Il ragazzo esclamò, spazientito: "Perché? Che senso ha proseguire dopo tutto ciò che ci è successo?" Cominciò a piangere. "Ogni volta che siamo felici accade qualcosa di brutto. È capitato tante volte, mamma, e non puoi negarlo."
"Questa volta è diverso" tentò di dire lei, avvicinandosi al figlio.
Lui scosse la testa. "Certo, fino a quando la sfortuna si abbatterà di nuovo su di noi..."
Aura gli accarezzò una guancia. "Perché parli così?"
"Sono stanco, mamma" spiegò lui, cercando di asciugarsi le lacrime. "Non riesco a sopportare tutto questo dolore. Non ti rendi conto che ormai questo viaggio è diventato... surreale?"
Aura aggrottò le sopracciglia. "Perché?"
"Hai anche il coraggio di chiedermelo?" replicò lui, stizzito. "Perché siamo arrivati a uccidere decine di persone solo per la nostra sopravvivenza. Io... non riuscirò più a vivere con questo peso sulla coscienza! Sono stato io, mamma. Sono stato io a proporre di modificare i registri senza ucciderci, ma non potevo pensare che la bomba sarebbe scoppiata lo stesso. È... tutta colpa mia" concluse, con voce rotta.
Aura lo abbracciò. "Non devi neanche pensarlo, Pip. Quell'uomo stava per ucciderci e l'unico modo per evitarlo era quella proposta."
Il ragazzo scosse la testa e si allontanò da lei. "Voglio ritornare a Veen. Non m'importa più niente di questo viaggio, ormai Londra è diventata solo un miraggio. Ritorneremo nella nostra casa insieme a Luke e io continuerò a lavorare nei campi da Jakob." La madre gli si avvicinò e lui continuò: "Ti ricordi come eravamo felici prima che mio papà si ammalasse? Eravamo poveri, ma ai nostri occhi non ci mancava nulla perché eravamo una famiglia unita e serena."
Aura si morse la lingua. "Cosa succederà al flauto e al ciondolo di Caroline?" chiese lei, con voce triste.
Il volto di Pip si aprì in una smorfia e si mise le mani sul volto, agitato. "Non lo so. Potremmo conservarli per tempi migliori. Avevo promesso a Caroline che avrei tenuto il ciondolo e che sarei entrato in quel caveau, ma ormai nulla di tutto ciò ha senso."
"Ti sbagli" insistette lei, accarezzandogli la schiena. "Questo è solo un momento di sconforto, è normale dopo ciò che è successo. Non possiamo ritornare a Veen per vari motivi."
"Quali?" chiese lui con la voce spenta.
Ormai aveva perso ogni speranza.
Aura guardò il pavimento cercando un appiglio per convincerlo a non arrendersi. "Ti ricordi cosa hai promesso a Jim?"
Il ragazzo annuì, ma liquidò la questione con un semplice: "Capirà."
Aura insistette: "Gli avevi promesso che una parte dei soldi ricavati dalla vendita del flauto sarebbero stati suoi. Ti sentivi in colpa per ciò che gli era successo e per ringraziarlo gli avevi fatto questa promessa."
Pip continuò a scuotere la testa. "È più forte di me, mamma. Ormai sono stanco di viaggiare. Ogni volta che ci sembra di essere felici, succede qualcosa di brutto. Jim capirà, gli parlerò io stesso."
La madre gli toccò le spalle, costringendolo a guardarla negli occhi. "Un mese fa, su quel treno, ci sono state decine di morti. Sono stati uccisi per far vivere noi, giusto?"
Il figlio non rispose e si limitò a guardarla senza capire dove volesse arrivare.
"Giusto?" ripeté lei, alzando di poco la voce.
Pip annuì, sentendosi ancora di più in colpa.
"Grazie al loro sacrificio noi possiamo continuare il nostro viaggio. Se invece ritornassimo a Veen, a cosa sarebbe servita la loro morte? A niente" concluse la donna, cercando di ragionare in modo lucido.
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Chiave: il lato oscuro della luce
AdventureSecondo volume. Passioni travolgenti, continui colpi di scena ed emozioni forti sono i protagonisti del secondo volume di Chiave. Pip e Caroline stanno ritornando a Cipro, ma l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. La famiglia Bacco ha trovato un pre...