Capitolo 45

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Quando riaprii gli occhi non avevo solo un bernoccolo sulle tempia, ma anche il sangue che scendeva dalla palpebra, probabilmente (perché quando mi toccai l'occhio era coperto di sangue). Inizialmente mi venne da urlare e fare una scenata isterica, ma decisi che di darmi una calmata, anche perché urlare non sarebbe servito a niente. Almeno non quando si ha un potenziale trauma cranico.
Misi a fuoco la situazione per inquadrarla al meglio: l'autista aveva la faccia spiaccicata sull'airbag, ma tutto sommato sembrava non avesse alcun problema. Per esserne sicura allungai una mano per sentirgli la gola. Mi rilassai quando constatai che respirava ancora, almeno non avevo un morto in più sulla coscienza.

Bryan. Cosa era successo, invece, a Bryan? Girai la testa di scatto e guardai nella sua direzione.

Menomale!

Anche se svenuto, era sembrava stare bene. Gli scossi il braccio per svegliarlo.  - Bryan. Bryan, svegliati. - Niente, non dava nessun segno. Dovevo chiamare un'ambulanza, assolutamente. Cercai il cellulare di Bryan all'interno del taschino della sua giacca e digitai velocemente il 911.
- Nove uno uno, qual è l'emergenza? - mi rispose una voce femminile, completamente priva di emozioni.
Le spiegai velocemente quello che era successo e dove mi trovavo, aggiungendo che avrebbe dovuto mandare un'ambulanza al più presto; non tanto per me ma per gli altri due che sembravano essere messi peggio.

L'ambulanza arrivò con un paio di pattuglie della polizia. Un infermiera mi aiutò a scendere dalla vettura e mi fece sedere con le gambe penzolanti sul vano sanitario, obbligandomi ad indossare la mascherina con l'ossigeno. Poco dopo, tirarono fuori anche Bryan e l'autista che sdraiano sulle barelle. Anche a loro vennero messe le maschere con l'ossigeno, solo che a differenza mia non fecero i capricci per toglierle.
Un poliziotto con in mano una penna e un taccuino si avvicinò a me. - Come ti chiami? -

- Cacciatrice Devee Hamilton, agente. -

- Che cosa ci facevate a quest'ora tarda della notte per strada? - mi domandò, guardingo.

- Stavamo andando alla magione dei Cacciatori. Ho ricevuto una chiamata urgente e siamo dovuti correre via. -

- Casa tua dista molto da qui? -

- Abbastanza da doverla raggiungere in una giornata di macchina. Stavo alla Night Academy, frequento i corsi lì. -
Mentre parlavo, l'agente teneva lo sguardo fisso sul taccuino e prendeva appunti.

- Età dei passeggeri? -

- Il ragazzo ha diciannove anni, il conducente non ne ho idea perché non lo conosco nemmeno. -

Il poliziotto alzò lo sguardo per squadrarmi. - E tu? -

- Diciassette - risposi semplicemente.

- Non sei un po' troppo piccola per far parte dei Cacciatori? -

- Agente, non credo che questi siano affari suoi, giusto? Le basti solo sapere che ho tutte le carte in regola per svolgere le indagini di qualsiasi tipo. - Mi infastidiva ogni persona che mi reputa troppo piccola per il mio lavoro. Ma che cavolo! La mia famiglia è una delle più famose tra gli Stati Uniti, sono Cacciatori rispettabili da decenni oramai.

L'agente, infastidito, chiuse il taccuino e lo ripose nella tasca della cintura insieme alla penna. - Bene, abbiamo finito. -

- Hallelujah! -

L'uomo, di circa trentacinque anni, mi fulminò con quegli occhi marroni che usava per invitare timore ai ragazzini che si divertivano a vandalizzare i quartieri ricchi. Peccato che con me non funzionava l'incantesimo, ero abituata a molto peggio ed era uno sciocco a pensare che mi sarei lasciata trattare come una mocciosa qualunque. Ho una reputazione da mantenere, Santo Cielo!
Quando vidi che stavano caricando sull'ambulanza Bryan e l'autista, mi allontanai dal poliziotto per raggiungere il mio amico. Senza esitazioni, mi fecero salire anche a me e ci dirigemmo verso l'ospedale più vicino.

Quando Bryan riprese conoscenza erano passate ormai tre ore dal nostro arrivo al pronto soccorso. Mi ero permessa di far rintracciare dai poliziotti il numero dei suoi genitori, così da avvertire la il gruppo di Cacciatori che avremmo raggiunto non appena Bryan si sarebbe rimesso. Le sue condizioni non erano così gravi come pensavamo, i medici mi informarono che aveva avuto solo un leggero trauma cranico, ma che le condizioni non erano così critiche come pensavano quando era arrivato lì.

La stessa cosa non era successa al conducente, che scoprii chiamarsi Wallas James, quarantacinquenne e padre di due gemelli. I medici decisero di obbligarlo al coma forzato perché le sue condizioni erano disastrose. Ba', devo ancora capire come diamine agiscono questi pazzi. Comunque, passate le ventiquattro ore, Bryan riuscì a farsi dimettere e alla nostra uscita dall'ospedale trovammo un auto con a bordo la madre di Bryan.

Salimmo a bordo e la donna non perse tempo a tempestarci di domande riguardanti l'incidente della notte prima. - Ho preso il primo volo da Dallas per arrivare qui. Purtroppo c'è stata una tempesta di neve e i voli li avevano tutti posticipati. ­- Vanessa Owen era una donna di media statura, poco più alta di me. Portava i capelli corti fino al collo che non esitava un istante a legarseli con un fermaglio, con il risultato che alcuni ciuffi più corti le sfuggivano, facendole assumere quell'aria da spaventapasseri.

- Grazie mamma, ma non c'era bisogno che venissi fin qui. Quando ci siamo sentiti ti avevo rassicurata dicendoti che non era niente di grave. -

Bryan era fortunato ad avere un genitore che si preoccupava ancora per lui, ed era triste che non riuscisse a capirlo. Io avrei dato la mia vita per riavere al mio fianco i miei.

Vanessa si voltò a guardare me. - E tu, cara, come stai? -

La guardai perplessa per un secondo o forse poco più,prima di rispondere alla sua domanda. - Io sto benone, Vanessa. Grazie per l'interessamento. - Forse a qualcuno importava ancora di me, dopotutto.

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Angioletti!

Eccomi finalmente tornata con questo nuovo capitolo che ho appena finito di scrivere. Spero che vi sia piaciuto, perché altrimenti... Avada kedavra!
È passata un'eternità da quando avevo aggiornato, lo so molto bene e mi rincresce. Quindi, per farmi perdonare ho deciso di iniziare una serie di FAQ. Come funziona? Voi ad ogni capitolo (partendo da questo) mi scrivete delle domande e ad inizio del nuovo risponderò a minimo cinque domande, sorseggiando tra quelle che ricevo. Le potete pure fare sul mio profilo privato, basta che mi scriviate a quale storia vi riferiate (perché lo sto facendo anche con LE CRONACHE DI LAFYEN - IL TRADIMENTO)
#VampireSlayer
#LECRONACHEDILAFYEN
Un abbraccio,

Marts :3

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