Quando Keller se ne va allontano il piatto che ho di fronte, un'insalata di pollo che non ho mai avuto intenzione di mangiare. Il cuore sembra sul punto di scoppiare e so già cosa sto andando a fare quando apro la porta del gabinetto poco distante e vomito quello che non ho nemmeno mangiato.
È la prima volta che accade con l'insalata, finora è stato l'unico alimento che se ne rimaneva fermo al suo posto. Aspetto che la nausea passi appoggiandomi alle mattonelle fresche e impersonali di questo bagno di servizio.
Una notte.
Mi ripeto boccheggiando, una notte con Nash e poi inizierà la mia avventura e le nostre strade per forza di cose si separeranno.
Mi consola pensare che sarebbe successo in ogni caso. Quello che Keller é disposto a concedermi è il suo corpo, come è abituato a fare con chiunque non sia Natalie.
Mi chiedo per l'ennesima volta quanta parte nella faccenda abbia avuto il fatto che le somiglio, quando questo abbia condizionato fin dall'inizio la sua attrazione nei miei confronti.
Lo so bene che è un passo indietro quello che ho appena fatto, che vomitare non mi aiuterà, in fondo ho studiato psicologia per salvarmi e non ci sono ancora riuscita. A volte vorrei non avere le risposte, perché averle e non riuscire a sbloccare questo meccanismo malato è davvero frustrante.
Ragiono sul peggioramento a cui sono andata incontro, sono stressata, sotto pressione e ho una dannata paura del desiderio che provo per Keller, lo voglio, è innegabile.Un'altra forma di autodistruzione, forse. Cerco di respirare a fondo, quando capisco che non succederà di nuovo, che non è rimasto granché nel mio stomaco, mi avvicino al lavandino e sciacquo la faccia e la bocca dal saporaccio amaro che resta sempre dopo.
Perché ho ricominciato a farlo?
Perché anche quelle tre foglie d'insalata che ho mandato giù sembravano pesare come un macigno sul mio stomaco? Perché ora che me ne sono liberata mi sento molto meglio?
La parola controllo lampeggia dappertutto, è quello che dico ai mie pazienti.Non puoi controllare tutto. Rilassati.
La frase che pronuncio più spesso. Con loro sembra così facile, con loro funziona.
Ma io non ci credo. Rilassati, tento di nuovo, rilassati, è solo una notte.
Il ricordo degli occhi di Keller neri e profondi mi fanno sussultare, sembra che l'inferno si nasconda là dentro. Mi danno l'idea che potrei perdermi, affogare.
Ed è esattamente quello che succederà.
Prendo il telefono con le mani che tremano. Domani sera sarò in quel ristorante. Domani sera sarà tutto diverso e quello che c'è o non c'è tra me e Keller non conterà più niente.Non so cosa accadrà tra noi, so solo che non mi tirerò indietro.
Cerco il nome che mi interessa nella rubrica, spingo il tasto verde. Nessuna risposta. Impreco. Vorrei poter chiamare mia madre, dimenticare l'incidente, pensare che sia ancora dov'è sempre stata. Ho ancora il suo numero, non l'ho mai cancellato.
Mio padre non risponde nemmeno la seconda volta. So che mi evita, come ha sempre fatto. Non ho mai capito perché la mia presenza fosse per lui tanto fastidiosa, perché sembrasse, quando gli ero intorno, continuamente sul punto di voler scappare.
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Once Upon Three Times
General FictionQuando Nash Keller incontra Earnestine Cox per la prima volta non si rende conto che è perfetta. Quando ha l'opportunità di incrociare di nuovo la sua strada, però, fare finta di niente è impossibile: i suoi occhi verdi sono solo leggermente più chi...