53 - Earnestine Cox - Yellow

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<<Non era quello che intendevo, non era questo che volevo dire!>> Urlo con tutto il fiato che ho in gola. È uno sconosciuto per me, un uomo a pezzi come Keller, forse è per questo che non riesco a fare quello che mi chiede.

<<Devi solo voltarti, girati verso quella siepe laggiù, d'accordo? E quando tutto sarà finito usa questa e chiama Alexia Paxton, lei farà quello che va fatto, è una delle poche persone che hanno rifiutato di far parte del suo esercito.>>

Alexia Paxton è la sventola dell'FBI di cui sono stata terribilmente invidiosa, quella che doveva dare il suo consenso e firmare, anche se non lo sapeva ancora, la mia condanna.

Il viso di Steve è illuminato malamente dalla luce di un lampione che funziona a intermittenza.

<<Dove siamo?>> gli domando tentando di recuperare un po' di tempo e stringendomi in questo odioso vestito elegante, si gela stasera.

<< Benvenuta a Shawmont Valley, la chiamano la zona dei ruderi, non serve che ti spieghi il perché, immagino.>>

No, non c'è bisogno che Steve mi chiarisca l'origine di questo nome, davanti a noi ci sono case così dissestate che il legno scrostato ha finito per prendere una tinta grigiastra. Sembrano talmente marce che mi sorprendo del fatto che siano ancora in piedi.

Tenta di mettermi in mano la ricetrasmittente.

<<Ricordi il codice di emergenza?>> mi scruta, sorride persino. Io mi sento a disagio e abbasso lo gli occhi sulle sue mani piene di lentiggini. Faccio una cosa sciocca, mi metto nervosamente a contarle, nella mia mente, per ingannare l'angoscia.

Mi sembra che mi manchi il fiato.

<<Ti prego, Steve, >> dico per l'ennesima volta rifiutando di afferrare quel marchingegno, <<non saprei nemmeno come usarlo.>>

<<Ci riuscirai.>>

<<Steve, non era quello che intendevo. Ti prego, ascoltami, quello che vuoi fare non ha senso.>>

<<No, Earnestine, ascoltami tu, quello che ho fatto fino a questo momento non ne ha.>>

<<Tutti possiamo sbagliare, Nash ha bisogno di te, ha bisogno di noi. Non possiamo lasciarlo lì, ogni secondo che perdiamo potrebbe essere tempo prezioso.>>

Solo l'idea che la mia profezia possa avverarsi mi dà l'impressione che il fiato sia risucchiato del tutto via dal mio corpo. Mi appoggio ad una staccionata che un tempo doveva essere stata di un bel bianco. Steve mi scruta, la sua voce si addolcisce ma so che non ha cambiato idea.

<<È per questo che ti ho detto di chiamare Alexia, era innamorata di lui in maniera morbosa, ci siamo presi qualche sbornia insieme, ha persino pianto. Lei che ha la nomina della donna indistruttibile. E invece Keller ha fatto saltare tutte le sue difese e poi se ne è fregato, lo stesso ha fatto con la sua ex moglie. Miriam è stata da noi per un po', il tempo sufficiente a farmi capire che il Keller che pensava di conoscere non esisteva. L'ho biasimato all'epoca, ogni dannata volta che tirava fuori la storia del suo amore di gioventù, ogni dannata volta pensavo che fosse un uomo da niente, senza palle, senza carattere, uno che scappava dalle sue responsabilità, che non aveva legami e che non ne avrebbe mai avuti.>>

Once Upon Three TimesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora