Torna da me

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Cloe

Salgo le scale e una volta al secondo piano mi dirigo verso la sala dei servizi rossa. Non ho mai lavorato in questa sala, ma a quanto pare è più piccola e più accogliente, oltre che, ovviamente, interamente rossa. In un angolo noto un piccolo attaccapanni, mi avvicino e vi appoggio il mio cappotto. Sistemo le ciocche ribelli dei miei lunghi capelli biondi dietro le orecchie e mentre mi volto, mi accorgo che Ian comincia a schiarirsi la voce per potermi parlare.

-Ti ho visto.- Sorrido affettuosamente.

-Certo, me ne sono appena accorto.- Mi risponde alquanto imbarazzato. 

Devo di nuovo tentare di far sparire il suo imbarazzo. Cavolo, quanto è sensibile!

-Perchè ci hanno fatto venire? Insomma, sapevo che avevamo terminato gli scatti per la nuova collezione, per quale motivo siamo di nuovo qui? E per di più.. perchè in questa strana sala?-

Mi guarda sorpreso.

-Beh, a quanto pare non ne sai nulla. Mi dispiace deluderti ma.. non hanno detto la motivazione nemmeno a me.-

Fantastico!

-Bene. Attenderemo che qualcuno ci faccia sapere qualcosa.- Rispondo.

Nel frattempo spero che qualcuno mi tiri fuori da questa situazione. Non so davvero come farò questa sera a reggere un'intera serata con lui. Non mi sento a mio agio quando siamo soli, mi sembra di star facendo qualcosa di sbagliato.

-Disturbo?- Louis fa capolino nella troppo-rossa sala dei servizi.

-Ehm.. no.- Mi affretto a rispondere.

E' così bello anche quando è in jeans e maglietta. I suoi occhi fissano i miei e non posso che ammettere a me stessa quanto mi mancano i contatti diretti col suo sguardo. 

-Posso parlarti?- Esordisce. 

Ian è ancora in evidente imbarazzo.

-Certo che si.- Mi affretto a raggiungerlo sullo stipite della porta. 

-Dimmi tutto.- Gli dico. Louis però sembra non sentirmi, cammina velocemente per il corridoio svoltando prima da un lato e poi dall'altro. Non credo di essermi mai accorta della grandezza di questo posto. 

Continua a non rispondere e mi tocca correre per un paio di metri per raggiungerlo.

Lo tiro per un braccio e con una velocità che mi non mi aspettavo, si volta verso di me.

 -Posso sapere dove stai andando?- Alzo un po' troppo il tono di voce.

Lui mi guarda, ha lo sguardo perso sul mio viso.

-Ti sembra così strano che io abbia soltanto provato ad allontanarti da quella sanguisuga che prova soltanto ad entrarti nelle mutande?- AMO QUANDO SI INGELOSISCE. 

-Oh, non era necessario.- Alza gli occhi al celo e si volta esasperato riprendendo la sua corsa-camminata nel corridoio che più che tale mi sembra un labirinto.

-Smettila di correre!- Si volta di nuovo. -Puoi spiegarmi perchè siamo qui? Se non ci avessero chiamato non ci sarei mai venuta, i servizi fotografici per le nuove sfilate sembravano essere finiti.- 

Lo guardo con aria inquisitoria.

-Oh, lo erano.- 

Mi guarda dritto negli occhi. Amo quando lo fa, semplicemente adesso non ci sono più così abituata.

-Quindi? Ah e comunque, quel tipo non cerca di entrarmi nelle mutande.- Esordisco.

-Oh certo che no.- Sembra voglia prendermi in giro.- Comunque, il direttore vuole scattare qualche nuova foto per la copertina del settimanale e non può utilizzare quelle della collezione che saranno proiettate durante la sfilata.-

-Oh, capisco..-

-Per questo ha fatto dipingere la nuova sala di rosso. Se vuoi fare ritorno lì puoi, non volevo disturbarti.- Mi aspetto per un momento che torni ad andare via, invece resta lì impalato.

-Non mi hai disturbato.- Mi sembra di perdermi nei suoi occhi.

Lui continua a guadarmi e mi sembra di vedere l'ombra di un leggero sorriso dietro le sue labbra. Sembra felice di quello che ho appena detto.

-Va bene allora, io torno a lavoro. Tra poco ho anch'io un servizio.- La mia espressione cambia immediatamente e lui deve accorgersene.

-Non è con una modella, è un modello. Non fare quella faccia.- Adesso non riesce a trattenere un sorriso ed inevitabilmente mi contagia. Solleva la mano e sfiora la mia guancia, e il mio sorriso si trasforma in un'espressione di malinconia. 

Mi mordo il labbro per trattenere quell'espressione che mi sembra di sentire ovviamente sul mio viso e la sua mano lo lascia prima di quello che vorrei. 

Poi si volta e va via, lasciandomi a guardarlo mentre percorre l'ultima parte del corridoio fino a sparire. 

Insegnami Ad Essere MiglioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora