Tutto per il potere (parte prima)

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Nel pomeriggio a Roma il cielo sembrava un soffitto blu senza nuvole. Il sole splendeva forte e con i suoi raggi illuminava ogni angolo. La luce filtrava dalle tapparelle della camera di Elena all'ospedale e i raggi formavano sulla parete strane forme che sembravano persone.

L'ex signora Bacco si svegliò: aprì gli occhi e le parve di sognare. Vedeva sul muro i suoi due figli che la salutavano.

"Ciao..." riuscì a dire dolcemente.

Un'ombra oscurò le due immagini ed Elena capì di aver sognato.

Si girò a sinistra e vide che Alfonso era con lei.

L'avvocato le sorrise e lei provò a ricambiare, ma non ci riuscì. Come poteva accennare un sorriso? Ogni muscolo era dolorante e si sforzò di ricordare cosa fosse successo. Nelle orecchie risuonava solo uno sparo nel silenzio.

I ricordi divennero sempre più vividi: prima aveva sentito dei passi che si muovevano in modo irregolare.

Chiuse gli occhi e vide una figura nera, la stessa che le aveva sparato.

Ricordò tutto e le scappò una lacrima.

Alfonso prese una sedia accanto al muro e si sedette vicino a lei. "Ora non c'è più pericolo. Sei al sicuro."

"Io sì, ma la mia creatura?" chiese la donna in modo istintivo.

Si meravigliò delle sue parole: l'aveva sempre odiata e ora si preoccupava per lei! Entrambe avevano sofferto e condiviso un dolore inimmaginabile.

Alfonso abbassò lo sguardo ed Elena dedusse.

Con voce rotta disse: "Meglio così. Questa creatura avrebbe vissuto l'inferno se fosse nata."

L'avvocato la corresse: "Hai capito male: è ancora viva. Il medico sembra incerto e ha detto che non bisogna illudersi. Adesso la tua piccola creatura sta lottando tra la vita e la morte."

Elena sospirò e si lasciò andare a una confessione inaspettata: "Non so se essere contenta o triste."

Alfonso la guardò. "Perché?"

La donna continuò: "È un vero miracolo che sia ancora viva. Perché è sopravvissuta?"

Alfonso increspò le labbra. "Qual è il motivo per cui ti poni queste domande?"

Elena scosse la testa confusa. "Un uomo ha sparato mirando al mio ventre. Sento un dolore terribile, ma la creatura c'è ancora. Perché non è avvenuto un aborto spontaneo? Ho bisogno di risposte!"

L'avvocato si alzò. "Forse non ci sono. È un vero miracolo, come hai detto tu!"

La donna era ancora più confusa. "Dio ha voluto salvarla. Se è stato così, devo chiedermi il motivo. Perché la creatura deve nascere se è destinata a vivere l'inferno?"

L'avvocato chiese ancora: "Di cosa stai parlando? Spiegami tutto!"

"Non puoi capire!" urlò Elena.

Alfonso ringhiò: "Sono il tuo avvocato e devo sapere tutto perché ti difendo in tribunale!"

Elena sussurrò: "Sono colpevole che dovrò rimanere in carcere per anni. Non potrò vederla crescere e forse, quando saprà di quali reati si è macchiata la madre, mi odierà!"

L'avvocato s'intenerì: "Ti difenderò e mi prenderò cura di te. Gli amici si vedono nel momento del bisogno." Lei forzò un sorriso e lui aggiunse: "Però devi dirmi tutta la verità."

Elena annuì e voltò lo sguardo.

L'avvocato si ricordò di Pietro. "Ho visto il vero padre di Carmine."

Chiave: il lato oscuro della luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora