L'attentato (parte seconda)

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Elisabetta provò a giustificarsi: "Mi hanno ricattata: ho dovuto consegnare le registrazioni che ti incastrano."

Elena non capì. "Spiegati meglio..."

La giornalista parlò in modo lento: "Un collega ha messo sotto controllo la mia stanza mettendo una piccola telecamera tra i petali dell'orchidea che mi ha regalato. Con quella ha filmato la conversazione tra te e me e ha scoperto il cadavere del commissario. Campolo aveva registrato la conversazione tra lui e Mariano, il quale aveva detto dello scaricamento della pistola del poliziotto da parte tua. Sono riuscita a rubare la radiolina e il filmato quando ho scoperto la piccola telecamera, ma poi mi ha ricattata: dovevo consegnargli le prove e in cambio lui avrebbe convinto il capo a cercare il mio fidanzato Damiano ad Algeri. Ho accettato la sua proposta."

Elena era sconvolta. "Sapevi che il tuo collega avrebbe consegnato le prove alla polizia? Perché? Mi fidavo di te! Hai promesso che la verità non sarebbe mai stata scoperta!"

La giornalista si sentì in colpa. "Mi dispiace davvero, ma Damiano è disperso ad Algeri e ho bisogno di avere sue notizie. Questo era l'unico modo."

Elena frenò le lacrime e si avvicinò alle scale. "Con questo tuo gesto hai dato il colpo di grazia alla mia vita e a quella dei miei figli. Ci hai rovinati!"

Concluse la telefonata e andò verso l'uscio della villa. Ad aspettarla c'erano il commissario, Edoardo e altri poliziotti.

Alessio sorrise. "Buongiorno, signora Marchetti. Le avevo detto che presto ci saremmo rivisti."

Elena fissò il suo sguardo. "Per me non è un buon giorno e neanche quelli che seguiranno. Prima che lei mi metta le manette ai polsi, vorrei prendere la mia roba in camera."

Alessio annuì. "Edoardo la seguirà."

Becchi accompagnò Elena per le scale e in camera.

***

Poco dopo uscirono e lei aveva solo un piccolo zaino sulle spalle.

Alessio prese le manette. "Mi mostri i polsi."

Elena era un po' indispettita. "È proprio necessario? Sono incinta!"

Lui annuì. "Non è diversa dalle altre" e le mise le manette.

Anna uscì dalla cucina dalla quale aveva ascoltato tutto. "Cosa sta succedendo? Non potete arrestare l'ex moglie dell'ex Presidente del Consiglio!"

Alessio la guardò e rispose con determinazione: "Abbiamo abbastanza prove per incriminarla. Elena è in arresto per aver aiutato Mariano a uccidere Cosimo e per essere stata suo complice. Sapeva che Bacco avrebbe ucciso il commissario e lei gli ha scaricato la pistola. Gliel'aveva ordinato lui?"

Elena annuì e salutò la cameriera con un cenno.

Percorse in manette il cortile e attraversò il cancello.

Fuori c'era un giornalista che scattava delle foto.

Leonardo chiese soddisfatto: "Cosa vuole dichiarare?"

Elena si rivolse verso di lui per essere fotografata meglio. "Non mi vergogno di andare in carcere. Ho un messaggio per i miei figli: ricordatevi che non vi dimenticherò mai e che resteremo uniti per sempre."

Dopo quelle parole salì sulla volante e diede un ultimo sguardo a villa Bacco: una casa in cui si erano scontrati amore, soldi e potere in una catena che finalmente si sarebbe fermata.

***

Durante il viaggio evitarono di passare per il centro di Roma e girarono nella periferia.

Chiave: il lato oscuro della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora