48 - Nash Keller - Game Over

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<<Che ti salta in mente?>>

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<<Che ti salta in mente?>>

Nat tenta di spingermi di nuovo sull'elegante sedia imbottita, sia lei che Zhen non vogliono fare altro che controllarmi.

<<Nash! Siediti! Ti stanno guardando tutti! L'ultima volta non mi hai dato ascolto e ...>>

Mi volto rapidamente verso Nat.

<<E?>>

<<Lo sai che non scherza, lo sai che lui non vuole...>>

<<Hai paura di lui, hai ancora paura di scontentarlo!>>

Nat si guarda intorno in imbarazzo, è molto elegante nel suo vestito color cremisi scollato, è perfetta, sexy e innocente allo stesso tempo, sono stato io stesso ad aiutarla a metterselo dopo averla scopata. Si, ad essere onesti credo non sia mai stata tanto bella quanto stasera eppure questa considerazione mi lascia completamente indifferente. Porta una ciocca chiara dietro l'orecchio, sospira.

<<Non ho paura di lui, ho paura per te, sei così impulsivo, non capisci che lui aspetta solo una scusa per farti fuori.>> Mi dice a bassa voce cercando di incrociare i miei occhi.
Ma io cerco quelli verdi di Earn che a sua volta mi restituisce lo sguardo. Earnestine osserva Nat, la mano che la sorella tiene sul mio braccio fasciato dal completo elegante che ho trovato in camera- o forse lo dovrei definire la mia uniforme visto che a tutti gli effetti ora sono un uomo di Zhen – poi si rivolge di nuovo verso il suo accompagnatore. La fitta di sconforto che sento mi coglie del tutto impreparato.

Hai fatto quello che ho fatto anche io con Nat? Zhen ti ha avuta?

Sbatto un pugno sul tavolo.

<<Cristo!>>

<<Ma che ti prende?>> Nat intercetta la mia mano, la stringe, se la porta alla bocca, <<smettila ti prego, qualunque cosa tu stia facendo, smettila.>>

<<Ti fai controllare da lui e adesso vuoi che anche io mi sottometta.>>

<<Non essere assurdo, voglio solo stare insieme a te. Tutto quello che ho fatto l'ho fatto solo per amore, non mi interessa dove, non mi è mai interessato, andava bene l'istituto e va bene anche questo, purché tu sia con me.>>

<<Sono tutte stronzate, hai fatto in modo che arrivassi qui, mi hai fatto cadere in trappola.>>

<<Era l'unico modo, non ce n'erano altri... anche Rob, anche lui era come te.>>

<<Cosa c'entra Rob?>>

Natalie che fino ad un secondo fa non voleva che farsi guardare da me molla la presa e si lascia cadere sulla sedia, tiene le mani incollate al tavolo e fissa il bel piatto pieno di antipasti che ha di fronte.

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