41 - Nash Keller - Trap

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 <<Earnestine, possiamo parlare?>>

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<<Earnestine, possiamo parlare?>>

Lei mi dedica un solo, letale sguardo.

<<No, Keller, non possiamo parlare, atteniamoci all'operazione.>>

<<Perché no?>>

Ci troviamo fuori dall'ufficio di Harper e io riescoappena a guardarla, non sopporto come le stanno addosso questi dannati vestiti neri, non lo sopporto il lutto che pensa di dover portare, mi fa sentire in colpa, mi fa sentire responsabile.

Doug ci tiene d'occhio, non fa nemmeno finta di non guardare in questa direzione. Osservo il labbro rotto che gli ho spaccato, penso che in fondo in questi anni è stato il mio unico amico. Ma la verità è che non sa un cazzo di me, non sa che ho pensato di potermi muovere all'interno delle leggi come se mi appartenessero, come se potessi fare il cazzo che volevo.

Che sono come proprio come quel criminale che tento di catturare.

No, Doug non sa che io ho tradito tutti quelli che credevano in me, ma quelli in cui credevo io mi hanno tradito a loro volta.

Rob, Nat, forse Steve.

E a loro ho dato tutto, mentre a Doug ho dato un cazzotto.

Grandioso!

Forse è da troppo che non frequento il corso di gestione della rabbia, è da troppo che non scopo tanto per fare ginnastica, è l'unico modo in cui mi spiego questa labile emotività da femminuccia.

<<Perché no? Almeno ascoltami.>>

<<Tutto bene?>> Domanda Doug dall'altra parte rivolto a lei, serio, severo. Un lato di Doug che non conoscevo.

Cosa pensa? Che le serva un dannato angelo custode? Che non sappia cavarsela da sola?

Si vede una leggerissima ricrescita scura, fisso quella tentando di ricordarmi com'erano i suoi capelli all'inizio, com'era lei la prima volta che l'ho vista.

Sorridente, ironica, piacevolmente morbida con quel vestito verde scuro che avrei voluto toglierle.

La verità è che la vorrei ancora così, vorrei che scherzasse, che mi rispondesse a tono anziché starsene con le mani lungo i fianchi e la schiena poggiata al muro come un condannato a morte.

<<Fatti i cazzi tuoi Doug!>> Gli urlo di rimando a denti stretti.

Doug fa per avvicinarsi.

<<Va tutto bene, resta lì.>> Lo rassicura Earnestine, Doug si ferma.

<<Basta cazzate, Keller.>> Mi avverte il mio amico.

<<Che ti costa ascoltarmi?>>

Cox finalmente mi guarda. Non ha dormito stanotte, ha un brutto colorito.

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