3 - Nash Keller - Man With Confidence

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È sempre la solita storia e non c'è niente che mi annoi come la routine

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È sempre la solita storia e non c'è niente che mi annoi come la routine. Ho accettato di andare sulla statale a fermare qualche macchina perché avevo bisogno di staccare, il giro Scaliota mi sta facendo impazzire, dopo che hanno fatto fuori il ragazzino che ha collaborato al caso, ho capito che era arrivato il momento di mollare. Ormai grazie ai tanti anni di servizio - è difficile spiegarlo a parole, perché assomiglia ad una sensazione - intuisco perfettamente quando raggiungo il limite, ossia quando è necessario lasciar andare per un po' le inchieste di quel genere.

Il lavoro è tutto quello che mi resta, ho sacrificato la mia intera vita (beh almeno una ragionevole manciata d'anni) a ripulire le strade di Philadelphia e devo ammettere che spesso ho l'impressione di non aver concluso un cazzo.

La macchina che ho di fronte accosta e si ferma, è una bmw, decido di dare un'occhiata. Mi avvicino pensando che tra un paio di ore potrei andare con Doug al locale a rimorchiare qualche donna, potrei persino vedere se Gina è disponibile, o forse è meglio di no, era parecchio piccata quando le ho spiegato cosa penso dei rapporti esclusivi.

All'interno c'è una donna con la testa appoggiata al volante. La massa di capelli scuri e ricci è la prima cosa che noto. La illumino col faro e faccio il mio lavoro chiedendole libretto e patente. Alza gli occhi ma non riesce a tenerli aperti. È abbastanza attraente, mi dico subito, ma non è il mio genere. È viziata, si capisce dall'auto che guida e da come è vestita. Questa è un'altra cosa che ho imparato dopo tanti anni di servizio, a fidarmi delle prime impressioni. Proprio così, le prime impressioni, all'ottanta percento, si rivelano esatte.

Mi grida di spegnere la torcia, ma qui sono io che comando. Le ordino di camminare su una linea dritta immaginaria, si rifiuta dicendo qualcosa di strano sul fatto che sarebbe più facile trovare qualcuno che non la lasci e non la tradisca.

Ha delle belle labbra. Delle labbra da mordere per ore. Mi eccita abbastanza l'idea di avere il potere di far camminare quel corpo avanti e indietro, che lei possa far ondeggiare il culo solo perché sono io a chiederglielo.
Mi piacciono anche i suoi capelli, i suoi occhi non li ho incrociati che per un breve istante.
Ma sono verdi. Devo fare qualcosa per reprimere il brivido di paura che mi attraversa. È curioso, ma in tanti anni sono diventato esperto a prevedere il manifestarsi di questo tipo di sensazioni e adesso, sono in grado di trasformare questo genere di terrore in stizza.

<<Allora? La devo trascinare fuori a forza o fa quello che le chiedo senza rendere la situazione più noiosa di quanto non sia già?>>

Sembro più arrabbiato di quello che sono. Vedo che tenta di sorridermi. Si, lei fa parte della categoria di donne che odio di più: le figlie di papà che reputano sufficiente un sorriso per sistemare qualunque situazione spinosa, e forse è proprio perché il sorriso di questa sconosciuta scioglie qualcosa dentro di me, che il tentativo mi scoccia. Tra l'altro ha degli spinaci tra i denti e la umilio, facendoglielo notare. Questa femmina ha qualcosa che mi mette all'erta anche se il suo odore costoso non mi dispiace. Si sistema sul sedile imbarazzata e non da il minimo cenno di voler uscire da lì.  Provo ad aprire la portiera, maledizione, l'ha bloccata dall'interno, sbuffo e mi sporgo dentro all'abitacolo. Le sono vicinissimo. So che proprio come è successo a me apprezza quello che vede, chiude brevemente i suoi begli occhi verdi. Faccio scattare rapidamente la sicura. Qualcosa mi spinge ad allontanarmi in tutta fretta, il mio cuore accelera, lei mi osserva incuriosita da lì dentro.

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