Il giorno in cui la mia vita cambiò era il giorno del mio 18° compleanno. Ero all'apice della mia giovinezza, della mia spensieratezza. Ero felice, ero serena e non ero a conoscenza di tutti i segreti presenti nella mia vita.
Era il 27 ottobre e quell'anno fu un giorno freddissimo a New Orleans. Ero una ragazzina dai capelli ondulati, occhi castani, di statura normale. Non ero quel tipo di ragazza che gli uomini notavano anche perché non volevo farmi notare. L'amore, la ricchezza, i tessuti pregiati erano cose che non mi appartenevano e che non volevo che mi appartenessero.
Mio padre morì quando avevo otto anni e mia madre si era ammalata da 4-5 anni. A quei tempi bastava anche un raffreddore per morire. Ricordo che quando mio padre morì provai un dolore lancinante, un dolore che credevo che non potesse mai passare. A volte mi mancava ma per fortuna la sofferenza si attenuò. Perdere una persona che ami con tutta te stessa è una delle cose più dolorose che possano esistere ed io lo sapevo bene.
Quando mi alzai dal letto quel giorno per preparare la colazione, trovai un pacchettino sulla tavola. Di solito ai compleanni mia mamma mi regalava uno scialle fatto da lei, una sciarpa. Da quando si era ammalata era sempre più raro ricevere regali al compleanno ma non era certo una cosa di cui lamentarsi. Volevo solo che mia madre stesse ben, non chiedevo altro. Aprii il pacchettino e trovai dei fogli e qualche matita. Fu il regalo più bello che io avessi mai avuto. Amavo disegnare, di tutto: paesaggi, volti, case. Tutto. Suppongo fosse la mia unica abilità oltre al combinare guai. Corsi in camera di mia madre e la vidi sorridere.
- Ti è piaciuto il regalo? - chiese lei sorridendo.
- Certo mamma... ma non dovevi - la guardai con tenerezza.
- Volevo e mi raccomando, fai bei disegni - Io sorrisi eccitata.
- Certamente mamma... Julie mi ha invitato ad andare in una locandina stasera con la sua famiglia per festeggiare il mio compleanno... le ho detto di no. Non voglio che paghi per me e non voglio lasciarti qui da sola... - le dissi con un sorriso. Adoravo mia madre, la persona che era. Era il mio punto di riferimento.
-Oh Clare... - disse mia madre dispiaciuta invitandomi a sedere sul letto - Puoi andarci... non preoccuparti per me. Per tutta la settimana resti qui ad aiutarmi e a tenermi compagnia. E per i soldi non preoccuparti, li darò a sua madre - disse accarezzandomi. Posso sentire ancora le sue dolci mani sul mio viso.
- Sicura mamma? -
- Certo tesoro. Lo festeggeremo domani il tuo compleanno insieme -
- Grazie mamma - dissi abbracciandola.
- E di che? - disse ridendo - Adesso vai a preparare la colazione che ho fame - continuò sorridendo.
- Subito signora - risposi tutta felice.
Andai un cucina, misi a scaldare il latto e spalmai del burro sul pane. La colazione era il mio momento preferito della giornata. Non c'era nulla che potesse andare storto, era l'inizio di una nuova giornata. La mia vita non era movimentata, non c'era mai nulla di nuovo ma ero abituata alla mia normalità. Avrei dovuto apprezzarla di più.
- Oggi non vuoi fare una passeggiata? - chiesi a mia madre non appena le porsi il vassoio sulle gambe che teneva stese al di sotto della coperta calda.
- No tesoro, oggi no. Domani ti prometto che faremo una bella passeggiata... - rispose sorridendo con tutte le forze che aveva - Perché non vai a prendere i panini dal signor John in città? - chiese sorridendo. Io sorrisi a mia volta. Sapeva quanto amassi camminare e andare in giro per la città.
- Subito - dissi alzandomi da terra e salutando mia madre con un bacio sulla guancia. Presi il cappotto ed uscii di casa.
Io vivevo in campagna e mi ci voleva una mezz'ora per arrivare in città. Così correvo, correvo più forte che potevo. In un quarto d'ora ero in città. Correre mi tranquillizzava. Che fosse inverno o estate, autunno o primavera non importava, dovevo per forza correre in città.
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You were my family.
FanficClare Rose vive nella campagna vicina alla grande e rumorosa città di New Orleans. Dietro le grandi feste riempite di calici di champagne e musica dal vivo si nascondono infiniti misteri. Sono proprio quest'ultimi a creare una rete di problemi spav...