42 - Earnestine Cox - Circle of Salt

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C'è un lato positivo anche nella delusione e consiste nel limite oltre il quale non può spingersi.

Una sottile linea rossa che segna il punto in cui si fermerà, che non riuscirà ad oltrepassare. Assomiglia al cerchio di protezione con cui ci si rifugia lontano dai malefici. È il confine di sale che ti mette in salvo e io in questo momento mi trovo proprio all'interno del cerchio, al sicuro.

È quello su cui rifletto mentre l'auto sfreccia e sento Steve Turner, un altro agente sotto copertura che ho appena conosciuto mettere la freccia e svoltare in una stradina sterrata nella parte nord di Philadelphia.

Abbiamo superato il Wissahickon Valley Park, ci siamo lasciati alle spalle il campo da Cricket e ci dirigiamo in tutta serenità verso Chestnut Hill.

Steve guida con calma, la sua faccia è assolutamente impenetrabile, è proprio il classico americano con la mascella squadrata, il mento volitivo e i muscoli d'acciaio.

Ha il tipo di fisicità che si sarebbe prestata a confermare lo stereotipo collettivo del marine più che del poliziotto, devono essere i capelli a spazzola e il naso duro, leggermente all'ingiù, il tanto che basta per rendere il suo volto interessante senza renderlo sgradevole, si dev'essere quello il dettaglio che mi ha convinto di quest'assurdità.

Non è ancora sera, Zhen, come il capo ha ripetuto più volte, ha insistito perché mi presentassi con un certo anticipo per un aperitivo.

Non ci ho trovato niente di strano. Ovviamente Keller, si. Keller si è opposto, ha detto che non conveniva acconsentire così facilmente alle sue richieste, che siamo noi a dover incastrare lui e non viceversa.

Mi domando se abbia ragione, se è davvero quello che sta succedendo o se tutta questa faccenda non si stia limitando a tirare fuori il peggio di tutti.

So che Doug ha ragione quando dice che non sta gestendo la situazione in maniera professionale o quantomeno non sta facendo in modo di tutelarci.

Steve invece è il ritratto dell'imperturbabilità, segue con armonia le curve strette su cui viaggiamo da mezz'ora, fissa la strada, ogni tanto lo sorprendo ad osservarmi dallo specchietto retrovisore, ma gli occhi, in quei rari casi in cui lo ha fatto sono presto ritornati sulla strada.

Keller e Turner si sono ignorati, non si parlano, il che mi sembra strano dal momento che dovrebbero essere amici.

Nash ha tentato di iniziare una conversazione ma Steve si è limitato ad ammonirlo.

Ha detto solamente "non ora, pensa al passato."

E Keller deve aver convenuto sulla ragionevolezza  di questo oscuro consiglio perché da quel momento non ha più fiatato e ora le sue dita sono ancorate alla seduta come se rischiasse ad ogni sballottamento di essere lanciato fuori.

Incontriamo una macchina, i fari mi accecano, sposto lo sguardo verso il braccialetto, il ciondolo con il fiocco di neve riluce.

<<So che era lei.>>

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