Capitolo 49

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Angioletti, mi scuso già in anticipo se il capitolo non è lungo ma volevo concludere con un momento WTF?!

Marts :3

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Mi lasciai andare al sonno per un altro po', lasciando che Rex vegliasse su di me. Mi sentivo al sicuro con lui, questo era vero, però mi aveva sempre privato del libero arbitrio; anche se la sua scelta era dovuta per liberarmi da Corsius.

- A titolo informativo, che intenzioni hai? - gli domandai, una volta destata.

Rex mi guardò per un secondo, alzando gli occhi al cielo. - Quando ti sarai rimessa completamente ti porterò alla tenuta dei Van Helsing – mi ripose, scocciato. 

- Sarebbe meglio avvertire gli Owen, così saranno tranquilli – gli suggerii.

- Assolutamente no! - disse secco. Poi, come se si fosse pentito di essere stato troppo brusco, si avvicinò a me per accarezzarmi una guancia. - Non voglio rischiare che Corsius riesca a rintracciarti. -

- Promettimi però che non appena saremo là potrò chiamare Bryan. -

Il vampiro accennò un sorriso dolce. - Te lo prometto – disse semplicemente.

Passarono un paio di giorni e finalmente Rex decise che era giunto il momento di portarmi alla villa dei Van Helsing; ma, con mio grande stupore, ci arrivammo in macchina e non a bordo del "vamp express" e questo mi rassicurò non poco.

Il viaggio durò più del previsto a causa del tempo traffico che trovammo sull'autostrada, ma riuscimmo comunque a raggiungere la reggia dei Van Helsing prima che sorgesse l'alba. Eravamo partiti con il calare del sole e arrivati poco prima che i raggi di esso potessero bruciare Rex, tutti contenti.

Al mio arrivo, trovai ad aspettarmi la mia famiglia al completo: mio zio, sua moglie e Mitch. Evidentemente Rex doveva averli avvertiti che stavamo arrivando. Mi domandai come avesse fatto mio cugino a sopravvivere dentro quella scuola senza di me.

- Dev, sei qui finalmente! - esordì, venendomi ad abbracciare.

- Sorpresa – dissi con poca enfasi. Mio zio si fece avanti e mi abbracciò (anzi mi stritolò). - Niente di rotto, mi auguro. -

Ricambiai l'abbraccio e poi mi spostai per riprendere fiato. - Sono completamente guarita – gli comunicai.

La magione era enorme, vista dal basso incuteva un certo timore. Bryan aveva ragione, esisteva davvero. Sulla targhetta in marmo vi era inciso il nome della famiglia: Van Helsing. Credevo che fossero solo una leggenda, ma invece mi sbagliavo.

Per tutto il tempo della chiacchierata mi dimenticai di Rex, che invece era rimasto al mio fianco e quando venne il momento di presentarlo, i presenti non furono affatto entusiasti di ritrovarsi un vampiro a colazione.

- Lui non può entrare – ribatté categorica mia zia.

- Non potrebbe fermarsi finché il sole non cala? Infondo, è merito suo se non sono stata uccisa da Corsius. - Non riuscivo a crederci che stavo prendendo le parti di un vampiro, ma quel che è giusto è giusto e non potevo lasciarlo vagare per la città sapendo che Corsius lo stava cercando.

- Esmeralda, potrebbe rimanere nelle segrete, almeno finché non cala la notte. Per te andrebbe bene... scusa, com'è che ti chiami? -

Rex si fece avanti e porse la mano a mio zio. - Rex, signore. Molto piacere. -

- Il piacere è mio, Rex. Io sono Peter Forrest, lo zio di Devee. Allora, accetti la mia proposta? Purtroppo non posso fare di meglio al momento, non è concesso ai vampiri di entrare in questa casa, è stata consacrata da un vescovo. -

Rex non ne rimase affatto stupito, infondo doveva aspettarselo. Questa è la dimora dove tutte le più antiche famiglie di Cacciatori si riuniscono per tramare contro di loro, era palese che i Van Helsing avessero preso delle precauzioni.

- Ma certo, non fa niente le segrete andranno benissimo – disse il vampiro, mantenendo il suo tono tranquillo. Era ammirevole quanto sapesse essere diplomatico anche quando gli stavano offrendo una cella, nulla a che vedere con Corsius.

- Esmeralda, porta dentro i ragazzi, io mostrerò al nostro ospite le segrete. -

Prima di farmi guidare da mia zia, feci qualche passo verso Rex e Peter. - Se ti azzardi a fargli del male dopo me te la vedrai con me – minacciai mio zio. Non mi fidavo di lui, non quando c'erano in gioco i vampiri e dovevo accertarmi di prendere le giuste precauzioni.

- Sta tranquilla, non lo ucciderò oggi. -

Almeno era rassicurante! Mi lasciai guidare da Esmeralda seguita da Mitch, ma prima volsi un'ultima occhiata a Rex che tristemente stavo lasciando andare nella tana del cacciatore.

Entrammo dentro l'atrio e venni abbracciata da un forte potere psichico. Le pareti e il pavimento erano completamente fatti in pietra, per il resto la stanza era vuota, non c'era niente. Continuammo a camminare fino ad arrivare davanti ad una piccola porta in legno con la maniglia in ottone che ci condusse in un corridoio illuminato da torce affisse al muro. Sicuramente questi non conoscevano l'elettricità. La stanza che mi ritrovai davanti, invece, era illuminata a giorno e vantava un gran numero di mobili che ad occhio si poteva facilmente intuire che erano secolari.

– Ben venuta, Devee Hamilton – disse una voce maschile a me molto familiare. Mossi gli occhi in cerca di quella voce, fino a quando non mi ci scontrai.

Bartholomew Price, il Gran Maestro dei Cacciatori.

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