Furto con sorpresa (parte decima)

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"Dove sei?" urlò in preda al panico.

Avanzò di qualche metro e spostò lo sguardo da una parte all'altra, sperando di incrociare la figura della ladra.

Attorno a sé, però, scorgeva solo le insegne luminose della città.

"Dannazione!" gridò, colto da un attacco d'ira.

Camminò lungo il terrazzo dell'hotel, l'unico soffitto era il cielo stellato che lui non voleva contemplare perché era troppo impegnato.

A un certo punto, notò dei fili ai quali erano attaccate le lenzuola.

Quei panni sembravano danzare sulle note del vento che rimbombava nelle orecchie di Damiano.

Il giornalista avanzò verso le lenzuola e le spostò come se fossero delle tende, riuscendo finalmente a scorgere Dark Rose. La ragazza era appoggiata alla balaustra e guardava davanti a sé, le mani incrociate al petto e un lungo ghigno che le sfuggiva dalle labbra. I suoi lunghi capelli corvini mossi dal vento le coprivano gli occhi.

Damiano si fermò e strinse le mani a pugno. Erano lì, solo loro due. Finalmente era arrivato il momento tanto atteso, un confronto in cui lui avrebbe potuto urlarle in faccia tutto il suo odio.

"Ti è andata male!" gridò per sormontare le urla del vento.

Dark Rose spostò i capelli dal viso. "Lo pensi davvero?"

Lui annuì. "Ormai è arrivata la fine, ti devi arrendere! Tra poco la polizia sarà qui e ti arresterà! Dopo tutto quello che hai fatto, passerai ogni giorno della tua vita in carcere! E questa volta sono sicuro che per te non sarà così facile scappare!"

La ragazza rise. Una risata malvagia, pazza.

I capelli le coprirono di nuovo il volto.

"Sono io che decido quando le cose finiscono, non voi! Nessuno, nessuno, nessuno ha mai deciso per me!"

La ragazza, inaspettatamente, cominciò a piangere. Le lacrime erano velate dai capelli che le coprivano il volto.

Il giornalista avanzò di un passo. Dark Rose stava crollando, doveva continuare su quella linea.

"Io... so cosa significa. Ti senti sola, persa. Nulla ha senso e non riesci a vedere un futuro radioso. Stai maledicendo il destino per averci fatto incontrare. Dio, o qualunque altra cosa ci sia lassù, ti sta facendo soffrire inutilmente e tu non meriti tutto questo. Nessuno merita un dolore così grande!"

"Non ti avvicinare!" gridò lei, capendo il suo gioco.

Si alzò e, salendo sul parapetto, si mise a cavalcioni.

Il forte vento continuava a imperversare sul terrazzo e la sbilanciava verso il basso.

Damiano guardava la scena attonito. "Ma... cosa stai facendo? Vuoi cadere di sotto?"

Lei urlò, aggrappandosi al parapetto: "Ehi, non ti avvicinare o mi butto di sotto! Ma forse... è proprio quello che vuoi, no?"

Il giornalista alzò le mani. "No, aspetta, io... posso aiutarti! Posso farti lasciare l'hotel senza essere vista, fidati! Usciremo da questa situazione insieme ed entrambi illesi!"

Dopo aver sentito quelle parole, Dark Rose si girò verso di lui. "No... non mi fido di uno stupido giornalista come te! Di sicuro vorresti qualcosa in cambio... un'intervista, no? Vorresti spiattellare le mie cose in uno di quei sporchi giornaletti!"

Lui tentò ancora: "Cosa vuoi che sia un'intervista in cambio della vita? Ti do la mia parola d'onore che ti aiuterò a scappare da qui e da Mestre!"

Chiave: il lato oscuro della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora