Tutto per un uomo (parte prima)

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"Mario..." ripeté, con una voce che sembrava un misto tra stupore e paura.

Abbassò lo sguardo verso le manette e poi lo alzò fino al suo volto scarno. Gli occhi parevano scavati, come se li avesse consumati a forza di piangere.

Si avvicinò a lui, ancora stupita. Voleva abbracciarlo, ma quelle manette la bloccavano. Desiderava chiedergli spiegazioni, ma non le usciva nulla dalla bocca.

Mario puntò il pavimento con gli occhi, forse per l'imbarazzo. Tutti, in quella stanza, lo erano.

Ilaria guardò le altre persone intorno a sé. Tutti sapevano, lei era l'unica a non capire, e quello le dava molto fastidio.

Si girò verso Mario. "Cosa sta succedendo?"

Lui non ebbe alcuna reazione; continuò a tremare e a guardare verso il basso.

La signora Palmieri lanciò uno sguardo a Massimiliano.

L'uomo capì e prese Ilaria per un braccio.

Lei evitò il contatto con lui e si avvicinò ancora di più a Mario. "Perché non parli? Ho bisogno di sapere!"

"Ilaria, ti prego..." commentò la signora Palmieri, per paura della possibile reazione di Mario.

La ragazza continuò a guardare il volto marmoreo del suo ragazzo rivolto verso il basso. I muscoli tesi, bianchi, deboli. Era successo qualcosa, anche se non capiva cosa.

Lei stava per sfiorare il mento del ragazzo, ma Massimiliano le toccò le spalle. "È meglio andare, fidati."

Lei scosse la testa e continuò a fissare il bianco latte del volto di Mario. "Almeno guardami."

Lui continuò a rimanere nella stessa posizione; i suoi occhi cioccolato sembravano due raggi che analizzavano il pavimento ramato. In realtà non ne era interessato, era solo un modo per evitare di incontrare gli occhi di Ilaria, perché sapeva che, se ci fosse riuscito, avrebbe cominciato a piangere, di nuovo. Aveva bisogno di guardarla, ma non poteva, avrebbe finito per crollare.

Massimiliano prese un braccio di Ilaria e la trascinò via.

Lei emise un rantolo impercettibile e sfiorò la guancia di Mario con la mano libera, ma lui non si mosse.

Appena i due uscirono, la signora Palmieri chiuse la porta.

"Mi scusi, non doveva accadere" disse, rivolta al commissario Dimaro.

Alessio annuì. "Credevo di essere stato chiaro. Ora tutti sapranno che..."

"Ilaria non dirà niente, glielo assicuro" esclamò Antonietta, sedendosi dietro la sua scrivania. "Prego, accomodatevi."

Intanto, nel corridoio, Massimiliano lasciò Ilaria.

Lei scattò verso l'ufficio, ma l'uomo la bloccò. "Dove credi di andare? Non hai capito che devi stare lontana da lui?"

Lei cominciò a piangere; quella visione l'aveva preoccupata. "Non mi puoi chiedere questo. Io ho bisogno di sapere cosa gli è successo..." Si liberò e inveì contro di lui: "Mi hai mentito fin dall'inizio! Stamattina sapevi tutto e non mi hai detto niente! Tengo tanto a lui, devo sapere!"

L'uomo scosse la testa e la invitò ad abbassare il tono. "Basta, Ilaria! Smettila di comportarti da bambina. Non hai ancora capito che tutto questo è più grande dei tuoi capricci?"

Lei serrò i denti e il suo volto si aprì in una smorfia. "Certo, io devo sempre essere all'oscuro di tutto, eh? Prima a casa, adesso qui. Sono stanca di vivere così, io voglio solo sapere cosa gli è successo!"

Chiave: il lato oscuro della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora