Una bomba sul treno (parte terza)

44 12 5
                                    

Lei continuò: "Non capisco ancora come tu abbia potuto perdonare tua zia. È stata lei a firmare quel documento che ha permesso a Broxen di averti per sé. Ha già tradito una volta la tua fiducia, quella donna non merita un'altra possibilità. Ti sei già dimenticato di tutti i soprusi che mi hai appena raccontato? Se sono successi, è solo colpa sua."

Si fermò, con il fiato corto. Non era riuscita a trattenere il suo sdegno per quella notizia.

Mario si morse un labbro: "Conosci il termine perdono?"

Lei si avvicinò sempre di più: "È proprio perché conosco il suo valore che non lo concedo a tutti. Non riuscirò mai a comprendere cosa ti ha spinto a..."

"Voglio una famiglia, okay?" sbottò lui. Mario la guardò negli occhi: "Voglio recuperare l'infanzia persa. Desidero vivere sotto un tetto come tutte le persone civili, affiancato dall'amore dei miei cari." Lei stava per replicare, ma lui la fermò: "So già cosa starai per dire: posso avere tutto questo anche in casa famiglia, ma... Voglio vivere una vita normale, quella che non ho mai avuto. Mi è bastato sentire mia zia al telefono per comprendere quanto fosse pentita del suo gesto. Anche lei ha sofferto molto. Non posso paragonare ciò che ho vissuto io e ciò che ha passato lei perché sono due sofferenze diverse, ma di uguale importanza. È stato difficile per entrambi!"

Ilaria commentò con sdegno: "Quindi vorresti farmi credere che tua zia non ha mai passato un istante di gioia in questi sei anni? Sono stata sotto il giogo di Broxen per un solo giorno, ma è stato il peggiore della mia vita. Tu invece hai vissuto sei lunghi anni, ogni giorno più sofferente del precedente." Si fermò e poi concluse: "Non devi perdonare tua zia."

Lui cominciò a ridere: forse aveva capito perché Ilaria teneva così tanto a quella questione. Mise entrambe le mani sul tavolo: "Beh, sei davvero sicura che si tratta solo di questo?" Ilaria non capì il significato delle sue parole e lui proseguì: "Se lascio la casa famiglia... ci allontaneremo e non potremo passare del tempo insieme."

Lei abbassò lo sguardo: non aveva ancora pensato a quell'eventualità. Preferiva non considerarla, anche se sapeva che, prima o poi, avrebbe dovuto affrontarla.

Ci fu un attimo di silenzio, al termine del quale lei aggiunse: "E se anche fosse? Io... provo un sentimento davvero forte per te. Sono stata delusa da tutte le persone più importanti della mia vita: da mamma, da papà... Sono delle figure che si sono allontanate e che non torneranno più nella mia vita. Non voglio perdere anche te. Certo, ho comunque mio fratello Carmine, ma lui si ostina a difendere ancora mamma, non è capace di ragionare in modo obiettivo. Mi rimani solo tu..." Si voltò per non guardarlo negli occhi: "...ma non posso chiederti di rimanere in casa famiglia solo per stare con me, non ne ho il diritto. Non voglio sembrare una ragazza viziata ed egoista perché non lo sono."

Mario si asciugò la fronte sudata: "Così mi metti in difficoltà, ti rendi conto? Anche io sto provando un forte sentimento per te, ma... non posso rinunciare alla vita che voglio costruire..."

Lei si alzò: non voleva continuare quella conversazione a senso unico.

Lui la bloccò: "Desidero che tu ne faccia parte. Vieni a vivere con me e con mia zia. Sono sicuro che andrete d'accordo!"

Lei sorrise al pensiero, ma doveva affrontare la realtà: "E Carmine? Non posso lasciarlo solo in casa famiglia, non me lo perdonerebbe mai..."

Lui propose, in preda all'emozione: "Può venire a vivere con noi!"

Ilaria rise a quella proposta perché sapeva che sarebbe rimasta solo un bel sogno. Si sedette di nuovo: "Credi davvero che una donna single, con problemi di droga alle spalle e che ha taciuto il tuo rapimento, possa adottare tre ragazzi con un passato difficile? Mi dispiace, ma rimarrà solo un sogno. Sarebbe bello, ma non avverrà mai."

Chiave: il lato oscuro della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora