Capitolo 42

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Vuota.

Ero vuota.

Come si può diventare un qualcosa, un qualcuno che non ti saresti mai aspettata?

Insomma, ho ucciso la mia migliore amica, ho ucciso mio zio, ho ucciso una persona innocente, una persona che voleva solo proteggere il proprio popolo da me, me.. io, una semplice ragazzina vissuta sempre in campagna. Una ragazzina che non voleva altro che veder star bene le persone che amava.

Il sole splendeva nel cielo, una cosa molto strana visto che qualche giorno prima c'era la neve su tutta New Orleans.

Camminavo senza una meta e senza uno scopo.

- Clare! - sentii. Mi voltai e vidi Charles osservarmi dispiaciuto. Aveva gli occhi stanchi e si reggeva a stento in piedi. Aveva il fiatone e così supposi che mi era corso dietro. Si limitò a guardarmi e scosse la testa.

Abbassai lo sguardo e lui lentamente si avvicinò e mi strinse tra le sue braccia.

- mi dispiace per Julie.. - sussurrò- mi dispiace per tutto Clare - disse massaggiandomi la schiena con una mano.

Non piansi, non dissi nulla, mi limitai a respirare.

- i Mikaelson sono rimasti dentro, credo che avessero intenzione di uccidere Moe. Ho provato a fermarli ma è stato inutile. Credo uccideranno tutti nella sala - disse con tristezza.

Era strano il modo in cui Charles riusciva ad essere gentile con tutti, soprattutto con me. Si preoccupava di ciò che pensavo, di ciò che ero, di ciò che facevo. Era stata la persona che non mi aveva mai voltato le spalle. C'era sempre stato per me eppure molto spesso io avevo scelto altri a lui.

- sono un mostro? - gli chiesi allontanandomi dal suo corpo.

- cosa? No Clare - disse sorridendo.

- mi sono lasciata prendere della vendetta, sono un mostro - dissi guardando un punto fisso con tono deciso.

- Clare, se ciò che ti spaventa è essere come i Mikaelson, beh non lo sei e mai lo sarai - a quella affermazione alzai la testa.

- mi spaventa essere ciò che sono perché quella lì dentro ero io - dissi - non ho paura di essere come i Mikaelson, ho paura di essere come la mia famiglia, famiglia.. - ripetei sussurrando -tu hai una famiglia Charles? - gli chiesi interessata.

- mh si. Mio padre è un contadino, nulla di che. Ho due sorelle più piccole che adoro con tutto il cuore - disse accennando un sorriso - mia madre è andata via quando eravamo piccoli, non ne voleva sapere di noi - disse ridendo con un pò di malinconia.

- immagina che da un momento all'altro tutto ciò che hai sempre avuto si sgretolasse nelle tue mani, le tue certezze, le tue sicurezze. Improvvisamente non sai più chi sei, da dove provieni e così ti lasci andare - gli dissi. Poi lo guardai attentamente - io mi sono lasciata andare - gli risposi per poi voltarmi nuovamente e continuare a camminare.

- ti verranno a cercare -

- chi? - chiesi continuando a camminare.

- gli stregoni, le anime di essi e anche i Mikaelson. Nessuno di loro ti lascerà mai andare -

- neanche tu a quanto pare - gli risposi con antipatia - che tutti vengano, non temo più nulla -

Continuai a camminare per un tempo indefinito. Non sentivo più dolore. Né alle gambe né alle ferite ed inoltre non sentivo nessuna sofferenza nel petto. Era vuoto, completamente vuoto.
Arrivai non so come di fronte alla mia vecchia casa.

La scrutai per qualche secondo e poi pensai di andare a casa di Moe. Non so perché ma mi sembrò una buona idea.

Entrai dalla finestra e ricordai che la ruppi io qualche tempo prima quando cercai di intrufolarmi nella casa. Entrata mi guardai intorno.
Tutto era rimasto come lo ricordavo.

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