Capitolo 48

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Ci sono stati giorni in cui tutto sembrava troppo buio, troppo buio per affrontare il mondo.

Ci sono stati giorni in cui tutto è stato troppo pesante, insopportabile.

Ci sono stati giorni in cui niente ha avuto senso.

Ci sono stati giorni in cui niente era sufficiente.

Ci sono stati giorni in cui non volevo più esistere.

Ci sono stati così tanti giorni, sono passate così tante ore, sono passati così tanti minuti, così tanti secondi.

Tutto sembrava così lontano, un ricordo che fluttuava nel vento, distante, irraggiungibile.

Mi sembrava di stare bene.

Passò una settimana prima che uscissi da casa dei Mikaelson. Mi rinchiusi nella mia stanza per giorni e ne uscivo solo per i pasti o per andare in bagno. Non parlavo con nessuno se non con la signora Kathleen che gentilmente, ogni mattina, mi portava la colazione a letto. La famiglia di vampiri spesso mi invitava ad uscire, prendere un po' d'aria fresca o almeno ad uscire da quella stanza. Li ignoravo, li ho ignorati per una settimana intera.

Improvvisamente però, la voglia di passeggiare per le strade sovrastò tutti i miei pensieri. Chiesi aiuto alla signora Kathleen che sorpresa mi aiutò a prepararmi.

Scesi le scale lentamente ed osservai la grande casa come se fosse la prima volta che la vedevo. Era tranquilla, silenziosa e sembrava quasi scrutarti in ogni angolo. Abbassai lo sguardo e fissai gli scalini.

- Ma guarda chi si vede! -

Sorrisi.

- Sei uscita dalla tua tana? Strano, non è ancora ora di cena -

- Ho voglia di fare una passeggiata, mi accompagni? - chiesi guardandola.

Socchiuse gli occhi e rise.

- Avanti Rebekah -

- C'è qualcosa di strano in te - commentò.

- Sono io che sono strana - feci spallucce.

- Clare? -

Proprio davanti a me c'era Kol che mi fissava con gli occhi spalancati e un sorriso in viso.

- Hai un colorito migliore rispetto a quello degli ultimi giorni -

- A dir la verità mi sento meglio, molto meglio - sorrisi.

Effettivamente mi sentivo davvero meglio. Il groppo che avevo in gola era sparito e il mal di testa anche. Improvvisamente tutto sparì. Non volevo più star male, non volevo più sentire quell'incessante voglia di piangere, di sparire.

Eppure non volevo vedere né Klaus né Elijah.

Il solo pensiero di doverli affrontare e di dover prendere una decisione mi spaventava a morte. Avevo paura, paura di fare la scelta sbagliata.

- Se vuoi posso accompagnarti io a fare una passeggiata - Kol fece spallucce.

- Volentieri Kol, non mi va di passeggiare da sola - accennai un sorriso.

Era inverno inoltrato ormai è da giorni New Orleans era ricoperta di pioggia. L'odore di essa era forte e mi ricordava la mia vecchia casa, le giornate passate seduta sull'erba fredda mentre le gocce mi accarezzavano il viso. Mi è sempre piaciuta la pioggia.

- Vi conviene tornare presto, ci sarà un temporale tra qualche ora, ne sono sicura -

- Torneremo presto, ho solo bisogno di respirare un pò d'aria fresca -

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