Capitolo 47

2.4K 165 39
                                    

Lo squadrai dalla testa ai piedi, cercando con tutte le mie forze di reggere il confronto di dominanza, che in cuor mio sapevo benissimo di non poter reggere. Tra di noi c'erano molti anni di differenza, io non ero un vampiro, per giunta, ma solo una Cacciatrice che si stava riprendendo da un incidente, per giunta.

Corsius entrò completamente nella mia camera da letto, venendomi a fronteggiare con quell'aria imponente. Era strano. L'aurea che emanava non sembrava così negativa come le altre volte.

Poi, improvvisamente si accasciò ai miei piedi e mi abbracciò la vita. Il mio cuore iniziò a rallentare i battiti, ma ero comunque stupita dal suo comportamento anomalo. Che cosa gli stava succedendo?

- Per un momento avevo temuto che ti fosse successo qualcosa - esordì, rilassandosi. - Non avrei sopportato che ti fosse successo qualcosa. –

- Non mi è successo niente. Bryan è rimasto ferito più di me, comunque - gli risposi, diventando paonazza. Sapevo che non gliene importava poi così tanto di Bryan e mi aspettavo che mi rispondesse con un 《non me ne importa nulla di lui》.

- Adesso come sta? - mi domandò. Sembrava sinceramente preoccupato. Rimasi un tantino spaesata, dovevo rispondere veramente a questa domanda o mi stava semplicemente prendendo in giro?

- S-sta meglio. - Abbassai la testa e tutto ciò che vidi fu un ammasso di capelli neri che si schiantavano contro il mio addome nudo. Dovevo sentirmi in imbarazzo, eppure non era così. La nudità non mi disturbava affatto. - Potresti alzarti adesso? Inizio a sentire freddo. –

Il vampiro alzò lo sguardo, sentendosi un poco in imbarazzo (per quanto un morto possa provare sentimenti del genere), si alzò in piedi e andò ad avvicinarsi all'armadio. - Scusami, ho perso il controllo non appena ti ho vista -mi spiegò, mettendosi a frugare tra i miei vestiti.

- Si può sapere che cosa stai facendo? - Lo raggiunsi e preso la prima maglietta che mi capitò a tiro, la indossai. Richiusi violentemente gli sportelli e mi piazza i davanti a lui, guardandolo negli occhi.

- Non è evidente? Voglio che tu venga con me, ma poupée.

- Forse i miei segnali non sono stati così chiari, dopotutto. Sono scappata a gambe levate da quel posto, davvero non hai pensato che potesse non piacermi? - Ero basita dalla sua ingenuità.

- Abbiamo un patto, o l'hai dimenticato? –

Scossi la testa. - Avevamo un patto. Hai ucciso il mio Maestro, tutto salta. –

Corsius sgranò gli occhi. - Quindi lo sai... –

- Per quanto ancora credevi di potermelo tenere nascosto? - urlai. Ero in preda alla rabbia, al contrario di lui che sembrava sinceramente dispiaciuto e pentito delle sue azioni.

Corsius si mise sulla difensiva. - La colpa è stata tua. Se tu non ti fossi ribellata a me, l'avrei lasciato vivere! –

- Adesso sarebbe mia la colpa? Ma ti rendi conto che si tratta della vita di una persona e non un oggetto? - andai sotto.

Mi portai le mani sui fianchi e iniziai a muovermi avanti e indietro.

- Per me siete solo oggetti, sacche di sangue con gambe e braccia in attesa di essere prosciugate! - ringhiò, mostrando i suoi canoni affilati. Indietreggiai impaurita, arrivando a toccare la sbarra del letto. Era la fine, me lo sentivo. Si era rivelato per quello che era in realtà: un mostro.

Mentre il vampiro si fece sempre più vicino, pronto per scagliarsi sopra di me, mi spostai ed iniziai a correre verso il corridoio.
In un batter d'occhio me lo ritrovai davanti a me e allora non potei fare a meno di lanciare un grido di paura (come quando ti fanno prendere uno spavento, ma mortale).

Corsius mi stava lentamente uccidendo. L'istinto della caccia si era risvegliato ancora più spietato che mai. Era una bestia. Corsi dalla parte opposta, sperando di farmi sentire da qualcuno degli abitanti della villa. - Bryan! Bryan! - urlai a squarciagola.

Il paesaggio intorno a me era confuso, non riuscivo a distinguere nulla di quella casa; notai a malapena da che parte stavo andando, figuriamoci.

Scesi velocemente le scale, riuscendo perfino a prendere una storta, così fui costretta a farmi gli scalini restanti zoppicando. Quando, mi sentii sollevare per i fianchi e la stanza intorno a me girare velocemente. Alzai lo sguardo e vidi il vampiro che conobbi al ballo di Corsius, Rex. I suoi capelli castani, i lineamenti quasi angelici, fecero accendere dentro di me una piccola torcia di speranza. Quando i nostri sguardi si incrociarono, entrambi non potemmo fare a meno di sorridere. Ero felice tanto quanto lui che fosse lì. Era l'eguale di un angelo custode... un vamp custode, tanto per rimanere in tema.
Mi fece scendere, per tornare a terra, finalmente. Corsius, con i suoi occhi rossi che sembravano spiritati, si bloccò nel vedere che al mio fianco vi era proprio Rex.

- Che cosa ci fai tu qui? - gli domandò, mostrando ancora i suoi canini affilati.

- Sono qui per proteggerla e tenerla lontano da te, Corsius. Non ti lascerò farle del male. –

- Questi non sono affari tuoi, Rex. Lei è la mia serva umana, mi appartiene per l'eternità. –

Rex mostrò un ghigno, prima di lanciarmi un'occhiata compiaciuta. - A questo possiamo rimediare, non credi? - Senza che me ne potessi accorgere, Rex si posizionò alle mie spalle e con un sol gesto conficcò i suoi canini dentro la mia carne.

- No! - urlò Corsius, in preda alla rabbia e alla disperazione.

Sentii un'energia penetrarmi dentro le vene, scorrere in ogni fibra del mio corpo. Poi Rex si staccò, mostrando le sue labbra sporche del mio sangue. Non era poi così diverso dal vampiro che avevo difronte e che voleva uccidermi. A differenza di Corsius, lui mi aveva dato la speranza di potermi fidare. Era ben peggiore come tradimento.

- Dì addio al tuo Master, piccolina. Adesso appartieni a me - mi sussurrò all'orecchio.

I miei occhi non videro più nulla, sentii il mio corpo fluttuare e una voce che conoscevo abbastanza bene chiamarmi per nome, affiancato da un 《ma poupée.

Vampire SlayerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora