Attraversando quel corridoio, cominciò a tremare: si sentiva come se il freddo le penetrasse le ossa, nelle orecchie voci indistinte e altri chiavistelli che saltavano in lontananza.
Tutto il discorso che si era preparata per esprimere il suo odio alla propria madre si era trasformato in una massa indistinta di parole senza alcun legame tra loro.
Sospirò più volte, il cuore che aumentava i propri battiti a ogni passo.
A un certo punto scorse una porta alla fine del corridoio e serrò le labbra d'istinto: là dietro c'era sua madre, la sua dolce madre, se lo sentiva.
Annusò l'aria e insieme al profumo di ferro le parve di percepire anche la puzza di una traditrice, un olezzo che superava ogni logica umana.
La guardia si fermò davanti alla porta e si rivolse alla ragazza. "Ci siamo. Qui dietro c'è tua mamma. Terrò la porta socchiusa e assisterò da qui, ma tu puoi entrare."
Ilaria annuì con sguardo inespressivo e sospirò di nuovo per cercare la forza di entrare in quella stanza e non vomitarle subito in faccia tutto il suo odio. Doveva mantenere un tono pacato, almeno all'inizio, altrimenti non si sarebbe divertita abbastanza.
La donna aprì la porta e quel movimento fu seguito da un rumore sordo.
Poi la guardia si spostò e mise una mano su una spalla di Ilaria, come per invitarla a entrare.
La ragazza guardò l'interno: da lì poteva scorgere la stessa parete scura del corridoio e un tavolo in legno al centro, vicino al quale si era appena alzata una donna che pareva lontanamente sua madre.
Ilaria oltrepassò la porta e la sentì socchiudersi alle sue spalle.
Annusò di nuovo l'aria e dovette resistere alla tentazione di tapparsi il naso: l'odore di traditrice era troppo forte, quasi nauseante, un odore che superava persino quello che emanava la cesta di calzini sporchi dell'intera famiglia Bacco.
Affondò le mani nelle tasche dell'ampia felpa verdognola che indossava e osservò con attenzione la figura davanti a sé: il ventre rigonfio nascosto dentro un vestito largo rosa pallido, i capelli corti scuri e il volto smunto. Nonostante fosse incinta, era come se fosse dimagrita: le braccia e le gambe parevano più magre di quando l'aveva vista l'ultima volta.
Si ricordava di quando, da piccola, le correva incontro per abbracciarla e pensò che se in quel momento l'avesse fatto, avrebbe rischiato di romperle le ossa.
Si allontanò di un passo, quasi non riconoscendo la donna che la guardava con sguardo implorante. Non poteva essere sua madre. Era sempre stata molto attenta al proprio fisico e alla cura dell'aspetto esteriore, quella sembrava il ricordo sbiadito di una vita agiata ormai lontana.
"Ilaria."
La ragazza sorrise; ecco cosa non era cambiato: la sua voce. Quel timbro che in quel momento le pareva così fastidioso, più fastidioso del suono della sveglia alle sei e trenta di mattina. Era lo stesso tono con cui aveva cominciato a parlarle un mese e mezzo prima, quando le aveva confessato di averla venduta. In più, nonostante in quell'occasione non avesse potuto vederla negli occhi, era pronta a scommettere che aveva avuto quella stessa espressione da finta santa, quello sguardo che urlava pietà e che nascondeva la malvagità.
"Mamma" esordì lei facendo un passo in avanti e inarcando un sopracciglio.
Non l'aveva detto con tono amorevole, in quelle lettere si nascondeva un non velato senso di scherno.
"Vedo che te la passi bene qui."
Elena appoggiò le mani sul ventre e abbassò lo sguardo. "Più o meno."
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Chiave: il lato oscuro della luce
AdventureSecondo volume. Passioni travolgenti, continui colpi di scena ed emozioni forti sono i protagonisti del secondo volume di Chiave. Pip e Caroline stanno ritornando a Cipro, ma l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. La famiglia Bacco ha trovato un pre...