Tengo stretto tra le dita il flûte che Marc Stevenson mi ha passato.
<<Ti piace qui?>> mi domanda sistemandosi gli occhiali. Poggio il bicchiere. Gli aggiusto il nodo della cravatta, è tutta la sera che la sua imperfezione calamita i miei occhi.
Lui mi sorride, <<sembri triste, Earnestine.>>
Mi liscio il vestito e osservo le bollicine di champagne.
Triste. Un colpo di pistola: le mani piene di lentiggini di Steve, poi quelle di Keller che mi stringono subito dopo e mi sollevano, la casa dalla parete gialla.
La speranza che muore.
Mio padre che si allontana con Natalie.
Alexia Paxton che probabilmente è già finita a letto con Nash.
Deglutisco, poi prendo un profondo respiro, la musica cambia, i quadri di un artista moderno, un certo Douglas sono illuminati da una luce rossa e restituiscono un effetto lugubre. Marc Stevenson è il mio avvocato, mi ha convinta a sporgere denuncia per il trattamento che ho ricevuto, per i rischi che ho corso.
L'ho fatto. L'ho anche portato al funerale, speravo che Keller avrebbe avuto qualche reazione, speravo che sarebbe stato almeno un po' geloso di me.
Che idiota che sono.
Mi ha detto che non vuole più vedermi ed è stato coerente, non mi ha mai chiamata.
<<A cosa stai pensando? Ti piace?>>, mi domanda insistendo, indicando un quadro preciso, un istituto, una sorta di enorme scuola coperta d'edera in evidente stato di abbandono dove in evidenza c'è solo l'azzurro spento di una finestra. Sono tutti così i quadri di questo artista, belle cose che il tempo ha intaccato, che nessuno ha protetto.
<<Si, mi piacciono e mi rendono triste.>> Dico automaticamente.
<<Triste ma bellissima, non te l'ho mai confidato ma sono così felice che tu sia riuscita a lasciarti alle spalle tutta questa storia. >>
Tocco il braccialetto col fiocco di neve. Non guardo Marc.
<<Sto meglio >>, mento.
In un certo senso è vero, sembro essermi lasciata alle spalle i miei problemi alimentari, qualcosa si è spezzato, è stato come un esorcismo, come se la potente e malata nube tossica avesse finalmente lasciato per sempre il mio corpo. Aver conosciuto Natalie ha avuto anche dei lati positivi, in fondo.
Questo braccialetto me l'ha assicurato al polso Keller in centrale, poco dopo che mio padre mi ha abbandonata a me stessa e si è allontanato con la figlia che ha sempre desiderato al posto mio.
E' stato in quel momento che Keller mi ha detto "Grazie Cox, per essere come sei", una sola parola, prima di abbandonarmi a sua volta.
Mi guardo intorno, i miei fantasmi sono tutti qui, tutti presenti stasera per prendersi gioco di me, incarnati in questi quadri evocativi e crudeli.
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Once Upon Three Times
General FictionQuando Nash Keller incontra Earnestine Cox per la prima volta non si rende conto che è perfetta. Quando ha l'opportunità di incrociare di nuovo la sua strada, però, fare finta di niente è impossibile: i suoi occhi verdi sono solo leggermente più chi...