Capitolo 30

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Passeggiavo per le strade desolate e guardavo il cielo.

- allora? Cosa vuoi fare? - mi voltai sentendo la sua voce.

- nulla... aspetterò -

- aspettare cosa? Che ti uccida? -

- non mi importa. Sono stanca -

- lo so ma non arrenderti. Non lo fare dolce Clare Rose - io sospirai mi voltai e continuai a camminare.

- non devo essere più la dolce Clare Rose... - sussurai.

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La luce invase la mia stanza improvvisamente. Vidi un'ombra muoversi verso di me.

- Buongiorno signorina Rose. La colazione è quasi pronta -

Mi sedetti sul letto e mi guardai intorno ripensando alla sera prima. La testa mi girava e sentivo ancora l'odore di fumo. La fiamme erano davanti ai miei occhi.

- Signorina Rose, tutto bene? - mi chiese l'ombra avvicinandosi. La vista tornò normale e riconobbi la voce.

- Si signora Kathleen... le dispiacerebbe portarmi la colazione qui, non ho molta voglia di uscire -

- E' richiesta la vostra presenza nella sala da pranzo - disse dispiaciuta.

- Vi prego, non ho voglia di uscire da qui - dissi esausta.

- Vedrò cosa posso fare signorina Rose. Compermesso - disse facendo un inchino e uscendo dalla stanza. Mi alzai lentamente dal letto e aprii il balcone della mia camera. L'aria era gelida e il cielo era davvero scuro e pieno di nuvole. Dopo poco sentii la porta aprirsi.

- Signorina Rose ho provato ma non c'è verso: i signori Mikaelson vi vogliono di sotto - disse. Mi misi le mani in faccia. Non avevo voglia di vederli o di uscire da quella camera.

- Ditegli che non sto bene, che mi fa male la testa. Inventate qualcosa ma vi prego non fatemi scendere quelle scale - dissi.

- Signorina Rose non mi crederanno mai. Forse vi conviene prepararvi e scendere di sotto. Prima farete colazione e prima tornerete nella vostra camera - disse sorridendo in modo rassicurante. Sorrisi leggermente.

- Potete uscire? Ho voglia di stare un pò da sola. Scenderò appena sarò pronta -

- Certo signorina Rose - disse lei rifacendo quell'inchino e uscendo di nuovo dalla porta. Mi gettai sul letto a peso morto e fissai il soffitto. Che vita... 

Ripensai a come tutto fosse accaduto in fretta e a come mi fossi comportata in maniera normale. Era come se il fatto che fossero vampiri mi avesse scandalizzato ma non abbastanza. Era troppo strano. E poi quei sogni che facevano mi confondevano ogni secondo di più. Mi alzai dal letto e mi specchiai. I capelli erano ancora con l'acconciatura e il mio viso era più normale del solito. I miei occhi erano gonfi e le labbra screpolate. Perché piangevo? Perché ero debole? Perché quella era la mia vita?

La porta venne spalancata e poi richiusa con forza.

- Perché diamine non volete venire a fare colazione? - mi chiese Klaus. Rimasi meravigliata dal fatto che nella mia camera ci fosse lui e non Elijah.

- non sto bene - dissi abbassando lo sguardo.

- Ma per favore! - disse urlando - Dovete smetterla di causare problemi a questa famiglia - disse esausto. Rimasi meravigliata del mondo in cui stava parlando semplicemente per il fatto che era un linguaggio che non gli si addiceva.

- Cosa vi è successo? - chiesi.

- Non è successo nulla e non deve interessarvi se mi è successo qualcosa -

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