Ennesima volta

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Cloe

-Chiamami, qualche volta.- Mia madre continua ad assillarmi. È stata una delle settimane più frustranti della mia vita. Ho scoperto che mia madre ha una compagna di viaggio, Cassidy, e dopo averle raccontato di Louis non ha fatto altro che ricordarmi che gli uomini sono tutti uguali. Louis era diverso, io ne ero più che sicura.
Ho passato le vacanze di natale con loro ad Hong Kong, pensavo che mi sarei distratta da tutti i miei pensieri.  In realtà non è stato affatto cosí. Ho deciso di partire anche senza Louis per prendermi del tempo per pensare a me stessa, ma ho pensato sempre e solo a lui. Quando mia madre mi ha vista arrivare sola in aeroporto ha capito che qualcosa non andava, e se solo sapesse ció che ho letto in quella cartella nella sua stanza si strapperebbe tutti i capelli dalla testa. Ho deciso comunque di non metterla al corrente di nulla, da oggi avrò abbastanza tempo per capire da sola cosa c'è sotto tutta questa storia. Voglio assolutamente sapere chi è quel tizio, Owen.

-Certo mamma, lo farò! Lasciami andare adesso, o perderò l'aereo.- La saluto abbracciandola.

Ho detto a mio padre che sarei venuta da mia madre, ma per mia personale sicurezza ho preferito prendere un semplice volo, non il jet dell'azienda. Non so cosa aspettarmi da un padre che ti taglia fuori dall'attività di famiglia, potrebbe passargli per la testa qualsiasi cosa.

Mia madre finalmente mi lascia andare, mi sorride ed io esco dall'ingresso del piccolo appartamento in cui ho alloggiato con la valigia alla mano. Dalla mia camera la vista era spettacolare. L'appartamento è al ventitreesimo piano di un grattacielo, e se avessi avuto altro a cui pensare mi sarei goduta un po' di più questa splendida città.

L'ascensore è completamente tappezzata di specchi, sembra voglia costringerti a guardarti.
Sono cambiata, ho le occhiaie e gli occhi spenti. Il mio solito velo di mascara è sparito, sono pallida come le lenzuola del letto dell'albergo in cui dormimmo la prima notte insieme. Sto letteralmente uscendo fuori di testa.

Louis

-Dammi il suo numero, fidati di me.-

Ancora?

È il capo più rompipalle che abbia mai avuto.

-Non voglio che la inviti a lavorare, non ho alcuna voglia di vederla. Mi vede? Vede in che condizioni sono?-

Lui annuisce.

-Bene, so che è maledettamente bella, ma non è il lavoro giusto per lei.-

Mi volto ed esco dall'ufficio lasciandolo lí, deluso per la ventottesima volta.

Quando entro in auto sento per l'ennesima volta un senso di vuoto. I servizi fotografici con Nadine sono finiti definitivamente, e lei non firmerà un nuovo contratto.  Il capo vuole cedere il posto a Cloe, ma io non so dove sia e non credo nemmeno sia il caso di chiamarla per un lavoro, ha già abbastanza problemi col suo.

Cloe

La mia casa è vuota come sempre. Il viaggio è stato fin troppo tranquillo e mi accorgo di quanto la mia personalità sia cambiata. Mi ricordo come un'imbranata che scorda tutto, che adora lo shopping, che ragiona con la sua testa. Niente di tutto ciò oggi è vero, sono cambiata del tutto.

Lascio la mia valigia in salone e salgo le scale della mia camera.  La porta della camera di mio padre è aperta ed attrae la mia attenzione. Entro a passo lento, come se qualcuno potesse sentirmi e comincio a cercare non so cosa. Metto praticamente a soqquadro il letto, il comó, la libreria, la scrivania. Niente che possa aiutarmi. Un'agenda sulla scrivania ha la sigla della Brown's, la apro e sfoglio velocemente le pagine.

"William"

Leggo su una di esse, un numero di cellulare segue il nome.

Tiro il mio dalla tasca posteriore dei miei troppo-stretti-jeans e digito il numero.

Squilla, non so nemmeno cosa io possa dire a quest'uomo.

-Brown's- Risponde. Come fosse uno dei telefoni della mia ex azienda.

-William Owen?- Chiedo gentilmente.

Mi avvio verso la mia camera, i miei stivali bassi non provocano alcun rumore.

-Si, chi parla?- Risponde.

-Oh, sono Cloe Brown, la prego..non riattacchi.-

Insegnami Ad Essere MiglioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora