Lei si passò due dita sul mento. "Il giardiniere?" L'aveva visto poche volte e le sembrava un tipo a posto. "E cosa ci faceva lì?"
"Stava nascondendo qualcosa in una buca" proseguì lui. "Io mi sono incuriosito e quindi stanotte sono andato a vedere. Ho scoperto che c'erano due bottiglie e ho avuto l'idea di assaggiarle per sapere cosa contenevano."
"Una brillante idea" osservò lei, inclinando il capo.
Mario alzò l'indice. "Ma solo un goccio, te lo giuro. Aveva un sapore... forte, non so nemmeno io come definirlo. Mi sono sentito malissimo, quando sono tornato in camera ho vomitato pure l'anima."
"Dio..." si lasciò sfuggire lei. "In quelle due bottiglie poteva esserci qualsiasi cosa... come hai fatto a essere così sprovveduto?"
"Avevo bisogno di saperlo" si giustificò lui. "Volevo vederci chiaro."
Lei mise le braccia conserte. "E ora come hai intenzione di procedere?"
Il ragazzo mise le braccia sui fianchi. "Non lo so... non riesco a capire che bisogno c'è di nascondere due bottiglie in quel modo... Cosa nasconde il giardiniere?"
"Avresti dovuto avvertire la signora Palmieri" osservò lei "invece di fare di testa tua."
Lui si lasciò scappare una breve risata. "Da che pulpito. Diciamo che non sei la persona più adatta per farmi la morale."
Lei si sentì punta sul vivo. "E quindi? Ti ho solo dato la mia opinione, tutto qui." Poi si passò una mano sul mento. "Dobbiamo dimenticarci questa storia, abbiamo entrambi cose più importanti a cui pensare."
I muscoli del viso di Mario si distesero.
"Tipo?" chiese retorico avvicinandosi e cingendole la vita.
"Tipo il processo" spiegò lei sforzandosi di non incontrare il suo sguardo.
Lui lo notò e osservò il punto che lei stava ammirando con così tanto interesse. "Quel gabinetto è molto bello, ma io lo sono di più. Non dirmi che sono un cesso!"
Lei scoppiò a ridere e lui ne approfittò per rubarle un bacio.
Lei rispose a quel contatto stringendolo a sé e passandogli una mano su quei riccioli scuri. Non poteva resistere alle sue lusinghe, le sue labbra la bramavano dalla prima volta che le aveva viste.
"Un'ultima cosa" esordì lei staccandosi da lui, le mani sul suo petto. "Come hai fatto a uscire dalla tua stanza e ad aprire la porta d'ingresso della casa famiglia? Credevo che fossero chiuse a chiave."
Lui fece sporgere un labbro. "Beh, ho vissuto sei anni con Broxen, vuoi che non sappia forzare una serratura?"
Lei sorrise. "Okay, ma non farlo mai più. Non ce ne sarà bisogno."
Lui annuì. "Te lo prometto, amore mio."
Lei non poté resistere a quelle parole e gli diede un altro appassionante bacio. Il suo sapore le mancava come l'aria, era il salvagente al quale era sicura di volersi aggrappare e che l'avrebbe portata al sicuro.
Il ragazzo si staccò. "Ora però dobbiamo separarci. Questo diversivo non durerà a lungo e qualcuno potrebbe scoprirci."
Lei annuì a malincuore. "È divertente il fatto che le fasi più importanti della nostra storia avvengano in un bagno" osservò, ricordandosi del momento in cui lui le aveva svelato di aver bisogno di lei per distruggere Broxen, del momento in cui lei aveva sparato a quello scagnozzo e infine della conversazione attuale.
Lui forzò un sorriso e mise le braccia conserte. "Vero, ma devi ancora spiegarmi perché sei in casa famiglia a quest'ora. Ti ho vista dalla finestra e ne ho approfittato per raggiungerti, ma non avrei mai pensato di incontrarti ora. Dovresti essere a scuola."
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Chiave: il lato oscuro della luce
AdventureSecondo volume. Passioni travolgenti, continui colpi di scena ed emozioni forti sono i protagonisti del secondo volume di Chiave. Pip e Caroline stanno ritornando a Cipro, ma l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. La famiglia Bacco ha trovato un pre...