Capitolo 58

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Per precauzione abbandonammo la macchina con la quale avevamo viaggiato finora per sostituirla con una panda azzurra del 2010 acquistata da un venditore privato per soli 500 dollari (e la promessa che saremmo tornati a portargli tutti i documenti che voleva), ma ciò non sarebbe mai accaduto. Così ci ritrovammo a dover lasciare in fretta e in furia lo Stato per rifugiarci a nord degli Stati Uniti. Proposi di andare per un po' a Toronto, avremmo potuto prendere un aereo diretto, ma sarebbe stato troppo pericoloso perché i Van Helsing avevano sicuramente messo sotto sorveglianza tutti gli aeroporti. Dovevamo rifugiarci in un luogo a loro sconosciuto. Una qualche isola, magari in Madagascar. Passammo le giornate in motel diversi, poco rintracciabili spacciandoci per una band che si esibiva durante la notte e quindi necessitava di dormire il giorno, poi non appena calavano le tenebre ci rimettevamo in macchina. Così, con un po' di fortuna, arrivammo a Toronto in una settimana, poco prima che sorgesse il sole. Corsius possedeva un attico in pieno centro città, quindi decidemmo che sarebbe stato meglio alloggiare lì. I Lynch erano la famiglia di Cacciatori la quale aveva l'incarico di proteggere la Capitale, quindi aveva la completa autonomia di amministrare le cellule di Cacciatori sparsi per la città. Si tenevano sempre in contatto con i Van Helsing, ma almeno non eravamo più un loro problema, data l'appartenenza del Nord America ai Lynch.

L'appartamento super attico si presentava con un arredamento più moderno di quanto mi aspettassi. Una vetrata posta nella sala relax permetteva di ammirare tutta Toronto (che di notte aveva quella sua magia). Il mobilio era monocromo bianco, tipiche di abitazioni di questo genere. Io non l'avrei mai scelto per casa mia, essendo una persona che non ama stare appresso alla cura della casa mi piace la praticità. Magari un giorno, quando non sarei stata più una Cacciatrice avrei potuto anche pensare di acquistate un villino circondato da siepi e dal tetto verde. Ma per ora non ci pensavo minimamente, soprattutto non riuscivo ad immaginare una vita diversa da quella. Quale altro lavoro avrei potuto svolgere se non quello di cacciare i mostri? Non mi ci vedevo per niente a fare la commessa in un market.

- Però, è molto spaziosa - esordì Rex, appena varcò la porta. Poggiammo i borsoni contenenti le armi accanto al divano ad isola color panna ed in men che non si dica ci disperdemmo per l'ampia sala. C'era perfino un camino a muro dai rilievi dorati.

- Deve esserlo, altrimenti non avrebbe spazio per le sue orge - esordii in tono pungente. Mi piaceva stuzzicare Corsius, volevo vedere fino a dove potevo spingermi. Quali erano i suoi limiti, quanto la sua pazienza reggesse le mie frecciatine.

Si mostrò molto calmo nella risposta: - Sono abituato al lusso e allo sfarzo, questo per me non è niente, solo un modesto appartamento. – Alla faccia della povertà!

Scoprii presto che l'appartamento conteneva un camera padronale e altre tre camere per gli ospiti. Con l'approvazione del padrone di casa mi sistemai in una libera, anche se mi aspettavo che Corsius venisse a chiedermi di restare nella sua. Non lo fece e non gli domandai nemmeno il motivo. Da quando mi aveva vista fare sesso con Rex il suo atteggiamento nei miei confronti era cambiato notevolmente. Questo non m'importava, né mi feriva.

Mi lasciai cadere sul letto, sfranta e con un sonno arretrato che avevo assolutamente bisogno di recuperare ad ogni costo. Quando mi svegliai dopo non so quante ore di riposo, a causa di un vociare proveniente dal salone, non potei fare a meno di alzarmi dal letto per andarmi ad impicciare. Il salotto era strapieno di vampiri dall'aria minacciosa, che non esitarono nemmeno un istante a voltarsi non appena si accorsero della mia presenza. Uno dopo l'altro, smisero di parlottare e in men che non si dica, nella sala era calato un silenzio tombale. Ad occhio contai pressappoco una decina di vamp. Costrinsi me stessa a mantenere un certo controllo, perché non potevo farmi prendere dall'istinto omicida e farli fuori tutti, purtroppo. Odiavo con tutta me stessa quegli esseri, li consideravo dei mostri senza anima, ma in quel momento mi servivano per proteggermi contro le persone che mi davano la caccia. Persone che consideravo la mia famiglia, che mi hanno cresciuta prendendo il posto dei miei genitori e che adesso mi braccavano come una dei mostri che a forza mi avevano obbligato ad odiare. Mi trovavo divisa su due sponde e non sapevo che cosa fare. Nella fondina ascellare riuscivo a sentire il contatto con la mia Walter e almeno lei mi rassicurava un po'. Avrei tanto avuto bisogno di un amico fidato con cui parlare. Bryan ad esempio, ma lui era lontano chilometri e non lo sentivo da mesi; quindi mi dovetti accontentare di quei vampiri che sapevo già avrebbero fatto a turno per sorvegliare l'attico nel quale ero stata rinchiusa.

- Ti sei svegliata finalmente, ma poupée – esordì Corsius, sorpreso. Mi venne incontro e per la prima volta apprezzai quel suo gesto. Sentii un disperato bisogno di aggrapparmi alla manica della sua camicia in seta bordeaux, con il rischio di stropicciarla per l'eccessiva pressione che stavo applicando, ma non m'importava. Avevo bisogno di quell'inspiegabile contatto. – Loro sono le tue nuove guardie del corpo. Ti sorveglieranno quando non potremo farlo Rex ed io. Spero che tu riesca a capire la delicatezza di questa situazione. Finché non risolveremo il malinteso con il rappresentante dei Cacciatori, non vedo alternative. – Corsius mi sembrò stranamente sincero, preoccupato perfino.

- Non si è mai visto un membro dei Cinque curarsi tanto per la vita di una mortale! – commentò una vampira dalla pelle eccessivamente abbronzata.

- Taci Milde! – imbruttì un vampiro appoggiato al muro davanti a me.

- Ha ragione - convenni, facendo sorprendere gran parte dei presenti nella stanza. - Ma il problema è che da sola non sono in grado di fermarli, quindi ho bisogno di tutto l'aiuto possibile. Non sei obbligata a rimanere, ti chiedo solo di non intralciare i nostri piani. -
Rex mi affiancó, mettendo una mano sopra la mia spalla, come per sostenermi. Quel gesto fu molto gentile da parte sua, e non nascondo che suscitò un poco di tranquillità.
- Siete tutti liberi di scegliere - conclusi. Che non si dica poi che sono una tiranna.

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Angioletti,

Sono tornata finalmente con un nuovo capitolo. Scusatemi se ci ho messo così tanto a scriverlo ma il tempo ultimamente sembra remarmi contro. Spero comunque che vi sia piaciuto, un abbraccio

Marts :3

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