Capitolo 50

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Per tutto quel tempo lo credevo morto e, invece, ecco che mi ritrovai ad avere torto un'altra volta.

- E così non sei morto... - biascicai, vergognandomi un po' delle mie parole. Insomma, era come se mi dispiacesse che fosse vivo, avrei dovuto gioire.

Bartholomew abbozzò un sorriso che gli rese ancora più rugoso il viso, aggiungendogli anni che ancora non aveva. – Vedo che il vizio di dire cose spropositate non ti è andato via – mi fece notare.

- Per niente – ribattei con fierezza. L'uomo sembrò divertirsi molto, l'esatto contrario di me. Infastidita, mi resi conto che però non potevo dimostrarlo, così mi sedetti su una sedia. Mi guardai intorno incuriosita, cercando di memorizzare più dettagli possibili. – Sembra un museo – pensai ad alta voce. Mi accorsi troppo tardi che tutti i presenti si erano voltati a guardarmi.

- Ma questa ragazzina da dove è venuta? – chiese, usando un tono palesemente ironico, una giovane donna accanto al Maestro. Bartholomew, per tutta risposta, le diede uno schiaffo con la mano rovesciata, costringendola ad abbassare lo sguardo. Solo quando lo rialzò potemmo tutti quanti vedere che il labbro era spaccato e perdeva sangue.

- Sei impazzito, per caso? – gli urlai, affiancando la donna per andare a vedere quello che aveva.

- Non ti intromettere, ragazzina – m'intimò un uomo di circa quarant'anni, alto e possente quasi come una bestia delle foreste. Io gli andai sotto e per tutta risposta dissi: – Ecco cosa faremo, tu inizierai a farti i cazzi tuoi, mentre io passerò sopra alla tua stupidaggine. –

Questi, anziché ascoltare il mio consiglio, come avrebbe fatto un essere di intelligenza superiore, strinse velocemente la mano intorno al mio collo ed iniziò a premere sempre di più la presa. Quello che non sapeva quel povero demente era di aver davanti una ragazzina che portava in circolo il sangue di due grandi vampiri. Lasciai fluire tutto il potere datomi dal loro sangue nelle mie vene, sentendo la potenza che avevo deciso di rinnegare, ma indispensabile per sopravvivere. Ne avevo bisogno. Fino a quando, davanti ad una trentina di Cacciatori – forse quelli più famosi nel territorio Statunitense -, strinsi il polso dell'uomo orso e glielo ruppi, costringendolo a lasciare la presa, tra le grida strazianti e sguardi increduli.

- Ti avevo detto di non comportarti da ebete – lo sbeffeggiai, sorridendo di rimando.

Alcuni dei Cacciatori presenti nella sala iniziarono a parlottare tra loro, facendomi dedurre che mi consideravano un problema. Certo, chi voleva una Cacciatrice che aveva impressi ben due marchi di due diversi vampiri? Non potevo certo biasimarli, infatti non lo feci.

Bartholomew, con l'aiuto di mio zio, richiamò il silenzio. – Adesso basta! È una di noi – disse quest'ultimo.

Un ragazzo, di circa ventun anni si fece avanti. – Come potete fidarvi di lei? L'abbiamo vista tutti, è arrivata con un vampiro. –

Lo squadrai a fondo, cercando di memorizzare ogni singolo dettaglio. – Senti, razza di imbecille, quel vampiro mi ha salvato la vita! –

- Ma hai sempre il suo marchio, sei la sua serva umana – ribatté, aspro. Una ciocca di capelli castani gli cadde davanti gli occhi e nel momento stesso che se la spostò i muscoli del braccio si misero ancora più in evidenza sotto quella maglietta nera.

- Un marchio non fa di me una serva umana, emerito idiota - sbottai, conquistando con questa battuta alcuni dei presenti.

Sentii la presenza di mio cugino Mitch dietro di me, e ne ebbi subito dopo la conferma quando poggiò una mano sulla mia spalla, sussurrandomi: - Non ti preoccupare, ci sono io qui con te. – Perfetto, se ci fosse stato come quando stavamo nella Night Academy, allora eravamo a cavallo! Ma chi voleva prendere in giro, era il primo a mettersi in pericolo.
Mi girai per guardarlo con espressione corrucciata. – È meglio che tu non faccia niente, altrimenti ti farai la bua e mammina poi si arrabbierà – esortai, perculandolo. I presenti in sala si misero a ridacchiare, tutti tranne i miei zii e la mia vittima.
– Devee, stai un tantino esagerando – m'informò il Maestro.
– Be', questo sarebbe un bel problema. Ma dato che non mi interessa ve la sbrigherete senza di me. – Ero veramente stanca di essere alla loro mercè, il mio carattere negli ultimi anni è peggiorato disastrosamente. Dovevo assolutamente andarmene di lì, cercare Rex in primis e poi lasciare finalmente quella dannata reggia; perché, se non me ne fossi andata immediatamente, avrei finito per uccidere qualcuno.
Feci per andare verso l'uscita quando a metà strada venni fermata dalla voce di Bartholomew. – Ehi, dove credi di andare ragazzina? –
Mi abbassai e terra per prendere il pugnale che tenevo sempre dentro i miei stivali e velocemente mi girai per tirarlo contro l'uomo, ferendolo, purtroppo, solo di striscio al braccio. – Chiamami un'altra volta ragazzina e il prossimo colpo sarà al cuore – conclusi, uscendo finalmente da quella maledetta stanza. Avevo predetto che sarebbe andata a finire male, ma purtroppo nessuno mi ascolta.
Stavo iniziando ad odiare più i Cacciatori che i vampiri. Era vero!

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Angioletti, scusatemi per l'assenza ma scuola è ricominciata e quest'anno mi tocca l'esame di specializzazione. Il capitolo non è molto lungo e francamente ga abbastanza schifo, ma lo pubblico sono perché così non vi sentite dimenticati ♡

MARTS :3

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