35 - Earnestine Cox - Get out of Hand.

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<<Si.>> Mi rimbecca Keller quando ci sediamo di nuovo, facendomi il verso. <<Dovevi lasciar parlare me, mia cara so tutto io. È prematuro che ci infiliamo così nel suo privé.>>

Ecco il bip del suo cellulare, uno solo, un monito di avvertimento per intimare a Keller di piantarla prima che possa farlo io.

Keller sfila il cellulare, un nuovissimo modello di smartphone e lo osserva come se fosse il male, poi lo poggia sul tavolo.

<<Odio con tutta l'anima questi dannati aggeggi.>>

Non posso credere che nonostante la situazione abbia ancora voglia di litigare con me e a quanto pare col mondo.

<<A Harper non piacerà il modo in cui stai tentando di sabotare tutto.>>

Il cameriere se n'è appena andato dopo avermi spostato la sedia per farmi sedere, Keller non ha nemmeno aspettato che fossimo soli.

Se non altro il suo atteggiamento ha paradossalmente allentato la tensione, sono così concentrata sulle sue assurde reazioni emotive che non ho avuto il tempo di essere nervosa.

Mi chiedo se non lo stia facendo apposta.

<<E' così importante per quelle come te fare la cosa giusta? Ti senti una novella Giovanna d'Arco? Pensi che a qualcuno importerà se ci rimetti la pelle?>>

<<Non credo che ti stia attenendo ai piani.>> Gli rispondo tagliando la bistecca con calma, la carne è morbidissima ma io non ho intenzione di mangiarla davvero, mi limiterò a mandare giù uno o due pezzi. Non sono qui per questo, mi ripeto. Ma so che prima o poi sarà il problema che tento di ignorare a mangiare me.

Keller, che ha preso dello spezzatino, osserva il suo piatto intatto, anche lui titubante. Poi inizia a mangiare di gusto. Ma ad un certo punto si ferma. La musica è cambiata, si è fatta struggente. Mi verrebbe da ridere per questa situazione assurda.

<<Credi di sapere tutto? Di avere la situazione in mano?>> Mi chiede ora con calma anche se sento che trattiene la rabbia.

<<No, ma penso che sia tu e non io, quello che sta andando fuori di testa.>>

<<Questo perché non hai la minima idea del posto in cui ti trovi e del motivo per cui sei qui. >>

<<Certo che ce l'ho.>>

Scuote la testa e una risata gli affiora sulle labbra.

<<Non ha resistito Nat e tu non hai nemmeno un decimo della sua tempra e ...>>

Lo fulmino con lo sguardo, decido di smetterla di fingere che me ne importi qualcosa del cibo. Gli occhi scuri di Keller non si perdono la mossa.

<<Non voglio più sentir parlare di questa dannata Natalie! Ok? Che ti piaccia o no ci sono io qui e non lei!>>

Once Upon Three TimesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora