45 - Earnestine Cox -They all Lived Happily

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Zhen mi cammina accanto silenziosamente, è così diverso da Nash, tutto quello che sembra tormentare Keller, in Zhen si esprime invece in maniera calma, placida.

Non c'è lotta in quest'uomo, solo una pacata sicurezza.

Vorrei sentirmi a disagio, aver voglia di fuggire da qui. La verità è che mi sembra di non essermi mai sentita così al sicuro.

I suoi occhi sembrano due pesciolini, si incastrano nei miei, sondano qualcosa all'interno di me stessa che persino io ignoro.

Mi accarezza ancora le guance quando arriviamo di fronte alla porta. Il modo in cui di botto mi intrappola il viso mi fa capire che sta esercitando un controllo serrato sulle sue voglie.

<<Non hai idea di quanto mi costi.>> Mi rivela infatti, <<mi sono ripromesso di andarci piano, di non spaventarti.>>

<<Va bene.>>

<<Voglio che tu sappia che non sei obbligata a rimanere, se tu volessi andare via, in qualunque momento, adesso, domani, tra due secondi, io non farei nulla per trattenerti contro la tua volontà. >>

<<D'accordo.>>

<<Immagino sentirai il bisogno di riposarti, >> mi sussurra con la bocca accanto alle guance.

Annuisco leggermente.

<<Sono anni, infinite ore, interminabili minuti che ti aspetto.>>

<<Sembra tutto così strano.>>

<<Anni che assomigliavano a millenni dolorosamente lunghi ma ora finalmente sei qui.>>

<<Perché io?>>

<<Perché sì, per nessun motivo in particolare, perché ti ho osservata vivere la tua vita senza chiedere nulla di più, ti ho vista soffrire, ho sentito la tua sofferenza e mi sono commosso di fronte alla tua bellezza... ma non sono così sciocco o prepotente da pretendere che ricambierai subito quello che provo per te. Anche se sento che qualcosa sta già cambiando ...>>

Nella mia testa in realtà non so per quale motivo si ripropongono fedeli le immagini del primo incontro con Keller, del modo in cui mi ha trattata, del fatto che mi ha messa in mezzo ad un affare che nemmeno mi riguardava. Di Keller che mi ammanetta alla portiera, della sua rabbia e dei suoi occhi che sembrano così grandi rispetto a quelli di Zhen. Ripenso alla prima sera, quella dopo la sparatoria quando mi ha riportato a casa e mi ha chiesto di andare a letto con lui mentre Zhen aveva in mente di presentarsi in quel momento.

<<La sparatoria...>>

Alzo gli occhi su di lui. Le sue mani si ritirano dal mio viso lentamente.

<<Un'altra cosa di cui non vado affatto fiero, mi sono comportato come un bambino indispettito, devi scusarmi. Era un più un messaggio per Keller che per te. Volevo che le cose non andassero oltre, conosco la sua fama con le donne, lo conosco meglio di quanto si conosca lui stesso.>>

Once Upon Three TimesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora