Secondo volume.
Passioni travolgenti, continui colpi di scena ed emozioni forti sono i protagonisti del secondo volume di Chiave. Pip e Caroline stanno ritornando a Cipro, ma l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. La famiglia Bacco ha trovato un pre...
Pip si schiarì la voce. "Chiamo dall'ufficio di Şahin."
Luke si ricordò di quella voce e gli sembrò quasi un sogno poterla risentire.
Il ragazzo era imbarazzato e volle riattaccare, ma Gökay doveva essere arrestato al più presto.
"Pip?" chiese speranzoso il commissario.
Lui annuì. "Sì, sono io. Come stai, Luke?"
Quando l'uomo ebbe la conferma, sorrise felice. "Bene. Ti cerco ormai da quasi tre settimane e adesso che sento la tua voce non riesco ancora a crederci!"
Pip lo interruppe: "Rimandiamo i saluti alla prossima volta. Şahin è stato rinchiuso in una cella per giorni e il suo assistente più fidato ha occupato il suo posto. Io e Caroline abbiamo risolto la situazione e sono qui con Gökay. Vieni tu ad arrestarlo?"
Il volto di Luke si scurì. "Sì, arrivo subito con i miei colleghi. Rimani lì con Caroline?"
"Non ti assicuro niente" rispose secco Pip e terminò la telefonata.
Il ragazzo uscì dalla stanza: sapeva che presto avrebbe incontrato la madre, ma ciò comportava anche rivedere Luke. Era in imbarazzo dopo essere scappato da Laos quasi un mese prima e non voleva affrontarlo.
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Intanto Damiano giunse davanti al palazzo di Bashir. I soldati giravano negli ampi giardini e si preparavano per la guerra. Erano stanchi di combattere, ma Bashir li aveva riempiti di speranze.
Il giornalista riuscì a entrare e vide scendere il maggiordomo dalle scale. L'aveva già incontrato due giorni prima.
Appena l'uomo lo notò, esclamò: "Non dovrebbe essere qui."
"Lo so, ma sono venuto per vedere Cherifa. È possibile?"
Fadi rispose abbassando lo sguardo: "Bashir non le consente di uscire dalla sua camera. La tratta con disprezzo. Sembra in prigione. Almeno il padre le consentiva di girare per il palazzo." Si avvicinò e abbassò la voce: "L'ho vista. È scura in volto e ha gli occhi segnati. Credo che lui la picchi!"
Damiano strinse i pugni. "Non posso permetterlo! Vado in camera sua!"
"Aspetta!" esclamò Fadi.
Il giornalista ribatté: "Devo andare da lei!"
Il capo dei camerieri annuì. "Voglio aiutarti. Non puoi girare per il palazzo, perché le guardie ti uccideranno. Ho un'idea. Vieni con me. Ti do delle ceste. Devi dire alle guardie che stai andando a prendere gli ortaggi nell'orto vicino al corridoio dove c'è la sua camera. Va bene?"
Il giornalista sorrise e ringraziò per l'aiuto.
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