16 - Earnestine Cox - The Eligibility

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Controllo l'orologio sul mio Samsung

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Controllo l'orologio sul mio Samsung. Sono passati dieci giorni dalla proposta. Dieci lunghissimi giorni in cui ho avuto il tempo di metabolizzare, eppure quello che è successo mi sembra ancora surreale. Anche se non avrei dovuto, ho raccontato tutto a Kat. L'espressione sul suo viso mi ha indotta a pensare che avrei fatto meglio a ponderare con più attenzione i pro e i contro. Cosa che effettivamente, colta alla sprovvista, non ho fatto. Era allibita, preoccupata. Mi ha detto che non mi ci vede calata in un ruolo del genere, che se non fossi stata io stessa a dirglielo non ci avrebbe mai creduto. Ha ragione, insomma, gli unici tentativi che ho fatto finora sono stati quelli di non naufragare nella pozzanghera stantia della mia vita sentimentale. E ho fallito, cosa che mi ha convinta a frequentare il gruppo di supporto per incrementare l'autostima.

Ci sono andata già quattro volte da quando ho detto di sì a...non sono bene a cosa precisamente. E non è che mi senta molto più sicura di me, onestamente. Anzi, più passa il tempo più mi sento la candidata meno ideale per una faccenda tanto delicata. Keller ha iniziato a mandarmi un sms di buonanotte ogni sera, ovviamente io ho dovuto trattenere l'istinto di rispondergli. Ma grazie al cielo, il buonsenso, almeno ha avuto la meglio, non è il caso che abbia legami per l'intera durata dell'operazione. È il motivo per cui detto di no anche ad Isaac Brighton quando mi ha di nuovo chiesto di uscire insieme.

E' proprio mentre sono fuori dalla centrale e cammino nervosamente avanti e indietro che il mio telefono si illumina. È lui, Nash Keller. Lo tengo in mano un po', imbarazzata, prima di decidermi finalmente a rispondere.

<<Pronto?>>

Dall'altra parte sento il suo respiro e istintivamente mi porto una mano sulle labbra. Il fatto che non ci siamo più visti, e che lui abbia continuato a scrivermi lasciando intatto questo piccolo filo tra noi, è sicuramente il motivo per cui rabbrividisco e per cui il suo tono sfacciato, e ora basso, mi provoca qualche brivido inopportuno.

<<Cox...>>

Il mio nome sembra davvero sensuale pronunciato in quella maniera un po' roca, lascia la frase sospesa.

<<Cosa stai aspettando? Sono venti minuti che ti osservo, pensi di portare le tue belle chiappe qua sopra?>>

<<Dove diavolo sei?>>

<<Dove mi piacerebbe da matti essere, proprio sopra di te, Earn.>>

Ignoro l'intento malizioso delle sue parole e guardo in alto. Keller è affacciato ad una delle finestre del terzo piano e mi fa subito un enorme sorriso quando alzo la testa. Eppure la sensazione che i suoi occhi mi trapassino alla ricerca di qualcos'altro lascia un po' di amaro in bocca.

<<Fottiti Nash!>>

Ride e chiude la conversazione. Non può andare tanto male, mi dico, anche se l'idea di essere valutata da un agente dell'FBI mi mette molto in soggezione. Insomma è l'FBI e so che in un certo senso sarebbe fantastico se non mi trovassero idonea ma...ecco, una parte di me vuole anche mettersi in gioco, per quanto assurdo possa suonare.

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