Viaggio

219 17 0
                                    

Prendo la mia valigia ed esco di casa, la ripongo in auto ed apro la portiera. Lascerò la mia auto in un parcheggio privato dell'aeroporto, per poi prendere un volo in prima classe per l'Italia. Non ho voluto prendere il Jet privato dell'azienda, Adam lo avrebbe saputo ed io non voglio rovinargli la sorpresa.

Dopo un lunghissimo viaggio, finalmente sono in Italia. Fuori dall'aeroporto di Roma prendo un taxi, al quale conducente lascio anche una somma generosa. Il suo appartamento (del quale ho le chiavi) è adiacente al Colosseo e si trova in un edificio di circa 20 appartamenti. Salgo ansiosa le scale, non vedo l'ora di vederlo e di conoscere la sua espressione appena mi vedrà.

Giro la chiave nella serratura e in assoluto silenzio spalanco la porta, accantono la mia valigia, tolgo le mie francesine alte e cammino come se fossi una ladra lungo il corridoio.
La porta della camera da letto è aperta e prima che io possa raggiungerla mi accorgo che non è solo.
-Adam, so che puoi fare di più!-

-Leonor, sei così bagnata e sudata, sarai venuta almeno quattro volte!- Adam sghignazza.

-Hai ragione, ma fai sempre meglio ed io non ne ho mai abbastanza!-

Non riesco ad ascoltare oltre, ho il fiato mozzato, mi gira la testa e mi si sta accelerando la tachicardia.
Decido di andare via senza farmi minimamente sentire e di chiamare mio padre per farmi mandare il jet.

-Roby, puoi portarmene un altro?-, Chiamo l'hostess del jet che dopo essersi accigliata va in cucina e torna con una nuova coppa di champagne, stavolta piena di grappa.

All'aeroporto di New York prendo l'auto, ma essendo consapevole del fatto che ho bevuto già il doppio del consentito dalla legge, la parcheggio in una strada alla quale non faccio caso e con la bottiglia di grappa già mezza vuota in mano mi incammino verso quello che sembra un bar, barcollando sulle mie francesine da 700$.

Non posso credere che Adam mi abbia fatto questo. Da quanto tempo va avanti questa storia? Con quante ragazze sarà stato mentre mi impegnavo ad essergli fedele? Non mi era mai stato vicino, è chiaro. Ma mi sentivo tradita più nell' orgoglio che nel cuore.

Ho il maglioncino sporco di liquore e i pantaloncini neri ad alta vita ora non lo sono più. Questa non sono più io, non può avermi tradito in quel modo, non dopo che io abbia resistito al dannato Louis e alla sua bellezza. Non posso sopportare che si sia preso gioco di me.

Varco la porta del bar che ha un'aria piuttosto cupa che lo rende più simile ad un hosteria. Mi precipito al bancone e dopo essermi praticamente buttata sullo sgabello mi accorgo di Louis che, dall'altra parte del bancone, mi scruta con gli occhi spalancati. Ci mancava solo questa!

Lo vedo raggiungermi. Prende posto sullo sgabello accanto al mio, poggia le braccia sul bancone e si volta perso di me. Ho vergogna di come sono conciata ma pur volendo non riuscirei a ricompormi. Non amavo Adam, non quanto si dovrebbe amare un ragazzo. Era una relazione comoda. Lui era un buon partito per mio padre ed io, pur se fidanzata, avevo la libertà di fare ciò che volevo, libertà che da oggi mi prenderò al 101%.

Louis non mi parla, mi fissa e basta. Forse aspetta che lo faccia io.

-Hai presente quell'Adam di cui ti parlavo? Il ragazzo perfetto, proprietario dei Best Western e stronzate varie? Quello che avrebbe dovuto amarmi.. giá lui. Beh.. ho viaggiato per ben 20 ore per arrivare da lui, mentre pensava a scoparsi una delle sue prostitute sul letto della sua camera da letto!- Dico tutto d'un fiato soffocando una risata amara.
Mi guarda impassibile. Faccio cenno al cameriere di portarmi altro da bere e quando riporto lo sguardo su Louis, ormai col viso rigato di lacrime, continuo la mia sparata.

-Leonor!- continuo mimando le virgolette in aria, fingendo un sorriso di approvazione.

Il cameriere mi porge il bicchiere ed io comincio a scolarmelo giù per la gola, sentendomi immendiatamente sollevata dalla sensazione rinfrescante.

Louis prima mi guarda, poi d'un tratto mi tira il bicchiere da mano facendomi sporcare ancora di liquore.
Rimango esterrefatta.

-Cosa fai? Dammelo!- tento inutilmente di riavere il mio liquore.

-Neanche per sogno.. dobbiamo andarcene!- Mi tira per un braccio verso l'uscita del bar.

Insegnami Ad Essere MiglioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora