Capitolo 40

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Non era possibile.

Non lì.

Non in quella casa.

Il mio mondo, le mie ultime certezze, tutto era crollato. Tutto ciò che credevo di conoscere era andato chissà dove.

- tu.. tu.. - balbettai con gli occhi lucidi.

- a quanto pare avevi proprio ragione Mason, non avrebbe retto - disse ridendo.

- pensavo che sarebbe svenuta o qualcosa del genere ma ha retto meglio di quanto pensassi - disse meravigliato prendendosi gioco della mia confusione.

- tu.. come.. - dissi cercando di trovare le parole.

- effettivamente se io fossi nei tuoi panni non ci crederei mai. Insomma, io, Julie, la tua migliore amica, sono l'artefice di tutto. Che assurdità vero? - disse lei mettendosi a ridere.

Eh già

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Eh già. Quella sagoma che scendeva quelle scale, quell'ombra era Julie. La mia migliore amica Julie.

- non è vero, è un'illusione. Lei non è qui e.. no, no - dissi cominciando a urlare. Lei rise.

- illusione? Che fantasia! -

- che ne hai fatto di Julie? -

- Julie? Mai esistita o meglio, non fine ad adesso -

- ma che diamine stai dicendo? - dissi urlando con rabbia.

- ci conosciamo da quando siamo nate, giusto? - annuii cercando di trattenere le lacrime - e ti sei mai chiesta perché? -

- cosa? Perché avrei dovuto chiedermi il perché? -

- avresti dovuto - disse con uno sguardo per niente rassicurante.

- se posso permettermi Juliette, forse dovresti cominciare con il raccontare come tutto è cominciato -

- mi sembra un'idea perfetta - disse guardandolo con ammirazione - falla mettere comoda Mason - disse sorridendo gentilmente.

Improvvisamente, dopo uno schiocco di dita da parte dell'uomo, comparì una sedia alle mie spalle.
La guardai.

- prego - disse la ragazza indicando la sedia. Abbassai lo sguardo e mi sedetti sulla sedia ricoperta di tessuto rosso - bene - disse entusiasta - manca solo un particolare e siamo pronti a cominciare la storia della tua vita! - disse con enfasi.

Mi guardò un'ultima volta e poi improvvisamente si concentrò a guardare alla sua destra.
Nel grande a mal curato salone entrarono due uomini sulle cui spalle c'era una figura che a primo impatto non riconobbi.

- Klaus! - urlai quando i due lo lasciarono cadere a terra, accanto a Julie.

- non osare muoverti, non ti conviene - disse lei. La guardai con odio e cercai di nascondere tutte le mie preoccupazioni.
Intanto alla sua sinistra altri due uomini portavano sulle spalle un'altra figura che riconobbi appena la vidi.

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