Furto con sorpresa (parte settima)

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Carmine annuì e cominciò a girare la sua zuppa, continuando a guardarla con occhi poco convinti. "Ehm... e allora di cosa vuoi parlare? Del cibo della mensa?"

Ilaria abbozzò un sorriso. "Beh, almeno in quello abbiamo un punto d'incontro!"

Si arrotolò la manica del golfino bianco che indossava e guardò l'orologio al polso: erano quasi le otto meno un quarto.

Si alzò di scatto; il momento di parlare con Mario era finalmente arrivato.

"Dove vai?" domandò Carmine, che stava per mangiare il primo boccone di zuppa.

"In bagno" si affrettò a rispondere la sorella, guardandosi intorno.

"Di nuovo? Già oggi a pranzo ti sei alzata per lo stesso motivo. Allora è vero che il cibo della mensa ti fa cagare!"

"Carmine, non usare certi termini! La mamma non vorrebbe..." lo sgridò lei, cercando di vedere dove fosse Massimiliano.

Finalmente lo individuò: stava parlando con alcuni educatori accanto alle macchinette.

"Beh, io però qui non vedo nostra madre, come mi hai detto tu prima."

Ilaria sbuffò e Carmine assottigliò gli occhi; aveva notato un certo nervosismo da parte della sorella.

Si girò nella direzione in cui lei stava guardando. "Cosa c'è di così interessante?"

"Niente" si limitò a dire Ilaria, in un soffio.

Gli mise una mano sulla spalla. "Arrivo subito, spero. E mi raccomando: mangia tutta la zuppa, altrimenti mamma si arrabbia."

Carmine le indirizzò una linguaccia e continuò a guardare con sospetto quella zuppa, pentendosi di averla presa.

Ilaria uscì veloce dalla mensa, controllando che Massimiliano stesse ancora parlando con gli educatori.

Sperò che lo intrattenessero ancora per molto e percorse il corridoio che la conduceva nell'atrio.

Arrivata lì, si bloccò. Vicino all'accesso delle scale c'era la segretaria, colei che si occupava tutto il giorno di riportare delle informazioni dai registri al computer e di prendere appuntamenti.

Come avrebbe giustificato il fatto di salire ai piani superiori?

Avrebbe potuto utilizzare l'ascensore e...

"C'è qualcosa che non va?" chiese la segretaria, sistemandosi i suoi occhiali dalla montatura nera.

Ilaria scosse la testa. "No, è che... devo andare un attimo in bagno. Dopo torno a mangiare..."

"Tranquilla, vai pure" la rassicurò la ragazza con un cordiale sorriso.

Come se avessi bisogno del tuo permesso per andare in bagno, pensò Ilaria ringraziandola con un filo di voce.

Decise di prendere l'ascensore e, poco dopo, salì premendo il bottone che indicava la fermata all'ultimo piano.

Appena le porte si chiusero, Ilaria tirò un respiro di sollievo. Se l'era cavata, ma stava per arrivare la parte più difficile: parlare con Mario prima che Massimiliano gli portasse la cena.

Cercò di frenare la fame che le faceva brontolare lo stomaco concentrandosi sul segnale che doveva effettuare davanti alla camera di Mario: tre colpi secchi, decisi, freddi. Tre colpi che la separavano da Mario. Tre colpi che le avrebbero permesso di scoprire la verità. Tre colpi, la sua ultima speranza.

Si guardò allo specchio dell'ascensore e notò due grosse occhiaie sotto gli occhi: aveva dormito poco in quelle notti e il risultato già si vedeva.

Chiave: il lato oscuro della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora