Una nuova vita per Cherifa (parte terza)

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Carmine la interruppe: "Siamo ancora in pericolo? Credevo che aveste risolto la situazione."

"Lasciala parlare" ammonì la sorella.

Elena cominciò con voce fredda: "Tutto è cominciato tre mesi fa, quando sono andata a Mirano per organizzare le aste di beneficenza. Nel periodo in cui sono stata lì ho lavorato a stretto contatto con Lorenzo Gridàmi." Il tono si abbassò. "Eravamo molto amici, ma non sapevo che stesse tramando alle mie spalle. Di sera finivamo tardi il nostro lavoro e andavamo a mangiare in una taverna. Lui mi metteva delle pasticche nel bicchiere in modo da intontirmi e il giorno dopo non mi ricordavo nulla."

Carmine non capì. "Perché si comportava così?"

La donna si sforzò di continuare: "Perdevo coscienza e lui mi accompagnava in una camera della taverna."

Il ragazzo continuò a non capire. "Perché?"

Elena trattenne le lacrime. "Mi violentava... ogni sera. Non me ne sono mai accorta" e cominciò a piangere.

Ilaria intuì la verità e spero che si stesse sbagliando. "Se vuoi, possiamo andarcene. Non continuare se non te la senti."

Lei asciugò le lacrime. "Grazie, ma devo togliermi questo peso. Finora ho tenuto tutto dentro, ma non ci riesco più. Lorenzo abusava di me perché voleva indurre una..." Deglutì, volle continuare, ma quella parola continuò a strozzarsi in gola: "...gravidanza."

Carmine restò impressionato e Ilaria si mise una mano davanti alla bocca: aveva ragione.

Il ragazzo cercò di capire: "Quindi quando un mese fa ti ho sentito dire che la storia si stava ripetendo, cioè avere un figlio da un uomo diverso dal marito, parlavi di Lorenzo e non di Pietro."

Lei annuì. "È per questo motivo che Mariano vi ha mostrato un certificato falso. Adesso capite perché abbiamo nascosto la verità. È troppo difficile sopportare tutto ciò."

Carmine continuò a non capire. "Perché Lorenzo si è comportato in modo così crudele?"

La madre spiegò di aver scoperto della gravidanza grazie a Pietro e dei motivi di Lorenzo da una lettera ricevuta poco più di un mese prima. "Lui giocava d'azzardo e, quando perdeva, chiedeva i soldi a uno strozzino. Sapevo che giocava, ma non avrei mai pensato che arrivasse fino a questo punto. Continuava a perdere e chiedere soldi. Lo strozzino gli diceva che non doveva preoccuparsi e che li avrebbe restituiti con calma. In poche settimane è arrivato ad accumulare un grande debito. L'uomo l'ha portato in una struttura e ha proposto una soluzione al problema." La donna rabbrividì: pensare a quei momenti era troppo duro per lei. Si sforzò di proseguire: "Lo strozzino gli ha ordinato di firmare un contratto per estinguere il debito."

Carmine continuò a non capire: "Cosa c'era scritto nel documento?"

Lei esclamò: "Doveva costringermi ad avere una gravidanza..." La voce si spezzò in gola e continuò a piangere: "Devo portarla a termine e alla nascita della creatura la banda per cui lavora lo strozzino la prenderà con sé."

Ilaria strinse forte Carmine.

Il ragazzo era incredulo. "Ecco perché non puoi affezionarti a lei..." riuscì a dire pietrificato.

Elena annuì. "Finora ho odiato questa creatura anche se non ha colpe..."

Ilaria chiese titubante: "Per quale motivo vogliono prendere la creatura?"

Elena abbassò lo sguardo. "Per i loro scopi. Questo è quello che c'era scritto. Non so di cosa si tratti, ma posso supporre: forse adozioni illegali o usati come corrieri di droga. Nessuno sospetterebbe mai di un neonato."

Chiave: il lato oscuro della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora