Un ritorno inaspettato (parte quinta)

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"Ho solo ricambiato il favore" sorrise lei, rammentando il periodo di Algeri.

Calò il silenzio.

Alcuni infermieri passarono lungo il corridoio e trascinarono i carrelli con i medicamenti.

Cherifa si voltò verso Damiano e gli sfiorò una guancia. "Anche tu sei pallido. Hai mangiato qualcosa a pranzo?"

Lui scosse la testa. "No, stavo aspettando che Elisabetta si assopisse."

La ragazza indicò la porta. "Dai, vai a mangiare. Sto io con Elisabetta!"

Lui assottigliò gli occhi. "Sei sicura?"

Lei annuì e si passò una mano tra i capelli. "Beh, non credo di starle molto simpatica. Secondo te mi caccerà dalla stanza?"

Damiano forzò un sorriso. "Probabile." Si alzò: "Vado da lei per avvertirla. Arrivo subito."

Cherifa annuì e si raccolse i capelli dietro a una spalla.

Damiano socchiuse la porta e vide Elisabetta intenta a sedersi.

"Ehi, attenta!" la avvisò avvicinandosi al letto.

Lei appoggiò la schiena sul letto, digrignando i denti e con il fiato corto.

"Volevo solo sedermi... Cosa ti ha detto? Di cosa avete parlato?" chiese, di fretta, come se fosse più importante della sua salute.

Lui si sedette. "Ora calmati. Lei mi ha aiutato molto nel periodo in cui tu eri prigioniera."

Il volto pallido di Elisabetta si scurì di colpo. "Ti ha consolato, per caso?"

Lui le prese una mano. "Non dirlo neanche per scherzo." Accarezzò la sua pelle albina: "Io amo solo te."

Lei fu quasi confortata da quelle parole e il suo petto, che si stava alzando e abbassando ritmicamente, si calmò.

Damiano le sussurrò a un orecchio: "Ora vado a mangiare qualcosa, ma non ti lascio sola. Cherifa ti terrà compagnia..."

Gli occhi della donna si spostarono di colpo sui pozzi neri del giornalista.

"Non voglio la sua finta compassione. Lei finge di essere mia amica, ma in realtà sappiamo bene a chi mira" spiegò lei, accigliata.

Damiano sbuffò e si alzò. "In questo mese ci sono state tante novità nella sua vita. Nel suo cuore c'è posto solo per una persona, e quella non sono io."

Elisabetta alzò la mano e Damiano capì che voleva sedersi meglio.

La aiutò a drizzarsi e le sistemò il cuscino dietro alla schiena.

Elisabetta si sedette di nuovo e lasciò che i suoi lunghi capelli biondi le cadessero sul petto.

Damiano si avvicinò al suo viso e le lasciò un bacio a fior di labbra.

Lei sorrise: lui la amava, sopra ogni ragionevole dubbio. Era tenero nei suoi confronti ed era pronto a gettarsi nell'inferno più scuro per lei.

Il giornalista prese il suo giaccone e uscì, mandandole un bacio con la mano.

Lui aprì la porta e Cherifa si alzò, con la borsa in una mano.

Si scambiarono un sorriso d'intesa e poi lei entrò, salutandola con un timido "Ciao."

La ragazza non sapeva cosa dire. Le tremava la voce perché sapeva che non erano mai state in buoni rapporti.

Si fermò sulla porta, come se attendesse il permesso per entrare.

Chiave: il lato oscuro della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora