, fronteggiandoli.

Ma poupée, i Van Helsing hanno ucciso Margaret e Giusy – m'informò Corsius, tranquillo come sempre. Al che, sgranai gli occhi.

– Che cosa?! Chi le ha uccise? –

– Non ne siamo sicuri, ma molto probabilmente sono stati i Cacciatori. Le abbiamo trovate decapitate e con un paletto nel cuore. –

Non era possibile che mi avessero trovata, insomma, siamo stati attenti sia io che Rex. Se era vero che i Cacciatori stavano arrivando, avremmo fatto bene a sparire prima di essere trovati.

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