27 - Nash Keller - One Night

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Non mi ero sbagliato, lei mi odia. Le ho mandato una decina di messaggi in questi tre giorni, non le chiedo scusa in nessuno, naturalmente. Non ho niente di cui scusarmi, siamo adulti, l'ho baciata, sono attratto da lei e fine della storia. Sono un bastardo ma del resto non ho mai finto di essere come il manichino, dovrebbe essere contenta che mi mostro per quello che sono realmente.

Ma capisco che per una ragazza come lei, cresciuta in un ambiente domestico protetto, queste cazzo di buone maniere abbiano il loro peso.

Ecco perché non potrebbe mai andare bene per me e invece Nat era perfetta. Il background conta, inutile girarci intorno.

No, i miei messaggi sono del tipo "che fai?", "dove sei?", "possiamo parlare?", in uno mi solo lasciato trascinare dall'ora tarda, dalla malinconia, pregandola di dire di no, le ho scritto proprio: "ti prego, Earn, sii ragionevole mi preoccupo per te, è per questo che insisto tanto." E poi naturalmente la buonanotte, il mio punto debole, ho scoperto che dormo meglio se le scrivo due parole. Non ha mai risposto.

Anche Earn mi ha abbandonato a me stesso.

Come se non bastasse non sono riuscito a vederla in centrale, e in questo si è dimostrata proprio la stronza che è, perché, sebbene io non abbia fatto altro che tampinarla e cercarla dappertutto, sono venuto a sapere da Harper, che la cara maestrina ha espressamente chiesto di estromettermi.

Quel sant'uomo di Harper le ha spiegato pazientemente che io devo per forza far parte dell'operazione perché conoscevo Nat e posso rivelarmi fondamentale, ma lei non ha voluto sentire ragioni.

Stamattina sono qui, di nuovo in centrale e ho appena preso a calci, non ne vado fiero, la macchinetta del caffè, che si rifiuta anche lei di collaborare dandomi un cazzo di espresso al posto del macchiato che ho chiesto.

A quanto pare nessuno è in grado di fare il proprio, dannato, lavoro. Mentre impreco, Doug mi dà una manata sulla spalla, ma sono nervoso e lo incenerisco con lo sguardo.

Alza le mani.

<<Calma capo! Brutta giornata?>>

Oggi pomeriggio ho il corso di gestione della rabbia, rifletto, una scocciatura in più, un impegno che mi terrà lontano dalla centrale, dall'operazione e domani arriverà Scaliota. Ma non posso saltarne un altro, Harper è stato categorico e quando gli riferiranno come ho trattato la macchinetta del caffè, sarà irremovibile.

<<Sai niente del fatto che non mi vuole intorno?>>

Non aggiungo altro, ma Doug capisce a cosa, o meglio a chi mi riferisco e mi rivolge una rara occhiata severa.

<<Si e credo che abbia ragione, >> mi delizia di una pausa d'effetto, << insomma, è ovvio che non riesci ad essere razionale quando sei nelle vicinanze, e, hey, nessuno può darti torno, le somiglia davvero, è normale, io andrei fuori di testa.>>

<<Io non sono andato fuori di testa!>>

<<E quando siamo usciti tutti insieme? Sei stato insopportabile con lei al locale, che ti è preso?>>

<<Mi stavo divertendo un pò, che problema c'è? Lo sai come tratto le donne e non hai avuto mai niente da ridire!>>

Insisto a denti stretti, col risultato che il mio collega alza nuovamente le mani.

<<Si, non è solo questo, >> si affetta a correggersi cercando le parole, <<è che sei emotivamente troppo coinvolto e siamo tutti certiche staccare un po' ti farà bene.>>

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