Capitolo 8

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Continuai a guardare il libro ormai a terra. Era impossibile, eppure era vero. Era lui e quella era la firma di mia madre. Avevo la bocca socchiusa e gli occhi non si staccavano da quella pagina. Presi il libro e la girai molto lentamente. Era pieno di scritte, pieno di disegni... non era affatto un libro ma un diario. Mi sedetti e cominciai a leggere la pagina dietro quella del disegno...

13 maggio 1875.

"Caro Klaus,

non so come cominciare questa lettera. In fondo non te la darò mai, non posso. Se qualcuno mi vedesse in tua compagnia sarebbe la fine per me.
So che mi odi, vorrei poterti odiare anche io. Io e Moe ti abbiamo visto nel bosco.
Non potevo crederci. Eri pieno di sangue, i tuoi occhi non sembravano i tuoi. Non so se riuscirò mai a guardarti di nuovo.
Sta lontano da me, per sempre. Avrei dovuto ascoltare mia sorella, avrei dovuto crederle. Tu sei un vampiro ed io non potrò mai averti con me'.

'Tu sei un vampiro'.

Cominciai a sentire caldo. Non capivo nulla. Che significava? Cosa voleva dire che lei non lo odiava? Cosa le aveva nascosto sua madre per tutti quegli anni. Lei sapeva, Moe sapeva. Li conoscevano.

Tornai a guardare il disegno. Era perfetto. Non il disegno, ma lui. I suoi occhi mi tornarono in mente.

Trovai finalmente una risposta ad una delle mie domande. I vampiri potevano soggiogare le persone, comandarle qualcosa guardandole semplicemente negli occhi. Era una loro abilità oltre a una straordinaria forza e una velocità inverosimile.
Sua madre aveva scritto tutto ciò in maniera ordinata, come se fossero degli appunti da tenere a mente.

'Bere o indossare verbena protegge dall'esser soggiogati'.

 Chiusi il libro e lo buttai a terra. Sbuffai e chiusi gli occhi. Capii che Klaus aveva tentato di soggiogarmi ma per mia sfortuna, non ci era riuscito. Perchè non avevo dimenticato?

Stavo impazzendo. C'erano dei segreti tra me e i miei familiari e la città, la mia amata New Orleans, era abitata da vampiri. Sentii un rumore e guardai fuori la finestra. Pioveva, pioveva tantissimo. Amavo la pioggia. Per un secondo lasciai andare tutte le preoccupazioni ed aprii la porta. 

Fui subito bagnata

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Fui subito bagnata. Non esisteva cosa più rilassante. Chiusi gli occhi ed aprii le braccia. L'odore della pioggia era meraviglioso. Già immaginavo l'odore dei campi al mattino seguente. Scomparirono improvvisamente tutti i problemi. Aprii gli occhi e spalancai la bocca. Vidi Klaus bagnato osservarmi. I miei occhi si spalancarono e in quel preciso istante sparì nel nulla. Rimasi a guardare il vuoto per troppo tempo. Lui era lì. Era fuori casa mia e non sapevo perché. Tutta la serenità che per un secondo avevo accumulato sparì anche essa nel nulla per lasciare spazio ad un vuoto atroce.

'Clare, è un vampiro', pensai.

Me ne tornai dentro e chiusi la porta. Mi sentivo così sola. Presi il diario e me ne andai in camera mia dove, con i vestiti ancora bagnati, mi gettai sul letto e mi addormentai.

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