Aspettativa

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Louis

Il fotografo continua a scattare. Sono avvinghiato una ragazza che è davvero niente male, ma il mio viso esprime tutt'altro.
Mi è completamente passata la voglia di lavorare, continuo a guardare il camerino in cui mi ha lasciato e non riesco ad entrarci. Quando il fotografo si ferma fa un gesto col capo indicando il camerino, evidentemente abbiamo finito. Finalmente. Sembra che il tempo stia passando troppo lentamente. La sera non vedo l'ora di andare a letto, quando dormo il tempo passa più in fretta. Poi mi sveglio e ricomincia la tortura, la solita routine. Casa, lavoro, casa, lavoro. Anche quando non ho nulla da fare vado al lavoro, non ho altro modo di distrarmi. Non che Cloe fosse una distrazione, solo non riesco a farmi capace. Non riesco ad immaginare di dover baciare una ragazza che non sia lei.
Tolgo la giacca e la getto sulla scrivania. Il cellulare vibra, Sofie. Riattacco, non sono in vena di fare baldoria. Ripongo il telefono sulla scrivania accanto alla giacca e mi spoglio degli altri indumenti. Quando ho terminato di rivestirmi prendo la giacca ed esco di corsa dal camerino. Quella finestra non fa altro che darmi a mente ciò che sogno tutte le notti, continuamente, da circa 2 settimane a questa parte.

Metto in moto l'auto e mi dirigo verso casa. Non ho alcuna intenzione di mangiare, stasera a letto senza cena. Sembra una punizione della mamma, già. Ma no, non è così. È attraverso il cibo che mi sto punendo: quando prima dicevo "Casa,lavoro.." non intendevo pranzo o cena. Al massimo qualche spuntino, non vorrei farmi licenziare.

Cloe

-Salve, chi parla?- Chiedo.

-Cloe.. sono il direttore di Rag&Bone. Piacere di sentirti.-

Cosa? Sta scherzando, vero?

-Come diavolo ha ottenuto il mio numero?- Sbotto.

-Calma, Cloe. Louis non c'entra. Ha dimenticato il suo cellulare sulla scrivania del camerino.-

-Perché mi ha chiamato?- Rispondo.

-Volevo farle una proposta. So che è ora di cena e che non è esattamente il momento giusto ma... credo che Louis presto verrà a riprendersi il cellulare. Che ne dice di provare a lavorare qui da Rag&Bone? Sà, io l'ho vista e mi è piaciuta molto.-
È pazzo.

-Ascolti. Non sono in vena di accettare proposte di lavoro, posso solo assicurarle che ci penserò. Ha un numero di cellulare?-

Lui me lo lascia velocemente, io lo digito sul cellulare con cui sto parlando, il mio. Annuisco e riattacco.
Nel caso Louis fosse licenziato, solo in quel caso, potrei ripensarci. Sono senza lavoro adesso, e per giunta sono in giro per New York da quando sono andata via da quel bar per cercarmi un piccolo appartamento in affitto. Sono rimasta a dormire in albergo coi vestiti di quella sera ed ho ancora quelli. Semplicemente non ho avuto ancora il coraggio di tornare a casa e, quando lo faró, sarà solo per riprendermi le mie cose ed andare via.  Voglio cominciare una nuova vita. Ho abbastanza soldi per trovarmi un posto dove stare e per riuscire a vivere per un pó senza lavorare. Non posso credere alle mie parole, non avrei mai pensato di trovarmi in questa situazione. Potrei dare la colpa a Louis di tutto ciò. È per lui che mi hanno tagliato fuori dalla MIA azienda. Ma non ci riesco.. se potessi ripeterei tutto ciò che ho passato con lui, momento per momento. Le notti in albergo, quella in ufficio, la pista da scii e di tutto ció ho troppi, troppi altri ricordi. Tutto in poco tempo, nessuno se lo aspettava: né io nè lui.

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