<<Ascolterò la tua proposta lavorativa.>>
Osservo la signorina Cox che tenta di contrattare con me, deve conoscermi molto poco se davvero pensa che rinuncerò alla mia idea. So che mi dirà di sì, deve dirmi di sì, è l'unico modo per lasciarmi il passato alle spalle e per ricominciare, anzi, diciamoci la verità, è l'unico modo che ho per farla pagare a Scaliota. Sta ancora giocando col tovagliolo, lo ha riappoggiato sul tavolo, è nervosa.
Sono io che ti rendo nervosa? È la mia presenza?
È da quando siamo usciti dalla centrale che tenta di tenermi a distanza. Non ci sono abituato e non mi piace. Ma so che ho volutamente forzato la mano per vedere se il suo carattere fosse proprio come mi aspettavo, e lo è. È testarda, ostinata ma piena di personalità, anche troppa, ha sempre da dire su tutto e ... sì, è impressionante quanto mi ricordi lei. E non è solo per via del carattere, è per quella precisa espressione che fa e che mi fa solo venire voglia di gettarmi ai suoi piedi. O di masturbarmi all'infinito come ho fatto ieri.
Un pensiero inopportuno mi attraversa la mente, è da quando l'ho conosciuta che non faccio altro che immaginare di fotterla. Ma non posso ragionare con le mie parti basse, ho bisogno di tutta la mia concentrazione e lei deve dirmi di sì, non ci sono altre possibilità.
Rido nel tentativo di stemperare la tensione. Lei corruga la fronte, ha i suoi occhi, i suoi maledetti, identici, bellissimi occhi. Solo che questi sono leggermente più chiari, più intensi. Respiro tentando di concentrarmi su altro e facendo in modo che il desiderio e il dolore si allontanino da me.
<<Sentiamo,>> dico conciliante, sempre col sorriso sulla faccia. Lei si avvicina, si sporge sul tavolo, riesco a vedere il suo bel seno, riesco a sentire il suo odore.
È incredibile come basti questo a lanciarmi a tutta velocità in un buco nero spazio temporale che mi risbatte a quasi sette anni fa. Si, lei è perfetta, Cox è la chiave per arrivare a lui e io non posso, né devo, sentirmi troppo coinvolto. Eppure se è così vicina non riesco a non fissarle le labbra, ha delle belle labbra piene e ha appena bevuto un po' di vino, quindi mi paiono particolarmente turgide. Per la cronaca, anche un'altra parte del mio corpo lo diventa immediatamente. È perfetta! Perfetta, Cristo!
<<Che non sia tu a farmela ma Doug.>>
Perché diavolo Doug dovrebbe passare del tempo con lei e parlarle di una situazione tanto delicata? La mia espressione la fa sussultare ma non accenna a muoversi da dove si trova. Mi sporgo anche io verso di lei, so che la mia vicinanza la mette in allarme, mi sono accorto di come tenta di sottrarsi. Infatti si ritrae di poco, dandomi un po' di vantaggio fisico.
<<Perché mai Doug dovrebbe prendersi il merito di una mia idea?>>
Sono stato impulsivo a chiederle il numero di telefono. Bastava sbirciare nella sua cartella in centrale e chiedere un favore Trempton che non avrebbe battuto ciglio, visto che gli ho già salvato il culo due volte.
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Once Upon Three Times
General FictionQuando Nash Keller incontra Earnestine Cox per la prima volta non si rende conto che è perfetta. Quando ha l'opportunità di incrociare di nuovo la sua strada, però, fare finta di niente è impossibile: i suoi occhi verdi sono solo leggermente più chi...