L'attentato (parte prima)

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Il giorno seguente Damiano guardò il cielo dalla fossa. Era formato da vari colori: il nero della notte, il grigio del tentativo del sole di sorgere, il rosso del sangue e di nuovo il primo colore.

Sembrava che i raggi avessero paura di uscire. Il giornalista aveva aspettato l'intera notte nella speranza che i soldati islamici se ne fossero andati.

Prese la sua macchina fotografica, tolse la schedina e la mise nel taschino dei pantaloni di Jean.

Subito dopo tese l'orecchio per sentire se ci fossero rumori, ma udì solo il ronzio delle mosche.

Formò un'altra scala di cadaveri per uscire: legò quattro bambini grazie ai loro abiti alla parete della roccia e poi salì.

Quando arrivò in cima non c'era nessuno davanti a sé, ma si girò e vide tre soldati islamici con il fucile puntato verso di lui.

Rabbrividì e per un istante credé di morire.

Si voltò e chiuse gli occhi per ricordarsi meglio l'immagine di Elisabetta.

Una voce ruppe il suo pensiero: "Alzati!"

Damiano continuò a tenere gli occhi chiusi. "Perché? Puoi anche uccidermi così!"

Le sue gambe tremarono, i nodi dei vestiti si slacciarono e lui cadde nella fossa.

I soldati islamici urlarono: "Alzati!"

Il giornalista si chiese il motivo; più in fretta di prima formò una nuova scala, composta da due ragazze e un bambino.

Riuscì ad arrivare in cima alla fossa, si alzò verso i soldati e mise le mani in vista.

Loro gli dissero di cominciare a camminare.

Damiano eseguì l'ordine in modo timoroso. I suoi passi lenti erano ritmati con i battiti del suo cuore. Credeva che presto gli avrebbero sparato e tese l'orecchio per ascoltare fino all'ultimo istante i rumori del mondo.

Un soldato lo colpì sul collo con il calcio del fucile e svenne.

Un soldato lo colpì sul collo con il calcio del fucile e svenne

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Dopo colazione Irina e Angela andarono a salutare la sorella.

Elisabetta aveva gli occhi rossi e il volto scavato. "Non ho dormito. Il pensiero che dalla mia scelta dipenda la vita di molte persone mi ha tenuta sveglia. Ho valutato i pro e i contro in entrambi i casi" spiegò la giornalista.

Angela fu sollevata. "Sono contenta che tu abbia preso la decisione giusta. Adesso Leonardo non ha niente in mano. Ha solo cercato di confonderti. Spesso la testa e il cuore viaggiano su binari separati ed è impossibile unirli."

Irina non era convinta e credeva che l'archeologa avesse capito male. "Elisabetta non si è ancora espressa. Qual è la tua decisione?"

Un uomo bussò alla porta: era Leonardo.

Chiave: il lato oscuro della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora