Tutto per un uomo (parte settima)

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Nella mente, però, la voce della coscienza le stava parlando, stava urlando, stava cercando di sovrastare tutte le sensazioni che la stavano travolgendo. Le stava suggerendo di fermarsi, di smettere finché era in tempo. La verità era che Cherifa non si sentiva pronta a compiere quel passo, aveva paura. Si era ripromessa più volte che avrebbe donato tutta se stessa solo all'uomo della sua vita. Lei era certa che fosse Orazio, ma... se si stesse sbagliando? E se, in seguito, se ne fosse pentita? Quei pensieri stavano torturando la sua mente, che stava combattendo tra il desiderio sempre più crescente e la voglia di fermarsi.

Orazio passò a baciarle il petto, per poi scendere sempre più in basso.

Si alzò e cominciò a sbottonarsi la camicia bianca di lino.

Lei approfittò di quel momento per alzarsi dal letto. "Aspetta... un attimo!"

Lui rimase in ginocchio sul letto con la camicia semi sbottonata. "C'è qualcosa che non va?"

Lei scosse la testa e, passandosi una mano tra i capelli, abbassò lo sguardo. Più vedeva il suo corpo e più le veniva voglia di baciarlo.

"No, è... tutto perfetto, però..." Si voltò e commentò: "Che stupida che sono stata! Non ti ho offerto nulla da bere! Vuoi qualcosa?"

Lui sorrise e scese dal letto.

Si stava avvicinando e lei si allontanò, timorosa.

"Secondo te voglio bere?" le domandò, guardandola fissa negli occhi.

Cherifa non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle iridi verdi che la attraevano a sé, quelle piccole perle che la puntavano brillanti.

Schiuse le labbra e si allontanò da lui, avvicinandosi alla finestra.

Aprì le tende e gli consigliò di ammirare il paesaggio. "Hai visto che bel panorama? Ci sono tante luci, un vero arcobaleno di colori!"

Lui la cinse da dietro e lei riuscì a sentire il suo respiro sulle orecchie, in cui Orazio le sussurrò: "Secondo te ho voglia di ammirare il paesaggio?"

Lui cominciò a massaggiarle l'addome e pian piano con le mani salì fino al seno, mentre i suoi baci sul collo continuavano sempre più roventi.

Lei fu costretta ad alzare la testa e dalle sue labbra uscirono dei gemiti di piacere.

Con una mano sfiorò il telo della finestra e, cercando di combattere contro il desiderio che stava provando, commentò: "Hai notato che tutte le tende dell'appartamento sono dello stesso colore?"

Lui annuì e cercò di toglierle la maglietta nera che indossava.

Lei non glielo permise, bloccandolo con le sue mani. "È una scelta strategica... cioè, ho intenzione di cambiare il colore della tenda per ogni stagione. Ora sono verdi perché siamo in autunno, poi a dicembre le cambierò in viola e..."

Lui le sussurrò all'orecchio: "È tutto molto interessante, ma io vorrei che continuassi a baciarmi..."

Lei annuì e deglutì. Aveva paura del passo che stava per compiere e per quel motivo stava cercando di rimandare il momento fatidico con lui. Sapeva che non poteva posticipare in eterno, ma era anche bloccata. Non riusciva a lasciarsi andare, nonostante tutto l'amore che provava per lui. Voleva preservare il loro rapporto, non sporcarlo.

Lui si staccò da lei e la costrinse a voltarsi. "Cherifa, sei sicura che vada tutto bene?"

Lei annuì, tranquillizzandolo con un ampio sorriso.

"A me non sembra" replicò lui, prendendole le mani. "Mi pare che cerchi in ogni modo di non lasciarti andare."

In quell'istante la paura la stava bloccando. Non poteva continuare a mentirgli, non se lo meritava.

"Io... ho paura" confessò lei, tremando.

Lui annuì. "L'avevo capito. È la prima volta per te?"

"Sì" si lasciò sfuggire lei, i suoi occhi sempre più incatenati in quelle iridi smeraldo di Orazio.

