Sorrisi

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Louis

Mentre entriamo al pronto soccorso Cloe ha un'espressione impassibile.
È la prima volta che non riesco a decifrare il suo sguardo ma suppongo che neanche lei stessa sappia mettere di sano accordo le sue emozioni.

È felice che le cose tra noi si siano messe al loro posto, ma non capisco cosa stia pensando in merito all'incidente di suo padre.

In accettazione un'indaffarata ed antipatica impiegata mastiga poco elegantemente un chewingum.

Mentre ci avviciniamo Cloe ha lo sguardo rivolto verso il basso.

-Posso aiutarvi?- Tenta l'infermiera che, suppongo, abbia circa cinquant'anni.

Cloe non parla, credo che si aspetti che lo faccia io.

L'infermiera ci guarda con un sopracciglio sollevato.

-Cerchiamo Thomas Brown.- Sbotto.

-Chi siete voi?- Chiede lei poco interessata.

-Lei è sua figlia,- indico Cloe - io sono il suo ragazzo.-

So per certo che in cuor suo Cloe sta sorridendo, e in questo momento non desidero altro.

-Bene. Dovete aspettare qui fuori, i medici stanno effettuando degli accertamenti. Le sue condizioni non sono gravi.-

Cloe tira un sospiro di sollievo, io invece riprendo a respirare.

Non mi ero accorto di aver trattenuto il respiro dopo che ho ripetuto, finalmente, di essere il fidanzato di Cloe.

-Ci accomodiamo qui?- Faccio cenno verso le sudicie sedute della sala d'aspetto e Cloe annuisce.

Quando ci accomodiamo riposa lentamente il suo capo sulla mia spalla destra, io esito ma alla fine sollevo la mia mano per accarezzarle la guancia.

-A cosa stai pensando?- Azzardo.

-Al fatto che per quanto possa reputare povero quest'uomo, è pur sempre mio padre.-

La sua risposta mi ha lasciato abbastanza confuso.

Dal corridoio alla nostra destra, in lontananza noto William che viene verso di noi con la stessa espressione che Cloe ha assunto fino ad ora.

Lei sembra essersi accorta che sta arrivando prima di me, infatti si alza in piedi e gli va in contro.

Rimango ad osservare dal mio posto, quando ad un tratto si abbracciano e decido di andare da loro per capire cosa sta succedendo.

William solleva lo sguardo e mi sorride mentre lo raggiungo, io ricambio.

-William.-

-Louis.-

-Come sta?-

-Sta bene Lou! Sta bene!- Cloe risponde fin troppo ad alta voce mentre si arrampica su di me abbracciandomi come non aveva mai fatto prima. Evidentemente tiene a suo padre più di quanto non voglia ammettere a se stessa e a me.

-Tornate a casa, resto io con lui. I medici hanno detto che la situazione è sotto controllo, dovrebbero dimetterlo tra un paio di giorni.-

-Non posso vederlo?- Esordisce Cloe.

-Cloe, in teoria potresti, ma credi che sia davvero il momento giusto?-

Guardo Cloe per capire se ha intenzione o no di lasciare l'ospedale e lei annuisce, convincendosi che le parole di William in questo momento siano le più sagge da prendere in considerazione.

Salutiamo William con un cenno del capo e ci avviamo verso l'uscita.

Mentre percorriamo il viale penso ad una soluzione per non farla restare sola a casa questa notte.

-Cloe.. ti va di restare a casa mia questa sera?-

Lei mi guarda e annuisce, poi mi sorride, finalmente.

Insegnami Ad Essere MiglioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora