12 - Nash Keller - About the Catch

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7 anni prima

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7 anni prima

Il perimetro esterno dell'edificio delimita il mondo che conosco, chissà come mai ho fatto in modo che la mia realtà diventasse microscopica, so che non va bene che mi ostini a pensare che non esiste nulla al di fuori di questo piccolo giardino, di questo edificio grigio con le grate d'acciaio e del piccolo campo da calcio. E so anche che presto dovrò andarmene da qui visto che mi hanno preso in polizia. Dovrei essere euforico, non ho fatto altro che aspettare questo momento. Oggi è una bella giornata di sole dopo due settimane di pioggia. Uno come me ha imparato a godere di doni come questi e a farseli bastare.

Ho fatto in modo che anche le mie aspettative fossero molto piccole, microscopiche. Minuscole vittorie giornaliere, un passo alla volta, è quello che funziona bene per me.
Attraverso il campetto di basket, c'è Rob insieme ai nuovi arrivati, mi fa un cenno col capo e poi fa il suo tiro. Resto a guardarlo artigliando le maglie metalliche della rete di protezione. È per non farci scappare, certe volte quelli come noi possono essere difficili, recalcitranti, opporsi alle regole, opporsi persino alla vita. Ecco il perché delle misure di sicurezza, delle recinzioni, delle finestre con le sbarre, anche se quello che ci dicono da sempre è che dobbiamo sentirci a casa, che non siamo in prigione. Ad ogni modo ci ho fatto l'abitudine, non me ne sarei andato comunque.

No, non ho mai tentato di scappare, ho sempre capito che era meglio qua dentro che per strada. E ho avuto ragione, Igrette si è rivelata quasi una madre per me, è per merito suo se ho passato tutti i test per entrare nella polizia, è lei che mi ha permesso di studiare qui, per la parte teorica non ci sono stati problemi ma per il resto dovrò lasciare l'istituto, devo allenare il mio corpo e ottenere l'idoneità fisica.

Rob ha fatto canestro, è bravissimo negli sport. Mi guarda come sempre quando cerca la mia approvazione, lui ha sempre rifiutato Igrette, il mio fratellino è uno di quelli "difficili" e negli ultimi tempi è diventato ancora più insofferente. Guardo il suo corpo agile alzarsi fin quasi a toccare la rete del canestro con le mani, è flessuoso, testardo, si è allenato tutti i giorni per ottenere simili risultati.

Ma ultimamente è cambiato, colpa dei nuovi amici. Sebbene cerchi sempre la mia approvazione come quando era piccolo, mi è impossibile ignorare le occhiaie giorno dopo giorno più evidenti e l'umore sempre più instabile, volubile.

<<Keller!>>

Miriam si avvicina con la sigaretta in bocca, fa per offrirmela, scuoto la testa anche se muoio dalla voglia di dare un tiro. Dannazione! Ma non posso rischiare che compromettano i miei risultati fisici.

<<Allora è vero quello che dicono! Ti hanno preso!>>

<<Si, me ne vado alla fine dell'estate.>>

Miriam mette il broncio. Ha i capelli viola e si vede bene la ricrescita nera, le unghie hanno lo smalto scuro scrostato. Se ne morde una e il risultato peggiora, noto che ha messo un altro braccialetto con gli spuntoni.

Once Upon Three TimesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora