Quando la porta si aprì ed entrò Abel, che era praticamente l'ultima persona che mi sarei mai aspettata di veder entrare da quella porta, sobbalzai per via dell'imbarazzo. Mi ero girata verso la porta, lasciando che le braccia di Bryan mi stringessero e mi infondessero calore e tranquillità. Imbarazzata, mi misi seduta e mi scrollai di dosso il mio amico.
– Devee, devi venire a cena – disse Abel, non appena entrò. Onestamente, rimasi un po' delusa dalle sue parole. Forse mi aspettavo una soffiata su qualcuno che stava creando scompiglio, ma non potevo pretendere che mi facesse una soffiata se questo fosse successo.
Mi lasciai cadere con la testa sopra il cuscino, sprofondando nel mio personale oblio chiudendo gli occhi. – Non ne ho voglia – ribattei. Speravo che Abel se ne sarebbe andato al primo tentativo, invece no. Era un ragazzo determinato e avrei dovuto immaginarlo.
Abel si avvicinò al letto ed immediatamente Bryan caricò il grilletto della pistola che avevo sul comodino. Gli presi la mano per tranquillizzarlo. – Calmati, Bryan. Lui non è come gli altri – cercai di rilassarlo.
– No, infatti – sottoscrisse Abel. – Non appartengo alla stirpe di Corsius, fortunatamente. – Sembrava alquanto sollevato nel rivelarcelo, chissà perché.
– Da quando fai la differenza sulle stirpi, Devee? Una volta non ti importava chi fosse il vampiro in questione, li uccidevi e basta. Mi dici cos'è cambiato adesso? – mi chiese Bryan, alquanto alterato.
– Non è cambiato assolutamente nulla, solo che non puoi uccidere un vampiro senza che abbia fatto qualcosa. – Bryan non disse nulla, si limitò solo a rimanere in silenzio e riposare la pistola dove l'aveva trovata.
– Spero solo che tu sappia quello che fai – bofonchiò. Lo guardai e gli sorrisi dolcemente.
– Devee, ho saputo cos'è successo con Corsius questa mattina. Mi dispiace, sarei dovuto essere lì – disse Abel rammaricato. Alzai di poco la testa per scuoterla. – Non ti preoccupare. Non avresti potuto fare nulla e poi non appartieni alla sua stirpe, quindi non avresti avuto modo di rimanere sveglio fino all'alba. –
Mi alzai dal letto, seguita con lo sguardo da un dubbioso Bryan. – Dove vai? – mi domandò.
– A mangiare. Non posso permettere che Corsius si prenda la mia libertà e non voglio vivere rintanata qui dentro come una prigioniera. Sono una Cacciatrice, per l'amor del cielo! – Bryan parve divertito dalla mia risposta, così come Abel. Andai allo specchio per pettinarmi i capelli e con grande stupore, riflesso nello specchio, vidi anche Abel. – Sono molto belli – mi disse.
– Grazie. – Ero un po' in imbarazzo, e non riuscivo a comprenderne l'assurdo motivo. Insomma, non a tutti piacevano i miei capelli - per non parlare dei miei occhi, di due colori diversi. Quando ero piccola era tutto più facile, i passanti si fermavano a contemplarli incantati e ai miei genitori facevano i complimenti, ma da adolescente erano diventati argomento di discussioni serie. Alcuni dicevano che indossavo le lenti a contatto per cercare attenzione e che mi piacesse essere stravagante, ma in realtà non sapevano quello che provavo. Il mio più grande desiderio era di essere un'adolescente normale, piuttosto di appartenere ad una famiglia di Cacciatori.
– Non sentirti in imbarazzo, altrimenti mi farai credere che sei una fanciulla virtuosa e credo proprio che non sia da te. –
– No, infatti – gli risposi, sospirando.
Una volta finito di spazzolarmi i capelli, li raccolsi una mezza coda, così da lasciarne qualcuno cadere sulle spalle. Richiusi lo sportello ed andai verso la porta, dove mi aspettava Bryan. In mano aveva una pistola che non esitò a porgermi.
– Dubito che mi servirà stanotte – gli dissi.
– Non dimenticare mai chi sei, Dev. Non permettere a nessuno di farti star male, lo devi ai tuoi – mi persuase. Aveva ragione, non potevo continuare a vivere nel terrore, non era da me.
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Vampire Slayer
مصاص دماءVINCITORE DEI WATTYS 2016 TRAMA «Non prendermi in giro perché ti ucciderò nel sonno!» Sin da quando ero bambina, sono stata addestrata a odiare le creature della notte. I miei genitori mi avevano affidata a un maestro che m'insegnò tutto quello che...