Lui sorrise e le spostò i capelli dal viso. "Se vuoi, possiamo rimandare. Non è essenziale farlo stasera se non te la senti. Io ti amo a prescindere."

Quelle parole contribuirono a farla stare meglio.

"Non voglio deluderti..." confessò lei, che si stava maledicendo per la sua incapacità di lasciarsi andare.

"Se pensi questo, significa che non hai capito nulla di me. È vero, voglio passare una notte con te, ma... possiamo anche dormire abbracciati. L'importante è stare insieme" spiegò lui in modo dolce.

Lei si girò di nuovo verso la finestra e, per un attimo, oltre le insegne dei negozi e l'impenetrabile oscurità della notte, riuscì a distinguere la propria figura riflessa sul vetro. Dietro di lei c'era Orazio, che le stava cingendo la vita.

"Non farei mai qualcosa che tu non vuoi" sussurrò lui con dolcezza.

Lei chiuse gli occhi e tirò un profondo sospiro.

Si girò e gli mise le mani intorno al collo. "Tu... sei già stato con qualcun'altra?"

Lui abbassò lo sguardo. "Sì"

In quelle lettere, che sembravano quasi un sussurro, lei intravide un velo di inquietudine, di mistero.

Si avvicinò di più a lui e si sentì attratta dal suo profumo.

Gli accarezzò le guance, solleticandogli la barba ben curata, e con le dita scese fino al suo collo, per poi passare sul petto. Il contatto con la sua pelle e con i suoi muscoli in tensione le provocò un improvviso calore. Lei stava tremando, dal suo viso stavano scendendo piccole gocce di sudore. Aveva sempre desiderato quel momento, ma al contempo ne aveva paura. Ne era attratta, ma era anche timorosa.

Arrivò al terzo bottone della sua camicia di lino e lo sbottonò, poi passò al quarto e al quinto.

Compì quei gesti in maniera lenta, quasi solenne. A ogni contatto con la sua pelle, il cuore le esplodeva nel petto. Sembrava che fosse in una pentola a pressione che stava cuocendo a un fuoco troppo alto. La saliva nella sua bocca era scesa a zero, forse anche meno. La sentiva secca, umida.

Poi, le sue mani si posarono sul colletto della camicia e pian piano gliela levò, facendola cadere dolcemente a terra.

Spostò lo sguardo sul suo addome e si fermò a contemplare i suoi pettorali guizzanti, gli stessi che le era sembrato di notare durante il loro primo appuntamento un mese prima. Sentì il bisogno irrefrenabile di toccarli e, con il cuore che continuava a martellarle nel petto, lo fece.

Con le dita sfiorò il suo petto e a quel contatto capì che anche lui stava sudando, anche lui era emozionato, proprio come lei.

Passò una mano su tutto l'addome, concentrandosi in modo particolare sui suoi pettorali, per poi terminare sull'ombelico e sul contatto con i suoi jeans.

A quel punto alzò gli occhi che sembravano oscurati dalla vergogna, ma poi vide le gemme verdi incastonate sul volto di Orazio e prese sempre più sicurezza. 

Spazio Sly

Come promesso, ho pubblicato la settima parte del diciottesimo capitolo. Cosa ne pensate?

Cherifa è combattuta: non sa se frenare il desiderio che sente per Orazio oppure lasciarsi andare. Abbassare le difese, per una volta, e fare ciò che vuole e non ciò che deve. Mi ha fatto divertire il fatto che Cherifa cercasse in ogni modo di ritardare il fatidico momento. Alla fine sembra che abbia preso una decisione. La porterà avanti oppure anche stavolta si ritrarrà? Vi anticipo che la prossima è anche l'ultima parte del diciottesimo capitolo.

Vi invito a lasciare un commento per esprimere la vostra sincera opinione. Mi piacerebbe che intervenissero anche i lettori silenziosi, che si facessero sentire in qualche modo. 

Ci vediamo sabato con la prossima parte!

Ps. 

Oggi è il mio compleanno^^

Chiave: il lato oscuro della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora