Tutto per un uomo (parte terza)

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Mangiava con lentezza, infilzando poca carne alla volta, come se volesse ritardare la fine del pasto. I suoi occhi erano troppo impegnati a ispezionare ogni angolo della mensa. Sapeva benissimo che Mario era in quella struttura e prima o poi anche lui sarebbe sceso a mangiare. Lei avrebbe colto, così, il momento per parlargli. Gli doveva delle spiegazioni: perché non l'aveva chiamata? Perché era ritornato prima del previsto accompagnato dalla polizia? Non riusciva a darsi una risposta. O, almeno, qualcosa aveva intuito, ma non voleva pensarci, non avrebbe sopportato un altro duro colpo. Voleva sapere la verità, anche se l'avrebbe ferita, anche se avrebbe spezzato di nuovo il suo cuore, ma lo preferiva, piuttosto che vivere in una costante incertezza.

A un certo punto, vide una figura che si stava avvicinando a lei e sbuffò: era suo fratello.

Afferrò il bicchiere e bevve tutto d'un sorso.

"Mi spieghi perché mangi sempre sola lontano dagli altri?"

"E tu mi spieghi perché ti siedi sempre al mio tavolo?" ribatté lei, d'istinto.

Carmine rimase stupito da quella reazione e rimase in piedi, con il vassoio in mano.

Lo appoggiò sul tavolo, leggermente piccato. "Stasera non sei di buon umore, a quanto vedo..."

"Dovrei esserlo? Non ho nessun motivo per essere allegra..." continuò lei con voce monocorde.

Carmine alzò gli occhi al cielo. "Il primo giorno di scuola dopo più di un mese deve averti distrutto, eh?"

"Sai che quello non è un problema. Anzi, lo studio è l'ultimo dei miei pensieri..." spiegò lei, continuando a mangiare.

Lui sospirò. "Strano, fino a qualche tempo fa non era così... Quando eravamo a casa, eri tu che mi costringevi con la forza a studiare..."

"Stiamo parlando di un'altra vita. Le persone cambiano, Carmine, e prima lo impari, meglio è" lo punzecchiò lei con tono neutro.

"Stasera sei proprio intrattabile!" urlò lui a denti stretti. Si alzò e prese il vassoio. "Vado a mangiare con qualcuno che apprezza la mia presenza!"

Lei scosse la testa. "No, aspetta! Non andartene..." lo fermò lei, mettendosi una mano sul volto. "Scusa, è tutta colpa mia... Ho così tanti pensieri in mente che ho finito per trattarti male. Mi dispiace!" Si alzò e si avvicinò a lui. "Dai, siediti. Apprezzo molto la tua compagnia!"

Lui annuì e si accomodò, dopo un attimo di titubanza.

Cominciò a mangiare la pasta al pesto che aveva preso. "Scommetto che in cima ai tuoi pensieri c'è un'unica persona, un nome che ha cinque lettere... Vero?"

Lei non rispose e continuò il suo pasto, guardando gli altri tavoli per vedere se Mario fosse sceso.

Carmine si pulì le labbra con il tovagliolo. "Ho capito: chi tace acconsente!"

Lei cercò di cambiare argomento. "Non possiamo parlare di altro? Per esempio della scuola. Com'è andata?"

"Mi hai appena detto che lo studio è l'ultimo dei tuoi pensieri. Non voglio mica annoiarti..." rispose lui, che voleva che la sorella si confidasse. "Guarda che puoi dirmi tutto. Forse parlarne ti aiuterà a capire meglio cosa ti passa per la testa."

Lei lo guardò e sospirò sconsolata. Non poteva parlargli di Mario perché aveva promesso a Massimiliano di mantenere il silenzio. Ma forse Carmine poteva aiutarla a capire cosa stava succedendo in casa famiglia...

Strinse la forchetta e continuò a mangiare.

Il fratello sospirò. "Va bene, è meglio cambiare argomento." Bevve un bicchiere d'acqua e poi esclamò: "Oggi pomeriggio ero in bagno. Indovina cosa ho visto dalla finestra!"

Chiave: il lato oscuro della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora